"La fibromialgia è una forma di reumatismo extra-articolare, caratterizzata da dolore diffuso per almeno tre mesi in sedi corporee simmetriche. Il dolore viene descritto come bruciore, rigidità, contrattura, tensione. Spesso varia in relazione ai momenti della giornata, ai livelli di attività, alle condizioni atmosferiche, ai ritmi del sonno e allo stress. La fibromialgia colpisce prevalentemente il sesso femminile.
I punti principalmente coinvolti sono denominati “tender points”, e possono essere anche latenti: in questi casi, il dolore viene percepito solo quando sul punto viene esercitata una pressione. La diagnosi si basa sull’individuazione di almeno 11 su 18 di questi “punti sensibili”. La maggior parte dei pazienti lamenta anche astenia, disturbi del sonno e disturbi cognitivi, quali difficoltà a concentrarsi sul lavoro o nello studio. Inoltre, possono associarsi ansia e depressione. Ad oggi, le cause della fibromialgia sono ignote. Si ipotizzano fattori genetici, infettivi, ormonali, aumento della sensibilità cerebrale agli stimoli dolorosi, traumi fisici e psicologici, tanto che la patologia è stata a lungo considerata una sindrome psichiatrica. Misconosciuta nella sua frequenza fino a tempi recenti, si calcola che in Italia ne sia affetto tra il 2.2% ed il 3.7% della popolazione generale, il 5,5% della componente femminile. L’approccio terapeutico si basa innanzitutto su un’esaustiva informazione del paziente, sull’educazione alla sua condizione e su trattamenti non farmacologici, a partire dall’attività fisica. Solo nel caso che questi approcci risultino insufficienti, è prevista l’integrazione con un trattamento farmacologico. L’OMS riconosce da tempo i possibili benefici dell’agopuntura nella fibromialgia, come confermato da una metanalisi Cochrane del 2013. (1) È inoltre interessante notare che per il trattamento della fibromialgia l’agopuntura viene inserita nelle raccomandazioni EULAR (European League Against Rheumatism) con una “debole” indicazione a suo favore. A tale proposito vale però la pena specificare che l’unica indicazione terapeutica, incluse quelle farmacologiche, che abbia ottenuto un’indicazione a favore “forte” è stata l’esercizio fisico. (2) Una ricerca in PubMed riferita agli studi clinici condotti tra il 1988 ed il 2022 repertoria 37 lavori, con una maggioranza che attesta l’efficacia dell’agopuntura, come quelli condotti presso la Mayo Clinic (3) o l’Istituto di Ortopedia e Traumatologia dell’Università di San Paolo del Brasile (4). Un recente studio controllato e randomizzato pone l’accento sul fatto che i protocolli di agopuntura solitamente utilizzano punti fissi, senza differenziare i pazienti in base a una diagnosi effettuata seguendo i criteri della Medicina Tradizionale Cinese. Secondo gli autori questo potrebbe spiegare la variabilità dei risultati ottenuti. In questo lavoro sono state pertanto arruolate 30 donne: 14 sono state sottoposte a terapia educazionale di gruppo e 16 a sedute bisettimanali di agopuntura, con una scelta dei punti basata sull’individuazione di una sindrome di Medicina Tradizionale Cinese. Entrambi i trattamenti hanno avuto una durata di 10 settimane. Il gruppo trattato con agopuntura ha mostrato, rispetto a quello trattato con terapia educazionale, un significativo miglioramento per quanto riguarda l’impatto globale dei sintomi, il dolore e l’affaticamento, sia al termine del trattamento, sia al follow-up a quattro settimane. (5) Questi dati sembrano quindi confermare l’efficacia dell’agopuntura in questa patologia, nonché la necessità di personalizzare la terapia per ogni paziente in base alla specifica sindrome della Medicina Tradizionale Cinese". a cura di Edi Prandi https://www.sowen.it/centro-medico/2023/04/07/fibromialgia-e-agopuntura/
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Più alimenti vegetali e meno animali nella nostra dieta. Fa bene alla salute.
