Noi tratteniamo il fiato ogni volta che c'è una grana. Respiriamoci dentro, invece. Le grane non sono ostacoli sul cammino. Sono il Cammino. Fidarsi della vita è accogliere; quando respiro, sto accogliendo...
“Tutto quello che arriva, da qualche parte va”
Sappiamo che in qualche maniera il cibo contiene anche tossine che ci arrecano danno. Nonostante questo nessuno si sognerebbe di eliminare il cibo totalmente dalla sua vita. Così come sappiamo che ci è necessario liberarci delle scorie degli alimenti attraverso la funzione intestinale. Sarebbe folle chi pensasse di trattenere il cibo ed i suoi residui per sempre in pancia.
Con le emozioni, non è diverso.
Là fuori c’è il Mondo. Sicuramente è un luogo pieno di pericoli, ci intimidisce, ci fa paura, ci blocca, addirittura. Eppure non abbiamo alternative a farci i conti ogni giorno, accogliendo emozioni come paura, rabbia, frustrazione, impotenza che dal contatto col mondo derivano. Quando, spaventati, ci rinchiudiamo in noi stessi, ci “barrichiamo in casa” per evitare sofferenza, in realtà ci stiamo procurando un danno. Infatti, rinunciamo così anche a quelle emozioni, come la gioia, la gratitudine, i sentimenti, il piacere che il Mondo ci regala, assieme alle “tossine” di paura e rabbia. Quando situazioni di squilibrio come la depressione ci portano alla chiusura, ne paghiamo un prezzo alto: “moriamo di fame” per paura di avvelenarci. Per crescere, evolvere, non condannarci all’atrofia dell’anima, dobbiamo rischiare, esattamente come fa la tartaruga che tira fuori la testa dal carapace per nutrirsi, rischiando di essere predata.
Ma allora che fare delle emozioni negative?
Gesù, in un passaggio del Vangelo, ce lo spiega, a proposito della zizzania (Matteo 13): erba cattiva che cresce in mezzo al grano. Ma estirparla significherebbe strappare via anche il buon grano. Meglio aspettare il tempo della mietitura e poi separare ciò che ci fa bene da ciò che ci fa male. Rimaniamo “aperti” al Mondo, a tutte le opportunità che offre, le occasioni che ci concede, ma impariamo a “digerire” ed espellere le emozioni che ci danneggiano. La Medicina Cinese ci invita a non trattenere, a godere di tutto e poi lasciare andare. L’agopuntura e le erbe ci aiutano in questo. Ma, prima di tutto, possiamo imparare delle tecniche che ci aiutino a gestire le emozioni. La principale è la respirazione. Diventarne consapevoli, per prima cosa. Rendersi conto di quando il respiro è bloccato. E poi qualche semplice esercizio di espirazione, “buttare fuori”. La medicina occidentale ci è utile, con le tecniche di respiro buteyco, ad esempio. Ma lo yoga ha una tradizione millenaria, in ciò: il pranayama insegna tecniche per controllare il respiro. E controllare il respiro equivale a controllare la mente, ci dicono le scritture indiane (Haṭhayoga Pradīpikā - XV secolo). E controllare la mente significa evitare che si crogioli a lungo sulle situazioni della quotidiana esistenza ed impari a “lasciare andare”, invece di generare quell’ansia che noi tutti conosciamo bene e che ci auto-avvelena.
Sappiamo che in qualche maniera il cibo contiene anche tossine che ci arrecano danno. Nonostante questo nessuno si sognerebbe di eliminare il cibo totalmente dalla sua vita. Così come sappiamo che ci è necessario liberarci delle scorie degli alimenti attraverso la funzione intestinale. Sarebbe folle chi pensasse di trattenere il cibo ed i suoi residui per sempre in pancia.
Con le emozioni, non è diverso.
Là fuori c’è il Mondo. Sicuramente è un luogo pieno di pericoli, ci intimidisce, ci fa paura, ci blocca, addirittura. Eppure non abbiamo alternative a farci i conti ogni giorno, accogliendo emozioni come paura, rabbia, frustrazione, impotenza che dal contatto col mondo derivano. Quando, spaventati, ci rinchiudiamo in noi stessi, ci “barrichiamo in casa” per evitare sofferenza, in realtà ci stiamo procurando un danno. Infatti, rinunciamo così anche a quelle emozioni, come la gioia, la gratitudine, i sentimenti, il piacere che il Mondo ci regala, assieme alle “tossine” di paura e rabbia. Quando situazioni di squilibrio come la depressione ci portano alla chiusura, ne paghiamo un prezzo alto: “moriamo di fame” per paura di avvelenarci. Per crescere, evolvere, non condannarci all’atrofia dell’anima, dobbiamo rischiare, esattamente come fa la tartaruga che tira fuori la testa dal carapace per nutrirsi, rischiando di essere predata.
Ma allora che fare delle emozioni negative?
