Uno studio su una rivista scientifica americana ha valutato l'aspettanza di vita in base alla cessazione del fumo negli USA, usando dati prepandemia.
Smettere di fumare fa bene ad ogni età: Chi smette di fumare tra i 65 e i 75 anni di vita ha la probabilità tra 23 -14% di vivere un anno in più. Resta il fatto (ma si sapeva) che chi fuma vive di meno: chi ha 35 anni perde mediamente 9 anni di vita; chi ne ha 45, ne perde circa 8; chi ne ha 55, perde mediamente 7 anni di vita. Tutti noi abbiamo avuto nonni molto longevi che fumavano, certo: la statistica ci dice che mediamente i nonni non fumatori lo sono di più. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- From Medscape: Quitting smoking at any age increases life expectancy, with the most significant increases observed in younger individuals. But people who quit over age 65 can extend life expectancy. TAKEAWAY:
0 Comments
L’infiammazione è uno dei meccanismi fisiologici più antichi ed efficaci del nostro organismo per rispondere a lesioni o agenti esterni (ustioni, infezioni, ecc.). La risposta infiammatoria di tipo acuto che si osserva dopo un evento lesivo è cruciale per il processo di guarigione; tuttavia per essere efficace deve essere di breve durata.
Molteplici fattori come il consumo ripetuto di alcuni alimenti (INFIAMMAZIONE DA CIBO), lo stress, l’inquinamento, il fumo di sigaretta, squilibri alimentari, infezioni virali croniche, abuso di farmaci possono innescare o mantenere un processo infiammatorio, generando una condizione infiammatoria cronica e persistente che potrebbe contribuire a diverse patologie tipiche dei nostri tempi “intossicati” (dermatiti, coliti, emicranie, asma, riniti, gonfiori, cistiti, tiroiditi, candidosi recidivanti, malattie autoimmuni). Ad oggi sono state identificate almeno tre forme di infiammazione da cibo, ben distinte tra di loro ma con effetti sinergici: A. Infiammazione legata ad un errato bilanciamento dei nutrienti ad ogni pastoNel 2011 l’Harvard School of Public Health ha definito delle semplici regole per bilanciare correttamente i nutrienti all’interno di ciascun pasto. Queste indicazioni rappresentano il primo strumento di controllo dell’infiammazione attraverso la corretta distribuzione di carboidrati, proteine e fibra nel singolo pasto (1). Vedi Immagine a piè pagina. B. Infiammazione legata ad un’assunzione individualmente eccessiva di zuccheriCome chiaramente definito anche da uno studio multicentrico condotto in Unione Europea, il 62% delle reazioni infiammatorie o allergiche di cui non si comprende la causa sono multifattoriali, e l’eccesso di carboidrati a veloce assorbimento e di zuccheri (fruttosio compreso), ne sono tra i maggiori responsabili (2,3). C. Infiammazione legata ad un’assunzione eccessiva o ripetuta dello stesso alimento o gruppo alimentareUn’assunzione eccessiva o ripetitiva dello stesso alimento, o di alimenti dello stesso gruppoAlimentare (i 5 Grandi Gruppi alimentari, composti da alimenti simili dal punto di vista della reazione infiammatoria anticorpale IgG specifica che elicitano – 4,5,6), può stimolare la produzione di specifici anticorpi (IgG alimento-specifiche, che sembrerebbero coinvolte in reazioni infiammatorie simil-allergiche -7,8- ) e il rilascio di citochine infiammatorie (come BAFF e PAF). I lavori di Fabris nel 2007 e Lied nel 2010 svelano la relazione tra BAFF e alimentazione (9,10). Alti livelli di BAFF sono a associati a molte patologie infiammatorie di origine autoimmune (11,12,13,14,15) Alcune evidenze scientifiche indicano che il PAF sia un mediatore importante delle risposte infiammatorie e allergiche legate al cibo. In letteratura una “via alternativa” dell’allergia, dove PAF gioca un ruolo cruciale, è stata descritta (16). Le evidenze scientifiche e cliniche dimostrano l’esistenza dell’infiammazione legata al cibo (17,18,19) facendo una precisa distinzione tra allergie (IgE mediate), intolleranze alimentari (ne sono conosciute solo due: malattia celiaca e intolleranza al lattosio; le altre forme possono rientrare nelle infiammazioni da cibo) e infiammazione da cibo, i cui sintomi sono legati ad una risposta infiammatoria legata ad un consumo eccessivo o ripetuto di cibo. L’abuso del termine “intolleranza alimentare” e la conseguente esclusione (anche transitoria) di specifici alimenti dalla dieta favorisce aspetti di malnutrizione, di inadeguatezza dietetica (specialmente nei giovani) e questo può portare a forti reazioni immuno-mediate (“allergiche”) in seguito alla reintroduzione degli alimenti COSA SI PU0’ FARE?Siamo lontani dall’aver capito tutto. Ad oggi, comunque, esistono degli strumenti che possono aiutarci a comprendere il grado di infiammazione del nostro organismo (dosando i livelli di BAFF – con eventuale influenza genetica- e PAF) ed i cibi che più probabilmente ne sono responsabili (dosando le IgG alimento specifiche per ciascun Grande Gruppo Alimentare: - latte/latticini e carne bovina ;- lieviti e prodotti fermentati; - Oli cotti ;– Nichel ; - Frumento e Glutine) Alcuni di questi metodi cominciano ad avere validazione scientifica [ad esempio nell’ambito dell’IBS - Sindrome del Colon Irritabile-(20)]) e possono rivelarsi strumenti semplici ed efficaci per un approccio personalizzato alla singola persona. Una ulteriore validazione di questo metodo arriva dalla pubblicazione nel 2019 su Nutrients (21) di una ricerca che ha confermato ancora una volta l’importanza delle IgG alimento-specifiche nel determinare i Grandi Gruppi Alimentari per la popolazione Europea. Sulla base di questi criteri scientifici è possibile definire suggerimenti nutrizionali personalizzati utili per controllare o ridurre la risposta infiammatoria. Una semplice rotazione alimentare rappresenta il modo corretto per ripristinare l’adeguato rapporto con tutti gli alimenti. Una volta stabilito il profilo alimentare personale, i gruppi di alimenti che sono stati consumati in eccesso dovrebbero essere controllati in alcuni giorni della settimana, promuovendo la varietà alimentare, mentre dovrebbero essere consumati in altri. Questa rotazione e variabilità permette la riduzione dell’infiammazione e, al tempo stesso, il mantenimento di una finestra di 72 ore tra le reintroduzioni permette una miglior risposta mediata dalle cellule T (22) FUNZIONA?In un campo ancora assai poco definito come quello dell’infiammazione da cibo nessuno ha risposte definitive e universali. Questo metodo, sul piano clinico, ha comunque dimostrato il rapido miglioramento dei sintomi (tre settimane) e la riduzione delle IgG alimento specifiche (ahimè non di BAFF e PAF) in trenta pazienti con IBS (colite nervosa/colon irritabile) (20) Bibliografia1. Healthy Eating Plate | The Nutrition Source | Harvard T.H. Chan School of Public Health. Available at: https://www.hsph.harvard.edu/nutritionsource/healthy-eating-plate/. 2. Anto JM et al. J Allergy Clin Immunol. 2017;139:388-99. doi:10.1016/j.jaci.2016.12.940 3. Smith PK et al. J Allergy Clin Immunol. 2017;139:429-37. doi:10.1016/j.jaci.2016.05.040 4. Piuri G et al. Nutrients. 2019;11:1096. doi:10.3390/nu11051096 5. Speciani A et al. Clin Transl Allergy. 2013;3:P67. doi:10.1186/2045-7022-3-S3-P67 6. Speciani FA et al. Clin Transl Allergy. 2015;5:P39 doi:10.1186/2045-7022-5-S3-P39 7. Finkelman FD et al. J Allergy Clin Immunol. 2016;137:1674-80. doi:10.1016/j.jaci.2016.02.015 8. Cianferoni A et al. J Allergy Clin Immunol. 2021;147:1123-31 doi: 10.1016/j.jaci.2021.02.012 9. Fabris M et al. Scand J Gastroenterol. 2007;42:1434-9. doi:10.1080/00365520701452225 10 . Lied GA et al. Aliment Pharmacol Ther. 2010;32:66-73. doi:10.1111/j.1365-2036.2010.04314.x 11. Fabris M et al. Scand J Gastroenterol. 2007;42:1434-9. doi:10.1080/00365520701452225 12. Kang S et al. J Immunol. 2016;196:196-206. doi:10.4049/jimmunol.1402527 13. Moisini I et al. Clin. Exp. Immunol. 2009;158:155-63. doi: 10.1111/j.1365-2249.2009.04007.x. 14. Wei, F. et al. Int. Immunopharmacol.2016;31:1-8 doi:10.1016/j.intimp.2015.12.007 15Steri M et al. N Engl J Med. 2017;376:1615-26. doi:10.1056/NEJMoa1610528 16. Finkelman FD et al. J Allergy Clin Immunol. 2007;120:506-15. doi:10.1016/j.jaci.2007.07.033 17. Paudel YN et al. Cells 2020; 9:383. doi:10.3390/cells9020383 18. Cropano C et al. Diabetes Care.2017;40:1082-9. doi: 19. Zeggini E et al. Nat Genet. 2008;40:638-45.doi:10.1038/ng.120 20. Cappelletti M et al. Nutr Metab. 2020;17:101. doi:10.1186/s12986-020-00528-x 21. Piuri G et al. Nutrients. 2019;11:1096. doi:10.3390/nu11051096 22. Martelletti P et al. Headache. 1989;29;664-70 doi: 10.1111/j.1526-4610.1989.hed2910664.x Il digiuno intermittente associato alla distribuzione dei cibi proteici in ciascun pasto migliora i fastidi digestivi in persone sane sovrappeso, e la "qualità " dei batteri intestinali (che significa minor grado di infiammazione cronica). E' quel che emerge da un piccolo, ma ben congegnato studio apparso sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.
