Ansia e depressione sono due "atteggiamenti" sconfinanti in malattia, piuttosto ben conosciuti di questi tempi. Ospiti non graditi nella nostra vita, che non è facile licenziare.
L'ansia nasce come meccanismo di salvaguardia e allerta, in condizioni critiche. Utile se un pericolo fisico è realmente imminente, ma destruente nella routine, perché brucia molte energie producendo solo discomfort. La depressione spesso ha a che fare col rimpianto o il rimorso. Ci ancora pesantemente al passato, producendo immobilità ed apatia nella nostra esistenza. La moderna psicologia non confina più alla mente queste forme di malessere. Ormai si parla di corpo-mente come di un continuum. Ciò che agisce sul nostro corpo inevitabilmente ha ricadute sulla mente e viceversa. E gli studi scientifici dimostrano come il cervello non sia confinato nella scatola cranica: la rete delle cellule nervose si distribuisce alla periferia del nostro corpo in una rete inestricabile. Tutto ciò è ben conosciuto nella tradizione yoga, che utilizza il corpo ed i respiro come chiave per aprire la serratura della mente. Tutto ciò è ben conosciuto alla medicina tradizionale cinese, che distribuisce nel corpo la sfera emotiva di un individuo. Per cui la tristezza ha sede nel polmone (non sospiriamo continuamente quando siamo tristi?) , la gioia nel cuore (non ci scoppia il cuore quando riceviamo una buona notizia?), il rimuginare nell'apparato digerente (come sa bene chi soffre di colite) e così via. Ad ogni organo spettano poi delle attività psichiche particolari. Al Rene la volontà, al Polmone la voglia di vivere, al Fegato la creatività, alla Milza la razionalità ed al Cuore le nostre facoltà intellettive più alte. La buona notizia è che agendo sui vari organi attraverso gli aghi e l'uso di erbe è possibile aiutare la nostra psiche (mentecorpo) a svolgere il proprio lavoro in maniera funzionale. A stare bene insomma. Trattare una stasi , un eccesso, un deficit di"energia" (il Qi) permetterà di stimolare la volontà e la voglia di vivere in chi soffre di apatia e depressione. Oppure di sedare l'agitazione e l'insonnia di chi soffre d'ansia. Esistono circa sei mila lavori scientifici sul trattamento dell'ansia e della depressione con la medicina cinese. Ma già Sun Si Miao, medico leggendario vissuto in Cina tra il VI e VII secolo d.c., nel sue libro dal nome favoloso, Ricette che valgono Mille Ducati d'Oro, si occupava di malattie psichiche. Una tradizione antica, quindi, per dare conforto all'umanità, che di paura e tristezza soffre da molto prima della COVID-19.
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CORONAVIRUS: “E’ IL TEMPO DEI FATTI E NON DELLA PAURA, DELLA SOLIDARIETà E NON DELLO STIGMA ”: lo dice il direttore del WHO, Organizzazione Mondiale della Sanità.
L'emergenza coronavirus non riguarda solo la sopravvivenza. E'un emergenza sociale: dal distanziamento sociale all'isolamento sociale il passo è breve. E le ricadute devastanti. Fratture sociali e famigliari con nevrosi, problemi comportamentali, fobie, attacchi di panico, ansia. Con cui faremo i conti molto molto più a lungo che con la pandemia. Abbiamo almeno il dovere di adeguare il nostro comportamento sociale a criteri il più possibile scientifici. Tenere una distanza di un metro, lavarsi le mani Luce su Giancarlo, medico rianimatore, che in ospedale ha gestito fino a 12 ventilazioni assistite alla volta; Luce su Anna, che le manca il fiato, mamma se le manca il fiato, mentre soffia disperata dentro la sua maschera ad ossigeno; Luce su Marco che è ricoverato da un mese, lontano dalla sua famiglia e questo tampone non ne vuol sapere di tornare negativo; Luce su Paolo che ha 87 anni e si è appena ripreso da un intervento chirurgico e cammina di nascosto perchè altrimenti ritornerebbe su una sedia a rotelle; Luce a Maria che urla di rabbia dalla finestra a Paolo di starsene a casa ed urla alla sua paura che ci sarà ben un colpevole per tutto questo; Luce a Stefano che ha il diabete e dovrebbe camminare, che se no gli amputano quella gamba, e potrebbe, certo, ma ha troppa paura; Luce a Marta, che mi scrive di aiutarla per le sue crisi d'ansia, che di stare in casa non ce