Lo è sicuramente nel senso di ridurre il "Bene Essere" personale, e anche pesantemente purtroppo. Non lo è se consideriamo che alcuni dei sintomi (mancanza di appetito, insonnia o eccessiva voglia di dormire, agitazione o voglia di non fare nulla, stanchezza), li sperimentiamo troppo spesso nella nostra vita quotidiana, per considerarli malattia.
Il problema sorge quando l'entità e la frequenza dei sintomi è eccessiva e disturbante, e soprattutto quando non c'è una causa apparente. Il test PHQ-9 in allegato può aiutare nella diagnosi. Si comincia a parlare di depressione se il punteggio è....ma è meglio se chi crede faccia l'auto-test, per evitare di suggestionarsi. I valori "normali" del test si trovano facilmente nel web. Sia la medicina tradizionale che l'omeopatia, affiancati ad un necessario lavoro su sè stessi, possono essere una valida alternativa all'utilizzo dei farmaci tradizionale, evitando la frequente insorgenza di effetti collaterali, soprattutto l'aumento di peso, causati degli inibitori del reuptake della serotonina, i farmaci più comunemente usati.
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La dieta vegetariana è stata sdoganata anche dalla medicina ufficiale.
La Societa’ Americana di Dietologia ha dichiarato che può essere seguita con beneficio in ogni stadio della vita, dall’ infanzia alla vecchiaia, dalla donna che allatta allo sportivo professionista. L’organismo ne trae tale beneficio che le probabilità di malattia cardiaca sono ben più basse. A proposito del valore della dieta “senza carne”, riporto un articolo su Vitamina B12 e dieta vegetariana, pubblicato sulla rivista scientifica Nutrients del 2016, ad opera di medici di varie Università siciliane. I vegetariani possono potenzialmente avere deficit di ferro, zinco, vitamina D, ma in realtà è il deficit di VitB12 ad essere un possibile serio problema. Anemia, infiammazione della lingua, disturbi neurologici, dai banali formicolii alla paralisi, sono le possibili conseguenze. Prima di tutto, anche chi mangia carne ha comunque lo stesso problema, perché spesso è proprio l’assorbimento a livello gastrico ad essere deficitario: l’età avanzata e l’uso di farmaci che bloccano l’acidità dello stomaco, di cui ormai si fa ampio uso, ne sono spesso responsabili. Questa vitamina è ancora abbastanza misteriosa. E’ necessaria alla buona salute del sangue e del sistema nervoso, ma potrebbe servire anche, come anti ossidante, a detossificare l’organismo. Non esiste sicurezza su quanto dovrebbe esserne assunta normalmente, comunque quantità vicine al milionesimo di grammo, per cui i segni di un deficit si possono manifestare anche dopo molti anni. Neanche il dosaggio del sangue è sicuramente significativo di deficit. Al momento, la posizione della medicina ufficiale è che chi segue una dieta vegetariana, anche se assume latte e uova, dovrebbe avere un integrazione di vitB12, in piccole dosi ogni giorno, oppure in una dose settimanale più elevata. I multivitaminici non sono consigliati, per problemi di interazioni che potrebbero bloccare l’assorbimento di vitamina B12. In realtà, anche se definitivamente studiati (e non lo saranno mai, visto lo scarso riscontro economico che se ne potrebbe avere), vengono segnalati alcuni cibi che potrebbero, se assunti regolarmente, aiutare ad affrontare la questione in maniera naturale. La vitamina B12 non è contenuta nella carne, semmai è prodotta dai batteri che la colonizzano. Per cui alcuni prodotti vegetali “fermentati” da batteri potrebbero esserne fonte adeguata. Esistono studi (anche se non definitivi) che comprovano la presenza della vitamina in buone quantità nei seguenti cibi: -Alcuni funghi ( lo Shiitake, il Pleurotus siciliano, il Cratarellus Cornucupoides o Trombetta dei Morti) -Alcune alghe (Nori, Chlorella, Klamath, Spirulina) -Alcuni cibi fermentati (Sauerkraut -crauti in aceto-, mitteleuropeo; il tempeh, dalla soia) In sintesi, per i vegetariani e più ancora per i vegani, è bene essere in contatto col proprio corpo, per notare segni precoci di “qualcosa che non va” ed eseguire, come anche i mangiatori di carne, controlli annuali degli esami del sangue, emocromo con sideremia, ferritina, calcemia, dosaggio della vitamina D, della B12 e dell’omocisteina. Lo è a tal punto che può essere utilizzata in gravidanza. Di più: Lo è a tal punto che può essere utilizzata in gravidanze di donne con malattie renali, quindi ancora più “fragili”.