Mangiare in quantità non eccessiva, bilanciando gli alimenti e lasciando "riposare" l'intestino almeno 12-14 ore si rivela una scelta sana. Individuals on an intermittent-fasting and protein-pacing (IF-P) diet had fewer gastrointestinal symptoms and increased diversity in gut microbiota than those on a calorie-restricted (CR) Mediterranean-style diet in a small, randomized trial. https://www.nature.com/articles/s41467-024-48355-5 La ginnastica cinese e l’agopuntura possono essere grandi alleati per trattare l’ipertensione di grado 1 ed i pazienti anziani che non tollerano i farmaci.
Da un articolo della dott.ssa Edi Prandi (centro Sowen) L’ipertensione arteriosa è una condizione caratterizzata dall’elevata pressione del sangue nelle arterie. Una piccola percentuale di casi con ipertensione arteriosa, è definita come secondaria ad altre condizioni (ad esempio renali o endocrine). La forma più comune (90-95% dei casi) è quella essenziale o idiopatica, nella quale non è possibile identificare una causa precisa, ma che si associa ad elementi ereditari/genetici e di stile di vita. Migliorare lo stile di vita con le ginnastiche cinesi. Nei casi caratterizzati da basso rischio cardiovascolare, ossia con assenza di danno d’organo e valori appena superiori al limite (140/90 mmHg) stabilito quale inizio della terapia farmacologica, l’attività fisica a media e bassa intensità si rivela un ottimo supporto Anche l’agopuntura può rappresentare un valido contributo alla riduzione della pressione arteriosa.Una review del 2022, che include 10 studi controllati e randomizzati e circa 1200 pazienti, giunge alla conclusione che l’agopuntura nell’ipertensione di grado 1, è risultata più efficace della sola modificazione dello stile di vita, del trattamento con placebo o del non trattamento. (4) Una ulteriore ricerca: trattamento di agopuntura su pazienti di età superiore ai 60 anniUn’altra review del 2023, che include 12 studi e oltre 1460 soggetti di età superiore ai 60 anni, conclude che l’agopuntura si è dimostrata efficace quanto la terapia farmacologica nel ridurre i valori pressori, sia sistolici che diastolici, e che la combinazione del trattamento agopunturistico con quello farmacologico è più efficace del solo trattamento farmacologico. L’agopuntura può quindi essere particolarmente utile nella popolazione anziana in terapia antipertensiva, specialmente per chi risponde poco o presenta effetti collaterali alla terapia antipertensiva. (5) BIBLIOGRAFIA
https://www.sowen.it/centro-medico/2024/06/14/ginnastica-cinese-e-agopuntura-per-lipertensione-arteriosa/ Mangiare cibo spazzatura aumenta il rischio di demenza, mangiare sano protegge contro la demenza. E' quanto emerge da uno studio che ha seguito migliaia di pazienti per più di dieci anni. Chi si ciba dei cosiddetti cibi ultraprocessati è fortemente più a rischio di chi "esagera" con frutta e verdura. Attenzione a bottigliette o lattine di più o meno famose bevande zuccherate, barrette dolci, patatine, cibi confezionati, come gelati, caramelle, cereali zuccherati, hamburger, pizzette, hotdog...
