![]() 'Come andrà a finire? Lo diranno le prossime settimane. Al momento si può dire che l epidemia somiglia molto di più all' influenza che non alla peste, visto le basse percentuali di mortalità. Come per l epidemia influenzale (che invece miete centinaia di migliaia di vittime all anno, praticamente nell' indifferenza generale), il livello di contagiosita ` è elevato, ma a morire, ahimè, sono i più fragili. Ci sarà un picco e poi i casi andranno a diminuire (come sta succedendo in Cina). In Italia lo standard del sistema sanitario è elevato. Si tratta di non intasarlo con inutili accessi al pronto soccorso o visite mediche. Febbre, raffreddore, mal di gola e tosse non sono certo sintomi tipici del coronavirus. Diventano preoccupanti solo se la febbre dura molti giorni ed impedisce di bere. A pagare il tributo più pesante saranno ancora una volta i paesi del mondo povero, in realtà. In prevenzione è bene mantenere norme igieniche elementari (lavarsi bene le mani, starnutire e tossire non in faccia al prossimo; starsene a casa, se malati). Mangiare in maniera sana, ora più che mai. Verdure fresche e frutta. Attività fisica regolare ed esercizi di respirazione. L astragalo è un fitoterapico che rinforza le difese immunitarie, così come lo zenzero, se vogliamo usare la medicina cinese; l' echinacea ed il ribes nigrum per la fitoterapia nostrana. Di seguito, tre punti di Agopuntura che possono essere usati, anche col massaggio, per stimolare il sistema immunitario. L Omeopatia è stata usata con successo nelle epidemie in passato : Il ministero della salute indiano raccomanda arsenicum album, gli omeopati cinesi stanno usando gelsemium sempervirens, in prevenzione. CH 30. Tre granuli da una a tre volte al dì. A preoccuparsi realmente saranno i bambini piccoli e le persone malate. Soprattutto se vivono in paesi dell Africa od in Asia. Per loro, davvero, l Omeopatia, che costa molto poco, può essere una chance.
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Cosa conosciamo a livello scientifico dell'effetto che il cibo ha sul nostro stato di salute?
il Dr Aden e collaboratori hanno effettuato una revisione della letteratura, pubblicata sulla rivista scientifica European Neuropsychopharmacology (Volume 29, Issue 12, December 2019) Ci sono forti evidenze che una dieta chetogenica (pochi carboidrati, tanti grassi) riduca le frequenza degli attacchi epilettici nei bambini. E' anche stato confermato che la dieta mediterranea riduca i sintomi di ansia e depressione, mentre una dieta povera di frutta e verdura li peggiori. Così come un deficit di vitamina B12 possa causare stanchezza, depressione e problemi di memoria. Anche altre vitamine (B1/B3) e l'acido folico sono di aiuto al sistema nervoso. Non è ancora chiaro se la vitamina D possa aiutare nell'autismo e nella sindrome da iperattività/deficit dell'attenzione del bambino, mentre una dieta ricca di vegetali e povera di zuccheri raffinati (merendine, bibite) sarebbe di beneficio. Le diete ricche di anti-ossidanti naturali (polifenoli nei vegetali crudi, nell'olio di oliva) e di grassi polinsaturi (noci, olio di lino o di sesamo) conservano "giovane" il nostro cervello. Così come nutrirsi regolarmente con funghi (lo shiitake ed il banale champignon - attenzione alla qualità!-) proteggerebbe contro la demenza. Siamo ciò che mangiamo, disse Feurbach. Forse, addirittura, pensiamo ciò che mangiamo... Dio parla a ciascuno solamente prima ch’egli sia creato,
poi va con lui silente nella notte. Ma le parole, quelle prima dell’inizio di ciascuno, le parole, come nubi, sono queste: Sospinto dal tuo intendere, va’ fino al limite del tuo anelare; dai a me una veste. Dietro alle cose come incendio, fatti grande, sicché le loro ombre, diffuse, coprano sempre me completamente. Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore. Si deve sempre andare: nessun sentire è mai troppo lontano. Non lasciare che da me tu sia diviso. Vicina è la terra, che vita è chiamata. La riconoscerai dalla sua solennità. A me da’ la tua mano. Prendo spunto da una poesia che mi hanno passato oggi, per parlare di quel nodo allo stomaco, quel senso di tensione che si fa più forte la domenica pomeriggio, od alla sera. Quando non siamo più identificati con ciò che facciamo ed abbiamo ahimè il tempo di pensare e di sentire il vuoto. Un sorta di anticipo di depressione, forse. o di disturbo d'ansia. Ed allora proviamo a riempirlo con qualunque cosa, il buco. Cibo, TV, whatsup, facebook...e poi, quando il buco diventa voragine, ansiolitici ed antidepressivi E se lo provassimo a guardare, quel buco? Forse non si tratta di un problema. Sicuramente riguarda me, il mio vicino, il mio amico ed il mio nemico. Forse non è una crepa, ma una Porta. Qualcosa (Q maiuscola) ci cerca, forse. Qualcuno bussa alla porta. Ci richiama a Quello di più grande che ci portiamo Dentro. Nascosto. Così bene che lo scambiamo per altro. Abbandono, Giudizio, Disperazione. Un Maestro dice che quel nodo, quella tensione, quel fastidio è Benedetto. E' la Grazia che ci cerca per riportarci a casa. Non si spiega a parole. Rilke nella poesia quasi ci riesce. Ma è nel Silenzio delle domeniche pomeriggio, ad occhi chiusi, che possiamo Sentire. Sentire come sia tutto a posto. Semplicemente non avevamo capito bene. Semplicemente siamo Bene. "La parte frustrante della vita è questo continuo balletto tra le aspettative e le delusioni. La distanza più grande a questo mondo è tra dove sei e dove pensi che dovresti essere". Così dice un colta signora sulla cinquantina, etichettata dal suo psichiatra come "depressa bipolare", nel film "L'unico ragazzo vivente a New York".
Ed ha perfettamente ragione. Ed, avendo ragione, si condanna all'infelicità perenne. E' la depressione una malattia? O un "realistico" approccio alla quotidiana esistenza? Come dovrebbe essere la nostra esistenza? Come dovrebbero essere i nostri figli, i nostri mariti, i nostri lavori, i nostri amici? Bene, di una cosa possiamo essere sicuri: come dovrebbero essere, non lo saranno mai. A questo punto possiamo intestardirci come mosche contro il vetro a tentare di cambiare i nostri figli, i nostri mariti, i nostri lavori, i nostri amici oppure rilassarci. E provare a cambiare l'unica cosa che può essere cambiata: il nostro punto di vista. Non è complicato, è solo molto molto difficile. Richiede un impegno quotidiano. Perchè cambiare un paradigma che abbiamo sostenuto per molti anni probabilmente richiede un pò di anni. Ma da subito, da subito, almeno per brevi istanti, possiamo assaporare Qualcosa. Qualcosa che ci allunga il respiro. Che ci rilassa i muscoli. Che ci fa abbozzare un sorriso. Sentire come un profumo, di libertà. Cioè chiudendo con una citazione di un grande film come Fight Club: "Perdere fino all'ultima aspettativa davvero ci rende liberi" |
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January 2025
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