Questo studio “scientifico” (nel senso occidentale del termine: condotto da “scientifici” nefrologi ospedalieri italiani e pubblicato su una rivista medica “scientifica”) racconta l’esperienza con 36 gravidanze “ a dieta” rispetto a 47 gravidanze “non a dieta”, seguite nell’arco di 15 anni, a Torino. La dieta, vegana in partenza, concedeva l’uso saltuario di latte e yogurt, la possibilità di 1-3 pasti non vegani ogni settimana ed un supporto proteico extra, non perché la dieta vegana non permetta un apporto completo di proteine, ma perché le pazienti non erano vegane “per scelta” ed i legumi non erano necessariamente graditi. I supplementi di ferro e vitamine venivano aggiunti in quanto vivamente raccomandati in gravidanza, vegana o meno. I risultati dimostrano come i neonati da mamme “a dieta” non solo non avessero più problemi degli altri, ma anzi pesassero di più alla nascita e nascessero più vicini al termine (indici, questi, di ”buona salute”, cioè di bambini che cresceranno sani). E’ da sottolineare come si trattasse di pazienti con malattia renale, a volte diabetiche o affette da malattie auto-immuni o trapiantate di rene, in cui la gravidanza rappresenta già una sfida. Una dieta almeno senza carne e pesce, al di là delle scelte etiche, è assolutamente proponibile per chiunque, purchè si rispettino alcune regole di base e (come nel caso di donne in età fertile, ma vale anche per le “mangiatrici di carne”) si effettuino controlli almeno annuali per eventuali carenze di ferro o vitamine. "Esiste una relazione diretta tra le proprie abitudini alimentari e la salute. Cibi freschi e naturali, combinati in modo appropriato e nelle giuste quantità, donano i nutrienti essenziali: carboidrati complessi, proteine, grassi, zuccheri, vitamine, minerali ed enzimi.
La dieta ideale per il corpo umano è composta da granaglie, vegetali, legumi e frutta. La carne si può evitare. Si può consumare il latte in modo moderato - se lo si digerisce bene - e, di tanto in tanto, si possono mangiare delle uova. In ogni caso, i prodotti animali non sono necessari per una dieta umana salutare. Il liquido migliore da consumare è l'acqua pura. I cibi freschi sono preferibili a quelli inscatolati, lavorati o confezionati. I vegetali o i frutti congelati si possono consumare ogni tanto, ma bisogna controllare sempre l'etichetta per assicurarsi che non ci siano zucchero, sale, o additivi non necessari. Si dovrebbe mangiare solamente quando si ha fame e in modo moderato per soddisfare l'appetito. L'ayurveda raccomanda una dieta in grado di adattarsi ai bisogni fisici e psicologici dell'individuo, suggerendo che tutti i sei sapori vengano inclusi in un pasto: dolce, salato, acido, piccante, astringente e amaro. [ questo significa variare i cibi, cosa estremamente importante per limitare lo sviluppo di intolleranze alimentari; inoltre, secondo la medicina Ayurvedica, come per quella Cinese, i sapori dei cibi agiscono sui Principi Primari di cui siamo fatti noi stessi, come l'Acqua, il Fuoco, l'Aria, e quindi ci aiutano a rimanere in equilibrio con la Natura] Le persone che si impegnano nell'analisi introspettiva, nella trasformazione psicologica e nelle pratiche di meditazione del Kriya Yoga devono nutrire il corpo nel miglior modo possibile. Devono essere riposate, vitali e il più in salute possibile per avere energia abbondante e capacità acute di discernimento. Il corpo richiede nutrimento per il suo mantenimento e la sua rigenerazione. Un eccesso di cibo appesantisce i sistemi del corpo, poiché ciò che non può essere utilizzato dal corpo deve essere mantenuto come tessuto grasso o eliminato come materiale di scarto. Se l'eliminazione non è completa, possono esserci delle condizioni di tossicità. Gestire il cibo in eccesso diminuisce inoltre forze vitali che potrebbero essere utilizzate costruttivamente per altri scopi. Il cibo fresco dona la radianza dell'energia pura che può rivitalizzare i sistemi fisici e i processi mentali. Le piante trasformano l'energia del sole e agiscono in qualità di veicoli per portarla ad ognuno di noi. I cibi nutrienti e concentrati sono utili per chi pratica lo yoga. A titolo di esempio consideriamo i datteri e i semi di sesamo. È sufficiente mangiarne una quantità minima. Quattro datteri e un cucchiaino da tè di semi di sesamo macinati normalmente sono sufficienti. Un altro prodotto utile da mangiare la mattina presto è una specie di marmellata chiamata Chavanprash* che si può trovare nei negozi di cibo indiano. I suoi ingredienti includono il frutto di Amla che ha molta vitamina C e parecchie altre erbe che sono coltivate nelle zone dell'Himalaya. Nel sistema di benessere ayurvedico si pensa che questo prodotto abbia una funzione rinforzante e di ringiovanimento sul corpo. (* è estremamente calorico e dolciastro, pertanto non è indicato per chi è in sovrappeso o soffre di diabete. In India viene usato come ricostituente) [è utile nelle malattie croniche, specialmente nell'anziano con deficit cognitivi, tipo perdita della memoria, rallentamento psichico; in India, viene utilizzato anche come coadiuvante nelle infezioni respiratorie]." Tratto dalle pubblicazioni di Furio Sclano. In [ ] i miei commenti. |
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