*Del cioccolato si dice di tutto.
Qualche punto è stato chiarito dalla moderna ricerca. Il cacao è naturalmente ricco di flavonoidi, sostanze che inducono dilatazione delle arterie e possono avere benefici effetti sulla salute, soprattutto su cuore e circolazione. È vero che molti studi sono stati realizzati considerando l assunzione di quantità elevate di cacao, impraticabili a meno di non introdurre quantità proibitive di cioccolato. La qualità del cacao deriva dalla zona di provenienza, quindi non tutti i cioccolati sono uguali. È salutare il cioccolato fondente almeno al 70%. Quello a tenore inferiore di cacao, ha troppo zucchero così come quello al latte. Nelle persone col diabete, è bene limitarne l'assunzione, utilizzando percentuali di cacao ancora più alte. Per potenziarne l effetto benefico sarebbe opportuno associare al cioccolato, l'assunzione quotidiana di semi oleosi (meglio lino o di canapa) o olio di oliva. *Il caffè è uno stimolante naturale. Funziona come tonico del cuore e fa bene alle arterie ed ai bronchi. Addirittura studi recenti dimostrano un effetto protettivo nelle malattie renali. Cautela è richiesta in gravidanza e temporaneamente in chi cessa di fumare, perchè la sensibilità aumenta. Aumentando la secrezione gastrica, quindi è da sospendere in caso di gastrite o ulcera acuta. In adulti sani, due tazzine di caffè quotidiane sono benefiche. Genuinamente amaro. - La Vita ci concede piaceri di cui godere. Tra i compiti del medico quello di incoraggiarne l'uso sapiente. Coccolarsi con qualche quadretto di cioccolato al giorno, magari insieme ad una tazzina di caffè, fa bene al cuore. Ed all anima.
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§La Pace è solo qui e adesso. Se dici " Quando questo sarà a posto, allora potrò finalmente vivere in pace" non è vero e lo sai. "Questo" cosa?
La laurea, il lavoro, il mutuo, gli impegni? Pensando così non ci sarà mai pace: c'è sempre un altro "questo" che viene dopo "questo". Se non sei in pace in questo preciso momento non lo sarai mai. Se vuoi davvero essere in pace, devi esserlo in questo preciso momento. Altrimenti ti culli nell'illusione di avere pace, domani§ E Domani non ci appartiene. Queste sono le parole di Thich Nhat Hanh,un monaco vietnamita, già candidato al Nobel per la Pace, un uomo che ha visto ingiustizie e atrocità di guerra sotto ogni bandiera, nel suo paese. Un uomo che parla di pace "adesso". Non dice "adesso, ma non in tempo di guerra ovvviamente". Non dice "adesso, ma non se sei senza soldi ovviamente". Non dice "adesso, ma non se sei malato ovviamente". E lo dice avendo attraversato guerra, indigenza, malattia. Quale Strada sta indicando, Thich Nhat Hanh? Una Strada in cui si cambia modalità. La mente non sa darci pace, ci spinge sempre a qualcosa che accadrà dopo. E poi dopo. E poi dopo. Proviamo allora ad usare un'altra luce, per illuminare la Strada. Se cambiamo la domanda che da sempre ci affligge da "perchè?" a "come?", ecco che possiamo rivolgerci al nostro respiro ed al nostro corpo ed alla nostra "immaginazione", e chiedere a loro. Chiudere gli occhi, sedere in silenzio, toglie benzina alla mente. Fine delle distrazioni da fuori. Possiamo portare l'attenzione al respiro. Quando siamo nel respiro non siamo nella mente. E la mente ben lo sa, tantè