Appare ormai evidente che la plastica non è un materiale inerte come si considerava. Le particelle microscopiche di plastica si accumulano nel sangue e nei tessuti.
Uno studio pubblicato recentemente ha evidenziato come ” un litro di acqua in bottiglia contiene quasi un quarto di milione di pezzi di microplastiche e nanoplastiche minuscole e invisibili“ https://it.euronews.com/green/2024/01/09/ecco-quanta-plastica-si-ingerisce-bevendo-acqua-in-bottiglia Non è ancora del tutto chiaro se e quanto questo sia tossico per l’uomo. E’ invece molto probabile cosa risponderebbe chiunque di noi cui venisse chiesto se preferirebbe vivere con o senza plastica incorporata. Una volta in medicina valeva il principio di precauzione: nell’incertezza, cautela. Intanto usare il vetro invece che la plastica aiuta a ridurre la nostra parte nell’inquinamento ambientale: in bottiglie e contenitori. Probabilmente meglio le lattine che l’involucro di plastica. Quasi certamente meglio un filtro al rubinetto che l’acqua in bottiglia. Il buonsenso è ancora uno strumento potente, in mano a chi osa usarlo.
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In uno dei miei film di fantascienza preferiti, “Arrival”, la protagonista ha il dono di viaggiare nel tempo. Sa che la aspetterà un futuro veramente difficile. Ma sapere è solo un passaggio. Louise trova pace quando, invece che continuare a cercare il sentiero e la meta, abbraccia ogni passo.
La Pace è ogni passo, ci ricorda Thich Nhat Hanh. E ogni pratica Yoga è creata per insegnarci a cogliere la magia del dono di ogni istante. Così come la preghiera del Cuore cristiana. O quella Sufi. La Scienza, termine quanto mai abusato in questi ultimi anni, incontra sempre la Spiritualità. Grandi fisici come Einstein e Capra lo hanno affermato. Altrimenti la Scienza perde Umanità e diventa tecnica. Altrimenti la Spiritualità si schiera contro la mente e diventa dogma. Ricordare è il motivo del risuonare dei gong nei templi e delle campane a festa. Ricordare chi non sono e quindi chi sono, dà scopo e direzione all’esistenza. L’alternativa è la narrazione mentale, che scivola verso la patologia dell’angoscia esistenziale. La mente che si identifica con ciò che le accade, dividendo inesorabilmente l'umanità in fortunati e sfortunati, bravi e cattivi, giusti e malvagi. Chi sono? L’unica vera domanda, di cui è pregna il raccontarsi dell'Umanità, nel suo declinare filosofico, artistico, letterario, culturale e naturalmente spirituale. “Conosci te stesso” era scritto a Delfi, nella dimora dell’oracolo. Absolem è il maieutico millepiedi di Alice in Wonderland. A lui, la protagonista mai di taglia adeguata, chiede e richiede se fosse lei la Alice “giusta”. E Absolem naturalmente ogni volta risponde: oggi un pò di più. Diventare chi siamo, è la Strada senza rotta e senza meta della Consapevolezza. Fino allo svanire di ogni pronome personale. Di ogni domanda. Un altro anno per ricordare.... |
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January 2025
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