Studio pubblicato on line su Neurology, 22 maggio 24. Observations from a large cohort of adults followed for more than 10 years suggested that eating more ultraprocessed foods (UPFs) may increase the risk for cognitive decline and stroke, while eating more unprocessed or minimally processed foods may lower the risk. "The first key takeaway is that the type of food that we eat matters for brain health, but it's equally important to think about how it's made and handled when thinking about brain health," study investigator W. Taylor Kimberly, MD, PhD, with Massachusetts General Hospital in Boston, told Medscape Medical News. "The second is that it's not just all a bad news story because while increased consumption of ultra-processed foods is associated with a higher risk of cognitive impairment and stroke, unprocessed foods appear to be protective," Kimberly added. The study was published online on May 22 in Neurology. La spalla è un articolazione favolosa, ci concede gradi di movimento incredibilmente complessi. Spesso non realizziamo quanto essa sia un capolavoro di biomeccanica fino a che non insorge un problema.
"L’efficacia dell’agopuntura nella capsulite adesiva (spalla congelata/ periartrite scapolo omerale)L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la fa rientrare nel gruppo delle “Malattie, sintomi o condizioni per cui gli studi hanno dimostrato l’efficacia dell’agopuntura”. Cosa dice la ricerca: agopuntura per ridurre il doloreUna review del 2020, che include 13 lavori e oltre 900 pazienti, conclude che l’agopuntura può essere considerata una metodica sicura ed efficace nel ridurre il dolore, ripristinare la funzione articolare e il range di mobilità nei pazienti affetti da spalla congelata nel breve e medio termine. (1) Lo studio: associare la fisioterapia all’agopunturaUno studio controllato e randomizzato su 35 pazienti ha confrontato l’efficacia della sola fisioterapia (22 pazienti) con la fisioterapia associata ad agopuntura (13 pazienti). Entrambi i trattamenti hanno avuto una durata di 6 settimane, con sedute bisettimanali di fisioterapia, associata o meno ad agopuntura. Tutti i pazienti avevano un programma di esercizi da eseguire a domicilio. I pazienti sono stati valutati prima del trattamento, al suo termine e dopo ulteriori 14 settimane di follow-up da un osservatore esterno, a cui non era noto a quale dei due gruppi era stato assegnato il paziente, tramite la Constant Shoulder Assessment, una scala che include parametri soggettivi (dolore e attività quotidiane) e oggettivi (valutazione motilità e forza). Sia alla sesta che alla ventesima settimana il miglioramento complessivo è stato superiore nel gruppo sottoposto all’associazione dei due trattamenti, senza differenze significative nell’uso di anti-infiammatori. (2) Un ulteriore studio conferma l’efficacia dell’agopuntura associata alla fisioterapia per trattare la spalla congelataAd analoghe conclusioni giunge un altro studio in cui 75 pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi: agopuntura (30 pazienti), fisioterapia (30 pazienti) e agopuntura associata a fisioterapia (15 pazienti). I trattamenti hanno avuto una durata di 4 settimane, con fisioterapia effettuata 5 volte a settimana e agopuntura bisettimanale. Sono stati valutati, a metà e a fine trattamento: dolore, sia statico che durante movimento, mobilità attiva epassiva, e qualità di vita tramite il questionario Short Form-36. Tutti i pazienti hanno mostrato un miglioramento nella qualità di vita, il dolore è stato meglio controllato dall’agopuntura, mentre la fisioterapia è stata maggiormente efficace sulla motilità. Tuttavia i migliori risultati sono stati osservati nel gruppo sottoposto ad entrambi i trattamenti. (3)" di Edi Prandi, https://www.sowen.it/centro-medico/2024/05/13/il-dolore-alla-spalla-e-lefficacia-dellagopuntura/
Da Drssa Edi Prandi, http://www.sowen.it
"Prurito al naso, starnuti, naso chiuso e che cola possono essere sintomi non di un semplice raffreddore, ma di una rinite allergica. La rinite allergica è un’infiammazione della mucosa nasale causata da sostanze, dette allergeni (polline, polvere, muffa o peli di animali) che, in soggetti predisposti, provocano una risposta anomala del sistema immunitario. Di conseguenza ci sarà un rilascio di sostanze (es. istamina) responsabili dell’infiammazione della mucosa del naso e dei conseguenti sintomi. A seconda dell’allergene in causa può essere stagionale o cronica. La rinite allergica può associarsi a congiuntivite con lacrimazione, arrossamento e prurito agli occhi. Nei casi più gravi l’ostruzione nasale può causare