"La ricerca suggerisce che le persone che seguono diete vegetariane (in genere) mangiano cibi più ricchi di nutrienti, come frutta, verdura, legumi e cereali integrali, rispetto ai non vegetariani che seguono una dieta di tipo occidentale a base di alimenti industriali e raffinati. Diversi studi osservano che i vegetariani possono avere un rischio ridotto del 30-40% di malattie cardiache, rispetto ai non vegetariani che seguono diete a base di prodotti industriali e raffinati. Inoltre, se abbinate all’attività fisica regolare e pratiche di gestione dello stress, le diete vegetariane hanno dimostrato di abbassare la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo, oltre a invertire l’accumulo di placca all’interno dei vasi sanguigni. Una recente revisione di 14 studi ha rilevato che la dieta vegetariana è inversamente associata alla probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2, rispetto alle diete standard di tipo occidentale a base di prodotti raffinati e industriali. Le persone già con una condizione di diabete possono migliorare la sensibilità insulinica aderendo ad una dieta di tipo vegetariano, secondo altri studi scientifici. " fonte L'Indipendente 15/2/2023 Quale vegetariano? Occorre utilizzare verdure e frutta di qualità, non troppo ricca di zuccheri, per assicurare fibre, vitamine esali minerali. Utilizzare i legumi come preziosa fonte di proteine. Se la dieta contempla almeno le uova, non sono necessari grossi accorgimenti come supplementazione. Se la dieta non contempla i derivati del latte l'integrazione con vitamina D è spesso necessaria. Spesso l'apporto di vitamina B12 non sarà comunque sufficiente (ma non lo è frequentemente neppure per chi assume carne e pesce) per cui va integrata. Non introducendo pesce (però neanche i metalli pesanti che lo inquinano!), è bene implementare con grassi omega 3 (supportare con noci e olio di lino). E attenzione comunque al "junk food vegetariano", bevande zuccherate, cereali zuccherati, merendine e biscotti per la colazione. .Gli alimenti ultra processati aumentano il rischio di insorgenza dei tumori e il tasso di mortalità correlata, in particolare per quanto riguarda ovaio, mammella e cervello.
Si tratta di cibi industriali molto lavorati e raffinati, relativamente economici, altamente appetibili e pronti da mangiare: gli zuccheri delle merendine o delle mitiche bevande gassate, i panini degli hamburger industriali, le pizze e le salse di pomodoro da poco. Lo studio è impressionante. Oltre 500 mila partecipanti del Regno Unito (di età compresa tra 40 e 69 anni) che sono stati monitorati nelle loro abitudini alimentari tra il 2009 e il 2012 in maniera molto specifica, e poi seguiti comunque fino al 31 gennaio 2021 per registrare l’andamento del loro stato di salute https://doi.org/10.1016/j.eclinm.2023.101840 I ricercatori dello studio mettono nero su bianco che il cancro è responsabile di un decesso su 6 a livello globale e ha superato le malattie cardiovascolari come principale causa di mortalità prematura in molti paesi ad alto reddito. Tuttavia, sostengono che almeno il 50% dei casi di cancro potrebbe essere potenzialmente prevenibile e una dieta non sana è un fattore di rischio chiave modificabile. Sebbene un nesso di causalità netto e incontrovertibile non possa essere dichiarato, a causa della natura osservazionale dello studio e degli studi di questo tipo in generale, questi risultati evidenziano comunque l’importanza di considerare i gradi di trasformazione degli alimenti nelle diete e suggeriscono che sarebbe sempre opportuno, a scopo precauzionale, non seguire diete e regimi alimentari basati in larga parte sul consumo di cibi industriali molto lavorati. Cibi naturali o poco lavorati quindi, in prevalenza. Tratto da L'indipendente on line, 3 aprile 2023 |
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