la fa più e poi mi prega di non dirlo a nessuno, perchè si vergogna; Luce a Sandra che muore su un letto di ospedale, a 81 anni, o forse 51, a fianco non c'è nessuno; Luce a Mario , operatore sanitario in Struttura, che tiene il telefono, e forse piange, perchè Dino che ha 93 anni, possa parlare con la figlia che non vede da un mese; Luce a Roberto che deve spiegare alla polizia perchè stava portando fuori città tutta la famiglia, chiusa in un appartamento in centro da un mese e i bambini piangevano e lui non sapeva più che raccontare; Luce ad Alessia, polizia di stato, che la multa a Roberto gliela farà o lo rimanderà a casa?; Luce ad Enrica che mi scrive che ha capito di più sulla sua vita in un mese chiusa in casa che in tanti anni a "fare cose"; Luce a Emanuele ed Elisabetta, infettivologi, e a Serena e Silvia e Daniela, infermiere, che smontano ora dopo un turno di 13 ore; Luce a Martino, che è morto di crepacuore a casa sua, perchè non poteva più vedere il fratello gemello, uniti come una catena, ricoverato in struttura sanitaria; Luce a Gina che ci incontriamo per strada e ci distanziamo e chissà per quanto tempo continueremo a farlo, se mai smetteremo; Luce su Enzo che gli hanno detto di non uscire perchè ha il tampone positivo, ma lui uscirà e ...; Luce a Emanuela e a Ajad e a Chiara che tengono incontri on-line per aiutare chi ha paura di morire e l'ha sempre avuta, ma ora non sa più dove nasconderla; Luce a Licia, che ha 10 anni, ha lasciato un pò di palme intrecciate a mano su un muretto, con una scritta" Prendetene, le ho fatte per voi"; Luce ad Alfredo che morirà perchè ha un infarto, proprio ora, ma non andrà in ospedale perchè ha troppa paura dell'epidemia; Luce ad Angelito che guarda la sua paura verso le tre di notte e ci fa due chiacchiere e si chiamano per nome, ora; Luce a Miriam che non sa dove troverà la forza di uscire di casa, quando le diranno che si potrà; Luce a Franco , 30 anni, e Aurora, 27 anni che non si vedono da un mese e non si vedranno e si amano e lui ha coliche in continuazione e lei piange, non riesce a smettere di piangere.
Luce a Giuseppe Conte, che è forte e che è fragile, mentre parla a 60 milioni di persone e che sa che ogni decisione comporterà vita e morte, entrambe, qualunque esse siano. E lui le deve prendere. https://www.laleggepertutti.it/386424_il-coronavirus-resta-lultima-causa-di-morte-nel-mondo
Due giorni fa, Carlos Arija Garcia scriveva qualcosa su cui, di Venerdì Santo, è bene riflettere: "È l’emergenza sanitaria del momento, e su questo non c’è dubbio. Ma non per questo è la minaccia più importante per l’Umanità. Nei primi tre mesi del 2020, dal 1° gennaio al 1° aprile, il coronavirus resta l’ultima causa di morte nel mondo. Basta guardare i numeri che scorrono impietosi e a velocità supersonica sul sito Worldometer, tra i principali e più affidabili punti di riferimento statistici a livello mondiale che si basa su fonti ufficiali, dall’Oms all’Unicef ad altri organismi internazionali di diversi settori... La principale causa di mortalità al mondo nel primo trimestre del 2020 è quella di cui meno si parla, cioè la fame: 2.806.314 decessi. Sono 800mila in più rispetto alle morti per tumore, arrivate a 2.060.730 unità. Quest’ultimo dato non tiene conto, però, dei decessi causati dal fumo, che occupano il gradino più basso di questo triste podio con 1.254.352 casi. Aggiungiamo questo dato: in appena mezza giornata, vengono fumate mediamente otto miliardi di sigarette. Al quarto posto, ci sono i decessi provocati dall’alcol: 627.517 persone hanno perso la vita per i problemi di dipendenza alla bottiglia. Problemi esclusivamente legati alla salute e non agli incidenti stradali che possono essere stati causati dall’abuso di alcolici. Il totale delle vite umane finite per strada è di 338.715. Tra questi due dati si colloca quello delle morti per Hiv e Aids: 421.808 decessi. Ed eccoci alle ultime quattro cause rilevanti di mortalità nel mondo durante i primi tre mesi del 2020. Spicca il dato dei suicidi: 269.976. Poco più alto di quello sui morti di malaria, fermo il 31 marzo a 246.121 casi. Quindi, ecco il numero dei decessi provocati dall’influenza