cefalea, difficoltà di concentrazione e peggioramento della qualità del sonno. La diagnosi si basa, oltre che sulla sintomatologia riferita dal paziente, sui test (come il prick test cutaneo) che permettono di individuare gli allergeni responsabili della rinite. Per alleviare i sintomi vengono di solito prescritti farmaci antistaminici topici (sotto forma di spray nasali) o da assumere per bocca. Se il disturbo è moderato/grave agli antistaminici si possono associare steroidi topici nasali e, in caso di naso molto chiuso, un breve ciclo di decongestionanti nasali. Esiste poi la possibilità dell’immunoterapia, tramite vaccini somministrati per via sottocutanea, nasale o sublinguale. L’OMS riconosce l’agopuntura come trattamento efficace per la rinite allergicaLa rinite allergica fa parte delle malattie, sintomi o condizioni per i quali l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) considera dimostrata l’efficacia dell’agopuntura. Anzi, tra le patologie respiratorie, ne rappresenta una delle principali indicazioni. Un articolo del 2013 espone gli svariati meccanismi antinfiammatori, tra cui quello antistaminico, esercitati dall’agopuntura, che spiegano la sua efficacia in questa patologia. (1) Una review del 2015 che prende in considerazione 13 lavori, con oltre 2300 pazienti studiati, conferma che l’agopuntura riduce in modo significativo i sintomi respiratori e l’utilizzo di farmaci. Tre lavori hanno misurato il livello di IgE (la classe di immunoglobuline che si alza nelle allergie) e ne hanno riscontrato una significativa diminuzione nei pazienti trattati con agopuntura. (2) L’utilizzo dell’agopuntura sui pazienti che vogliono evitare l’uso dei farmaciNello stesso anno, le linee guida dell’American Academy of Otolaryngology – Head and Neck Surgery, hanno incluso l’agopuntura tra i trattamenti che si possono proporre ai pazienti, particolarmente a chi non volesse sottoporsi a terapia farmacologica. I benefici citati dagli autori per giustificare tale indicazione sono: l’agopuntura rappresenta una alternativa efficace alle terapie mediche nella riduzione dei sintomi, può allinearsi più strettamente con i valori del paziente, migliorare la qualità della vita, evitare l’uso di farmaci e potenziali effetti collaterali. (3)" BIBLIOGRAFIA
La dottoressa Edi Prandi del centro studi So Wen riporta uno studio interessante https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35941599/:
"Già nel 1998 l’Acupuncture Consensus Panel of the United States National Institutes of Health (NIH) asseriva che l’agopuntura può essere utile come trattamento di supporto, o accettabile alternativa, o parte di un programma di gestione completo nella terapia delle dipendenze, quale è quella da nicotina. In un recente studio multicentrico, 28 fumatori sono stati sottoposti a 8 settimane di trattamento bisettimanale con agopuntura + auricoloterapia (posizionamento di semi di vaccaria su specifici punti localizzati sull’orecchio, in modo che il paziente potesse stimolarli mediante digitopressione 3-5 volte al giorno). Il periodo di trattamento è stato seguito da un follow-up di 16 settimane. Al termine del trattamento il 37% dei pazienti aveva smesso di fumare e alla fine del periodo di follow-up tale percentuale era salita al 47%. Tra coloro che non erano riusciti a smettere il 69% aveva ridotto il numero di sigarette fumate giornalmente. I soggetti che avevano smesso di fumare presentavano anche una netta riduzione della dipendenza da nicotina, indagata dal Fagerström Test for Nicotine Dependence. Non si sono osservati effetti collaterali. Conclusioni: La combinazione di agopuntura e auricoloterapia può essere di aiuto a coloro che vogliono smettere di fumare, o almeno contribuire a ridurre il numero di sigarette fumate e la dipendenza da tabacco." Commento personale: 16 settimane non sono tutta la vita. Il fumo ha a che fare con pulsioni profonde e se le motivazioni a smettere non sono più che forti è difficile avere risultati anche a medio termine https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32416946/. La volontà di cambiamento, l'evoluzione verso una forma più compassionevole di prendersi cura di sè stessi sono la chiave. Strumenti come il supporto psicologico possono aiutare. Un approccio profondo e ampio sul proprio stile di vita, come lo Yoga e il Qi Kung possono fare la differenza. "Esistono già numerose prove che i microrganismi, presenti negli alimenti fermentati come yogurt, crauti e kefir, supportano il nostro sistema immunitario e offrono benefici che possono alleviare i problemi gastrointestinali infiammazioni e allergie.
