§La Pace è solo qui e adesso. Se dici " Quando questo sarà a posto, allora potrò finalmente vivere in pace" non è vero e lo sai. "Questo" cosa?
La laurea, il lavoro, il mutuo, gli impegni? Pensando così non ci sarà mai pace: c'è sempre un altro "questo" che viene dopo "questo". Se non sei in pace in questo preciso momento non lo sarai mai. Se vuoi davvero essere in pace, devi esserlo in questo preciso momento. Altrimenti ti culli nell'illusione di avere pace, domani§ E Domani non ci appartiene. Queste sono le parole di Thich Nhat Hanh,un monaco vietnamita, già candidato al Nobel per la Pace, un uomo che ha visto ingiustizie e atrocità di guerra sotto ogni bandiera, nel suo paese. Un uomo che parla di pace "adesso". Non dice "adesso, ma non in tempo di guerra ovvviamente". Non dice "adesso, ma non se sei senza soldi ovviamente". Non dice "adesso, ma non se sei malato ovviamente". E lo dice avendo attraversato guerra, indigenza, malattia. Quale Strada sta indicando, Thich Nhat Hanh? Una Strada in cui si cambia modalità. La mente non sa darci pace, ci spinge sempre a qualcosa che accadrà dopo. E poi dopo. E poi dopo. Proviamo allora ad usare un'altra luce, per illuminare la Strada. Se cambiamo la domanda che da sempre ci affligge da "perchè?" a "come?", ecco che possiamo rivolgerci al nostro respiro ed al nostro corpo ed alla nostra "immaginazione", e chiedere a loro. Chiudere gli occhi, sedere in silenzio, toglie benzina alla mente. Fine delle distrazioni da fuori. Possiamo portare l'attenzione al respiro. Quando siamo nel respiro non siamo nella mente. E la mente ben lo sa, tantè che, atterrita dall'idea di spegnersi, ci manda i pensieri. Nel respiro non c'è nulla da fare. Ed anche questo spaventa a morte la nostra mente. Nel respiro immaginiamo l'aria che entra e che esce, su e giù lungo il nostro corpo, ne sentiamo la consistenza, ne decidiamo un colore. Nel respiro, siamo respiro. E quindi non siamo più marito, moglie dipendente, libero professionista, inquilino, casalinga. Nel respiro, non c'è giudizio. Nè giusto, nè sbagliato. Nel respiro, incredibilmente la mente c'è, ma gira lenta, senza rumore, meno distratta, quasi attenta. Gira alla velocità del cuore. Ed infatti è frequente avere, in questa situazione protetta, intuizioni su ciò che veramente desideriamo invece di ciò che ci dicono di desiderare. E poi possiamo "sentire" il corpo. Portarci attenzione. Di solito il corpo è dato per scontato, una macchina idiota. Quando parla, lo mettiamo a tacere con un qualche anti: anti-dolorifici, anti-acidi, anti-spastici. Eppure il corpo ne sa più di noi. Ci avverte del disagio, prima ancora di razionalizzarlo. Una situazione che non ci piace è vissuta con contratture muscolari o crampi, ad esempio. C'è da fidarsi. Non sbaglia. Noi spesso ce ne rendiamo conto, ma fingiamo che non sia vero. Ed è l'occasione per una gastrite di trasformarsi in ulcera. Per una contrattura di trasformarsi in ernia. Il corpo ha una memoria. Ci ricorda le situazioni di disagio, anticipando sintomi. La nausea prima di andare ad un lavoro che ci disgusta, ad esempio. "Come sento il mio corpo ora?", "Dove sento chiusura o contrazione?"," Quello che sento a cosa somiglia? Che colore ha? Che forma ha?" Senza alcun giudizio. Nè giusto, nè sbagliato. E quando un pensiero, il modo che ha la mente di strapparci ad adesso, arriva non lo si condanna, non ci si arrabbia. La mente è uno strumento potente, ci ha permesso di inventare straordinarie tecnologie che ci regalano impareggiabile benessere, anche se non sarà ciò a darci la Pace. Accompagnamo il pensiero alla porta, ma con gratitudine, per ciò che rappresenta. E torniamo ad adesso. E lo stesso col prossimo pensiero. E con quello successivo. Lo yoga indù, la meditazione del buddismo o del taoismo, ma anche l'ascesi cristiana ci insegnano che "allenandosi" in tali esercizi si sviluppa una speciale "consapevolezza". In termine tecnico ora è chiamata mindfulness. E qualcosa che in qualche maniera proviamo quando siamo impeganti in un'attività che ci appassiona e ci porta fuori dai comuni pensieri, dal senso del tempo che corre. E' una sorta di "stato di grazia" , in cui non facciamo nulla, non tentiamo di modificare nulla. E allora il giudizio è sospeso e quindi la compassione può manifestarsi. Compassione per noi, per ciò che siamo e non siamo. Compassione per gli altri. Per ciò che sono e non sono. In questo nonluogo, in questo nontempo, noi "guariamo". Accadono trasformazioni sottili che sciolgono i nodi. Quelli dell'ansia, innanzitutto. Ci occupiamo di quella parte di noi che è collegata a Qualcosa di Più Grande di noi. Siamo dentro al Regno dei Cieli, per dirla in altro modo. Ritorniamo connessi, in armonia. Più sani. Come ormai testimoniano i molti lavori scientifici che hanno studiato gli effetti della mindfulness. La Pace è Qui, Ora. Il Regno di Dio è in mezzo a noi (Luca,17).
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E' Tempo per...Cose da Dire Archivi
July 2024
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