che, atterrita dall'idea di spegnersi, ci manda i pensieri. Nel respiro non c'è nulla da fare. Ed anche questo spaventa a morte la nostra mente. Nel respiro immaginiamo l'aria che entra e che esce, su e giù lungo il nostro corpo, ne sentiamo la consistenza, ne decidiamo un colore. Nel respiro, siamo respiro. E quindi non siamo più marito, moglie dipendente, libero professionista, inquilino, casalinga. Nel respiro, non c'è giudizio. Nè giusto, nè sbagliato. Nel respiro, incredibilmente la mente c'è, ma gira lenta, senza rumore, meno distratta, quasi attenta. Gira alla velocità del cuore. Ed infatti è frequente avere, in questa situazione protetta, intuizioni su ciò che veramente desideriamo invece di ciò che ci dicono di desiderare. E poi possiamo "sentire" il corpo. Portarci attenzione. Di solito il corpo è dato per scontato, una macchina idiota. Quando parla, lo mettiamo a tacere con un qualche anti: anti-dolorifici, anti-acidi, anti-spastici. Eppure il corpo ne sa più di noi. Ci avverte del disagio, prima ancora di razionalizzarlo. Una situazione che non ci piace è vissuta con contratture muscolari o crampi, ad esempio. C'è da fidarsi. Non sbaglia. Noi spesso ce ne rendiamo conto, ma fingiamo che non sia vero. Ed è l'occasione per una gastrite di trasformarsi in ulcera. Per una contrattura di trasformarsi in ernia. Il corpo ha una memoria. Ci ricorda le situazioni di disagio, anticipando sintomi. La nausea prima di andare ad un lavoro che ci disgusta, ad esempio. "Come sento il mio corpo ora?", "Dove sento chiusura o contrazione?"," Quello che sento a cosa somiglia? Che colore ha? Che forma ha?" Senza alcun giudizio. Nè giusto, nè sbagliato. E quando un pensiero, il modo che ha la mente di strapparci ad adesso, arriva non lo si condanna, non ci si arrabbia. La mente è uno strumento potente, ci ha permesso di inventare straordinarie tecnologie che ci regalano impareggiabile benessere, anche se non sarà ciò a darci la Pace. Accompagnamo il pensiero alla porta, ma con gratitudine, per ciò che rappresenta. E torniamo ad adesso. E lo stesso col prossimo pensiero. E con quello successivo. Lo yoga indù, la meditazione del buddismo o del taoismo, ma anche l'ascesi cristiana ci insegnano che "allenandosi" in tali esercizi si sviluppa una speciale "consapevolezza". In termine tecnico ora è chiamata mindfulness. E qualcosa che in qualche maniera proviamo quando siamo impeganti in un'attività che ci appassiona e ci porta fuori dai comuni pensieri, dal senso del tempo che corre. E' una sorta di "stato di grazia" , in cui non facciamo nulla, non tentiamo di modificare nulla. E allora il giudizio è sospeso e quindi la compassione può manifestarsi. Compassione per noi, per ciò che siamo e non siamo. Compassione per gli altri. Per ciò che sono e non sono. In questo nonluogo, in questo nontempo, noi "guariamo". Accadono trasformazioni sottili che sciolgono i nodi. Quelli dell'ansia, innanzitutto. Ci occupiamo di quella parte di noi che è collegata a Qualcosa di Più Grande di noi. Siamo dentro al Regno dei Cieli, per dirla in altro modo. Ritorniamo connessi, in armonia. Più sani. Come ormai testimoniano i molti lavori scientifici che hanno studiato gli effetti della mindfulness. La Pace è Qui, Ora. Il Regno di Dio è in mezzo a noi (Luca,17). Paghiamo un prezzo per ogni scelta.