Ora sembra che potrebbero aiutarci a combattere anche alcuni effetti tossici delle particelle petrolchimiche pervasive. Secondo molte ricerche scientifiche, tutte le particelle plastiche o di altro materiale non organico, di dimensioni infinitesimali, sono in grado di entrare nel nostro sangue o in vari organi come stomaco e intestino, producendo dei danni. Possono ad esempio attraversare e superare la barriera costituita dalla mucosa intestinale e formare dei depositi locali che creano una forte infiammazione localizzata, oppure potrebbero anche muoversi e spostarsi all’interno dell’organismo per causare un’esposizione sistemica con conseguenze ancora abbastanza sconosciute, ma che gli studiosi collegano già a tumori, malattie neuro-degenerative come l’Alzheimer, o ad alterazioni della fertilità e di tipo ormonale. Anche se sfortunatamente i probiotici non possono magicamente eliminare le particelle di plastica dal nostro corpo, tuttavia alcune ricerche suggeriscono che i microbi buoni potrebbero aiutare a migliorare parte della tossicità e dell’infiammazione che la plastica promuove nel nostro sistema gastrointestinale. Alcuni ricercatori iraniani hanno dimostrato per esempio, a luglio 2023, come i probiotici potrebbero proteggere dagli effetti negativi della plastica sulla flora intestinale. Alcuni probiotici non solo potrebbero aiutare il nostro intestino, ma potrebbero aiutare a ridurre gli additivi chimici che fuoriescono dalle confezioni di alimenti e bevande prima ancora che raggiungano il nostro corpo. Esistono ricerche promettenti sull’interazione tra probiotici e BPA nei contenitori alimentari. Il BPA, così come altri dannosi bisfenoli talvolta utilizzati al suo posto, si trova comunemente nelle lattine e nelle bottiglie di plastica dura in policarbonato utilizzate per contenere cibi e bevande. È noto che questi additivi filtrano dai contenitori e finiscono nei prodotti di consumo che ingeriamo. Un altro studio cinese del 2019 ha scoperto che quando un integratore del probiotico lactobacillus reuteri veniva aggiunto a succhi e tè confezionati in lattine contenenti Bisfenolo A, il probiotico riduceva la concentrazione della sostanza chimica nelle bevande di almeno il 90%. E nel 2020, altri ricercatori sono giunti a una conclusione altrettanto incoraggiante producendo yogurt con vari ceppi probiotici di batteri e latte intenzionalmente contaminato con Bisfenolo A; dopo 28 giorni di conservazione, lo yogurt preparato con lactobacillus plantarum e lactobacillus acidophilus aveva disintossicato il Bisfenolo A rispettivamente del 95% e del 90%." Tratto da L'Indipendente, Gianpaolo Usai, 11/1/2024 L'invito è quello verso un alimentazione più "naturale" possibile, povera di alimenti industriali e zuccheri, come hamburger, alimenti pronti, bevande dolci in lattina e bottiglia; e ricca di verdure, ortaggi, legumi, yogurt e kefir Appare ormai evidente che la plastica non è un materiale inerte come si considerava. Le particelle microscopiche di plastica si accumulano nel sangue e nei tessuti.
Uno studio pubblicato recentemente ha evidenziato come ” un litro di acqua in bottiglia contiene quasi un quarto di milione di pezzi di microplastiche e nanoplastiche minuscole e invisibili“ https://it.euronews.com/green/2024/01/09/ecco-quanta-plastica-si-ingerisce-bevendo-acqua-in-bottiglia Non è ancora del tutto chiaro se e quanto questo sia tossico per l’uomo. E’ invece molto probabile cosa risponderebbe chiunque di noi cui venisse chiesto se preferirebbe vivere con o senza plastica incorporata. Una volta in medicina valeva il principio di precauzione: nell’incertezza, cautela. Intanto usare il vetro invece che la plastica aiuta a ridurre la nostra parte nell’inquinamento ambientale: in bottiglie e contenitori. Probabilmente meglio le lattine che l’involucro di plastica. Quasi certamente meglio un filtro al rubinetto che l’acqua in bottiglia. Il buonsenso è ancora uno strumento potente, in mano a chi osa usarlo. |
E' Tempo per...Cose da Dire Archivi
July 2024
Categorie |
Grazie per aver visitato il blog!
|
Telephone+39 338 860 3928
|
|