Gesù, in un passaggio del Vangelo, ce lo spiega, a proposito della zizzania (Matteo 13): erba cattiva che cresce in mezzo al grano. Ma estirparla significherebbe strappare via anche il buon grano. Meglio aspettare il tempo della mietitura e poi separare ciò che ci fa bene da ciò che ci fa male. Rimaniamo “aperti” al Mondo, a tutte le opportunità che offre, le occasioni che ci concede, ma impariamo a “digerire” ed espellere le emozioni che ci danneggiano. La Medicina Cinese ci invita a non trattenere, a godere di tutto e poi lasciare andare. L’agopuntura e le erbe ci aiutano in questo. Ma, prima di tutto, possiamo imparare delle tecniche che ci aiutino a gestire le emozioni. La principale è la respirazione. Diventarne consapevoli, per prima cosa. Rendersi conto di quando il respiro è bloccato. E poi qualche semplice esercizio di espirazione, “buttare fuori”. La medicina occidentale ci è utile, con le tecniche di respiro buteyco, ad esempio. Ma lo yoga ha una tradizione millenaria, in ciò: il pranayama insegna tecniche per controllare il respiro. E controllare il respiro equivale a controllare la mente, ci dicono le scritture indiane (Haṭhayoga Pradīpikā - XV secolo). E controllare la mente significa evitare che si crogioli a lungo sulle situazioni della quotidiana esistenza ed impari a “lasciare andare”, invece di generare quell’ansia che noi tutti conosciamo bene e che ci auto-avvelena.
RESPIRARE COME?
BUTTARE FUORI........
Se emozioni come la rabbia e la frustrazione ci attraversano brutalmente, come dopo uno scontro con un'altra persona, è faticoso provare a quietare la mente.
Può essere utile prima di tutto provare a "buttare fuori" in maniera irruenta ciò che ci disturba dentro.
- Ad es davanti allo specchio urlare a squarciagola, un ahhhhaaaaaaa liberatorio, qualche secondo, ripetuto, fissando il proprio volto che si "svuota" nell'urlo. E' bene tenere a concentrazione sulla gola, per evitare di farsi male alle code vocali.
- Dallo yoga si può mutuare Kapalabhati che significa “cranio lucido”:
seduti con la schiena dritta , a gambe incrociate ed occhi chiusi, per terra, appoggiare i palmi delle mani sulle cosce (si può fare anche seduti su una sedia, schiena dritta e gambe parallele). Espirare con un colpo secco dal naso, svuotando l'addome (l'ombelico rientra in dentro). Un colpo solo, secco. Non occuparsi dell'inspirazione che sarà più lenta ed automatica: l'addome si riempie da solo. Ogni 5-6 secondi ripetere l'espirazione forzata, visualizzando un nuvola grigia di rabbia, ansia, frustrazione che fuoriesce dalle narici ( non utilizzare la bocca). Non respirare normalmente tra un colpo e l'altro (i colpi di espirazione devono essere in sequenza non interrotta da respiri normali). La frequenza dei colpi non deve essere accelerata (un colpo ogni 5-6 secondi), per evitare capogiri (nel caso fermarsi a respirare normalmente). Ripetere due o tre serie da 15-20 colpi l'una, intervallando ogni serie con uno -due minuti di respiro regolare.
Kapalabhati rende la mente leggera.
......PRIMA DI "FARE PACE" DENTRO
Metodi semplici per ridurre i sintomi dello stress
di Roy Eugene Davis (tratto da Furio Sclano www.kriyayoga.it)
E’ normale avere sintomi moderati di stress, quando si affrontano situazioni che richiedono decisioni immediate da prendere o azioni efficaci repentine da compiere. Lo stress eccessivo indebolisce il sistema immunitario del corpo, esaurisce le energie, può interferire con l’agitazione emotiva e con il pensiero razionale.
Quando sei teso, preoccupato o eccessivamente stressato, fai così:
1) Siediti con la schiena diritta in una posizione confortevole.
2) Inala ed esala profondamente tre o quattro volte. Senti il tuo diaframma (la parte al fondo della gabbia toracica) che si espande con l’inalazione, piuttosto di gonfiare il petto in modo eccessivo quando respiri.
3) Conta successivamente fino a 7 mentre inali. Fai una pausa (rimanendo in apnea) contando fino a 4 e conta fino a 7 mentre esali. Fermati ancora (sempre in apnea) contando fino a 4 e ricomincia. Ripeti questa procedura 8 o 10 volte.
Il tuo corpo si rilasserà e mente ed emozioni si calmeranno. Sarai più consapevole del momento presente, penserai in modo razionale e sarai in grado di vedere eventi e circostanze in modo obiettivo.
Sperimenta anche questo pranayama (respiro che permette alle forze vitali nel corpo di circolare in modo libero):
1) Siediti con la schiena diritta in una posizione confortevole.
2) Inala ed esala con profondità 3 o 4 volte, sentendo il diaframma che si contrae ed espande.
3) Con un pollice o un altro dito chiudi la narice destra. Inala tranquillamente attraverso la narice sinistra. Fermati un attimo. Chiudi la narice sinistra ed esala attraverso la destra.