La vita di coppia ha un prezzo come lo ha quella da single. Lo ha nutrire molte relazioni, famigliari od amicali così come scegliere un'esistenza solitaria. I legami ci rinforzano, ma ci legano. La libertà fa respirare, ma ha odore di solitudine. Si resta col fiato corto per portare i bambini a scuola, a danza, a catechismo; ma poi è difficile goderci in tranquillità un tramonto, senza la tentazione di condividerlo su facebook o Whatsup. Una vita di stabilità e sicurezze ci tranquillizza, ma ci annoia e ci deprime. Una vita di spostamenti e di improvvisazione ci stimola, ma ci ansia. Dedicarci al lavoro non ci permette di avere tempo libero. L'ozio però ci lascia irrealizzati. Lavorare è necessario pagarsi le vacanze che però poi sono troppo brevi per recuperare dal lavoro. Non è raro passare metà della propria esistenza ad agognare una tranquilla pensione e poi la seconda metà a rimpiangere la vitalità e gli interessi di "quando ero giovane". Il rischio è quello di una perenne insoddisfazione che ci rimbalza da una situazione all'altra, sempre col gusto in bocca di chi si chiede "è tutto qui?". Il "giusto mezzo" sembra non esistere. Non più delle mezze stagioni, comunque. Forse perchè non esiste. La fisiologia ci spinge al cambiamento perchè stare fermi in natura è morire. Al tempo in cui eravamo mammiferi dalla breve vita, la natura ci spingeva alla procreazione con ogni mezzo, per garantire la sopravvivenza della specie, prima della ineluttabile precoce estinzione personale. E memoria di questo in qualche parte del nostro cervello rimane. Come trovare quiete da noi stessi, dunque? Le grandi Spiritualità indicano tutte la stessa Strada. Il luogo dove conduce può avere nomi diversi a seconda se ti professi Musulmano, Buddista, Indu', Cristiano, ma per tutti è dentro noi stessi. Maria oziava, totalmente assorta dalle parole di Gesù, mentre sua sorella Marta si dava un gran daffare per preparargli cena. Eppure non era il palato ciò che il Cristo chiedeva di soddisfare. Ancora, alla samaritana al pozzo, sempre il Cristo, colui che anche le tradizioni indù e musulmana considerano Maestro, dice di cercare un'altra Acqua. Quella che toglie la sete una volta per tutte. E potrà sembrare sorprendente, ma anche la medicina comincia ad interessarsi a questa misteriosa Strada Interiore. Sono state individuate aree cerebrali, nella corteccia prefrontale, che si attivano in preghiera ed in meditazione e potrebbero essere le porte al benessere. Ma la pastiglia della felicità è lungi dall'essere inventata. E' più sensato congetturare che in una parte profonda, ognuno di noi ha la possibilità di essere connesso a Qualcosa di più Grande. Addirittura che possiamo fare da "antenna" a Qualcosa di più Grande, fino alla possibilità di compiere quei cosiddetti miracoli (telepatia, precognizione etc) che anche la scienza ha ormai documentato. Ma il vero miracolo è quello quotidiano. Quando scegliamo di portare via tempo al "fare" ed all"avere" per occuparci dell'Essere. Essere noi. Anche questa scelta ha un prezzo: meno "vedere" e più "sentire", meno "giudizio" e più "compassione", meno parole e più silenzio.....forse meno televisione, meno auto, meno....? Ognuno fa le sue scelte, ognuno ne paga il prezzo. Tutti però abbiamo il dovere verso noi stessi di essere "svegli", consapevoli di ciò che stiamo scegliendo. Gli ansiolitici come valium, en e simili (benzodiazepine) sono usati e soprattutto abusati (4% della popolazione).
Utili nel breve periodo o per uso in acuto, molto spesso vengono invece assunti per lungo o lunghissimo periodo. Questo causa dipendenza fisica e psicologica, non diversa dal tabacco. Usati spesso per insonnia, alla fine non funzionano più, nonostante l'aumento di dosaggio. Ma è un dato di fatto che non si riesca a sospenderli facilmente. Eppure esistono ormai evidenze scientifiche che dimostra la responsabilità delle benzodiazepine nel provocare cadute, spesso complicate da fratture, nell'anziano. E più recentemente la segnalazione che questi ansiolitici potrebbero essere coinvolti nell'esordio di demenza. Una recente revisione del prestigioso istituto Cochrane, analizzando i dati di 23mila pazienti, non è riusciuto a rispondere alla cocente domanda: come fare a smettere? Di sicuro, è bene che la sospensione avvenga lentamente, almeno in sei mesi. E' possibile che sia utile associare alle benzodiazepine prodotti naturali fitoterapici. L'omeopatia e soprattutto l'agopuntura sono benvenute. La medicina cinese in particolare considera l'insonnia come associata ad una condizione di eccesso (l'ansia ad esempio) o di deficit (come accade in menopausa, ad esempio). Per entrambe propone terapia basata sia sugli aghi che su fitoterapici. Il Viaggio è metafora della Vita. O forse semplicemente la Vita non è altro che Viaggio... E allora dal viaggio possiamo desumere orientamenti per il nostro, di viaggio, cioè la nostra esistenza. Proviamo col viaggio a piedi, visto che è il primo in cui ci siamo avventurati,come uomini. Per primo, lo zaino. Partire è scegliere. La meta innanzitutto. La meta è ciò che della nostra esperienza esistenziale vogliamo fare. Si viaggia per svagarsi e non pensare oppure si viaggia per cambiare punto di vista. Si vive per avere sicurezza, di mezzi, di affetti, di prestigio sociale. Oppure si vive per sapere cosa ne sarà di noi, una volta che i soldi e le relazioni sentimentali e sociali saranno finite. Ma cosa mettere nello zaino? Cosa lasciamo a casa e cosa riteniamo indispensabile? Scoprire quello di cui possiamo fare a meno è già Viaggio. Priorità è assumersi la responsabilità delle proprie scelte. La possibilità di un vestito carino da indossare la sera vale il suo peso sulla mia schiena? Meglio l auto nuova o le vacanze? Il mutuo o un bimbo in più? Meglio guadagnare di più od avere tempo in più per se stessi? Poi il controllo. È il nodo cruciale. Seguire un segnavia durante il cammino richiede attenzione. Ma non basta. Perdersi comunque capita. La flessibilità è ciò che fa la differenza. La velocità di risposta nell inventarsi la soluzione. O l accoglienza del dover tornare sui propri passi. Tutto lo sforzo delle nostre esistenze è mirato al controllo. Il posto di lavoro sicuro,il partner affidabile, persino il momento per concepire un figlio vanno programmati. Di tutto questo alla vita non importa. Basta pensare alla dimensione della malattia, in cui il controllo è totalmente perso. Eppure perdere il controllo può essere l opportunità per spostare un paletto. Di esplorare parti di noi in cui spontaneamente non ci saremmo mai avventurati. Anche la crisi economica, ahimè, ha dato ad alcuni il coraggio per scelte che altrimenti mai avrebbero tentato. La Sapienza è saper usare al momento giusto sia il Cuore che Google Maps. Poi c'è la frenesia. Arrivare prima, guadagnare tempo. I nostri obiettivi ci spostano sempre in avanti. Difficile concentrarsi su questo passo, se ho in mente il prossimo. Ed ogni meta ci rimanda alla successiva. Senza scampo. Questo sistema funzionerebbe solo se fossimo immortali. Per cui non può che generare frustrazione. Eppure perdere un aereo è stata la fortuna di molti sopravvissuti a disastri. E non passare un concorso ha aperto prospettive più ampie a persone che conosco. La verità è che non possiamo davvero sapere cosa è buono per noi. O meglio, l 'ottica del conservarsi, del garantirsi non è certo quella della Vita, visto che ha stampigliato su ciascuno di noi la data di scadenza. Viaggiare non è "andare". Vivere non è " fare" : Viaggiare la Vita è la Gioia di Essere, proprio ora, proprio qui. Si, il Viaggio ha la sua durata. Di quel tempo, noi possiamo scegliere che fare. O meglio chi essere. Vivere svegli, vuol dire vivere consapevoli di ciò. Gli altri modi, quelli in cui " chi sono, cosa voglio lo scoprirò dopo" sono illusione. Domani non ci appartiene. |
E' Tempo per...Cose da Dire Archivi
July 2024
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