4) Inala a questo punto attraverso la narice destra (chiudendo la sinistra), fermati un attimo ed esala attraverso la sinistra (tenendo chiusa la destra). Ripeti questa procedura da 7 a 10 volte.
Questa pratica riduce lo stress, calma mente ed emozioni e fa in modo che l’interazione tra gli emisferi sinistro e destro del cervello sia ordinata. Permette inoltre al processo dei pensieri di essere logico e creativo a livello di immaginazione.
Medita per rilassare il corpo, calmare la mente, ridurre lo stress e per lasciare che la tua consapevolezza si chiarisca:
1) Siediti con la schiena diritta. Inala ed esala 3 o 4 volte, dopodiché rilassati.
2) Con attenzione e consapevolezza dirette nella parte frontale del cervello, recita mentalmente una parola o una frase (ndr. usa una parola o una fase breve, sempre di significato positivo; ad es non dire " non voglio essere chiuso alla vita", ma ripeti invece " accolgo completamente e profondamente"), fino a quando la tua attenzione non sarà focalizzata Se preferisci, osserva semplicemente il respiro fluire lungo la colonna vertebrale, fino a quando lo stesso non sarà lento e sottile. Quando un pensiero arriva, accompagnalo con gratitudine all'uscita e torna al respiro.
3) Lascia che il mantra si dissolva. Rimani seduto nel calmo stato successivo alla meditazione per alcuni minuti. Pratica da 15 a 20 minuti per avere il tempo di rilassarti profondamente e per godere di un periodo di silenzio senza pensieri.
Evita sforzi estremi quando mediti. Sii vigile e attento. Puoi utilizzare questa routine una o due volte al giorno o in qualsiasi momento, quando vuoi ridurre i sintomi dello stress.
Un processo per arrivare alla centratura e una tecnica estremamente utile in corso di stress: MAKARASANA IL COCCODRILLO enfatizza il respiro diaframmatico, in grado di attivare il sistema parasimpatico e favorire il rilassamento, richiamando la mente dal suo consueto vagare
E OLTRE....
Tecniche di Pranayama più avanzato prevedono il rallentamento ulteriore del respiro.
Il Dr Jamuna Mishra spiega che il respiro corre principalmente lungo due canali lungo la colonna vertebrale: Pindala, l'energia solare che è collegata alla narice destra e Ida, l'energia femminile che è collegata alla narice sinistra.
La tecnica è descritta a scopo puramente informativo: è assolutamente sconsigliabile eseguirla al di fuori di un tutoraggio esperto, in quanto in grado di lavorare profondamente sull'inconscio con risultati spiacevoli.
La tecnica, consiste nell'inspirare da una narice per 8 secondi; trattenere il fiato per 32 secondi; espirare lentamente in 16 secondi. Un'ulteriore fase di pausa a fine espirazione è riservata a livelli ulteriori, perchè in questa fase di "vuoto" l'attività degli organi si riduce molto. Io stesso ho potuto constatare come il Dr Mishra possa rallentare la frequenza cardiaca in maniera impressionante.
Ovviamente all'inizio i tempi possono essere ridotti (ad esempio 4 secondi in inspirazione, 16 sec in pausa e 8 secondi in espirazione).
Al ciclo successivo si utilizzerà la narice opposta, alternando destra e sinistra, tranne che in condizioni particolari. In un'estate torrida, la narice sinistra è preferibile.
Questa attività, secondo il Dr jamuna Mishra, medico ayurveda, brahmino e maestro di yoga, è così benefica che già due cicli al giorno prevengono malattie cardiache e vascolari.
Tecniche di Pranayama più avanzato prevedono il rallentamento ulteriore del respiro.
Il Dr Jamuna Mishra spiega che il respiro corre principalmente lungo due canali lungo la colonna vertebrale: Pindala, l'energia solare che è collegata alla narice destra e Ida, l'energia femminile che è collegata alla narice sinistra.
La tecnica è descritta a scopo puramente informativo: è assolutamente sconsigliabile eseguirla al di fuori di un tutoraggio esperto, in quanto in grado di lavorare profondamente sull'inconscio con risultati spiacevoli.
La tecnica, consiste nell'inspirare da una narice per 8 secondi; trattenere il fiato per 32 secondi; espirare lentamente in 16 secondi. Un'ulteriore fase di pausa a fine espirazione è riservata a livelli ulteriori, perchè in questa fase di "vuoto" l'attività degli organi si riduce molto. Io stesso ho potuto constatare come il Dr Mishra possa rallentare la frequenza cardiaca in maniera impressionante.
Ovviamente all'inizio i tempi possono essere ridotti (ad esempio 4 secondi in inspirazione, 16 sec in pausa e 8 secondi in espirazione).
Al ciclo successivo si utilizzerà la narice opposta, alternando destra e sinistra, tranne che in condizioni particolari. In un'estate torrida, la narice sinistra è preferibile.
Questa attività, secondo il Dr jamuna Mishra, medico ayurveda, brahmino e maestro di yoga, è così benefica che già due cicli al giorno prevengono malattie cardiache e vascolari.
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