stagionale in tutto il mondo: nel primo trimestre, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità sono stati 121.993. Molto più del doppio rispetto ai decessi causati dal coronavirus, che a fine marzo chiudeva la drammatica top-ten delle cause di mortalità mondiale a quota 46.438 casi. All’8 aprile si è già arrivati a quasi 83mila casi: siamo ancora ben lontani dalle altre cause di mortalità che, purtroppo, continuano comunque a uccidere. Segnaliamo, infine, un altro dato che sicuramente colpisce per le sue dimensioni. Riguarda il numero di aborti: 10.665.130 nel primo trimestre dell’anno. Una settimana dopo, cioè al momento di scrivere queste righe, la cifra è aumentata di un altro milione." Ogni vita vale una vita, non si discute. E dentro ciascuna, ci sono tutte le altre. Ed io muoio un pò ogni volta che una di esse si spegne e rinasco ogni volta che una nuova vita si accende sul pianeta. Eppure non posso cercare le chiavi perdute di notte solo sotto il lampione, devo allargare un pò il fuoco della Luce. Al coronavirus non c'è terapia. E stiamo spendendo immense risorse per fronteggiarlo che nessuno saprà mai con sicurezza quante vite hanno salvato. Guarire un bambino che muore di dissenteria costa pochi centesimi, guarire un uomo malato di malaria pochi euro. "Guarire" un affamato...beh, vedete voi. Non ci siamo scelti la covid-2019, ma scegliamo di fumare, andare in auto, bere alcolici. E oltre: scegliamo di inquinare il pianeta con uno stile di vita non sostenibile, usando motori a scoppio, centrali a carbone, cellulari, aeroplani e producendo per poi consumare, a ritmi di replicazione virale. E quante di quelle madri che scelgono di non mettere al mondo un bimbo lo fanno consapevolmente e quante invece per angoscia, disperazione e paura? Certo che dobbiamo fare la nostra parte durante l'epidemia. Ma non dimenticando che morivamo prima del virus e continueremo a morire dopo il virus, in un numero incredibilmente più alto di quanto ci costerà la pandemia e per cause infinitamente meno legate al fato. E poi è Silenzio. Rispettoso onore al Mistero dell'Uomo che muore sulla Croce, al Mistero di ogni uomo che muore. Luce su Giancarlo, medico rianimatore, che in ospedale ha gestito fino a 12 ventilazioni assistite alla volta; Luce su Anna, che le manca il fiato, mamma se le manca il fiato, mentre soffia disperata dentro la sua maschera ad ossigeno; Luce su Marco che è ricoverato da un mese, lontano dalla sua famiglia e questo tampone non ne vuol sapere di tornare negativo; Luce su Paolo che ha 87 anni e si è appena ripreso da un intervento chirurgico e cammina di nascosto perchè altrimenti ritornerebbe su una sedia a rotelle; Luce a Maria che urla di rabbia dalla finestra a Paolo di starsene a casa ed urla alla sua paura che ci sarà ben un colpevole per tutto questo; Luce a Stefano che ha il diabete e dovrebbe camminare, che se no gli amputano quella gamba, e potrebbe, certo, ma ha troppa paura; Luce a Marta, che mi scrive di aiutarla per le sue crisi d'ansia, che di stare in casa non ce la fa più e poi mi prega di non dirlo a nessuno, perchè si vergogna; Luce a Sandra che muore su un letto di ospedale, a 81 anni, o forse 51, a fianco non c'è nessuno; Luce a Mario , operatore sanitario in Struttura, che tiene il telefono, e forse piange, perchè Dino che ha 93 anni, possa parlare con la figlia che non vede da un mese; Luce a Roberto che deve spiegare alla polizia perchè stava portando fuori città tutta la famiglia, chiusa in un appartamento in centro da un mese e i bambini piangevano e lui non sapeva più che raccontare; Luce ad Alessia, polizia di stato, che la multa a Roberto gliela farà o lo rimanderà a casa?; Luce ad Enrica che mi scrive che ha capito di più sulla sua vita in un mese chiusa in casa che in tanti anni a "fare cose"; Luce a Emanuele ed Elisabetta, infettivologi, e a Serena e Silvia e Daniela, infermiere, che smontano ora dopo un turno di 13 ore; Luce a Martino, che è morto di crepacuore a casa sua, perchè non poteva più vedere il fratello gemello, uniti come una catena, ricoverato in struttura sanitaria; Luce a Gina che ci incontriamo per strada e ci distanziamo e chissà per quanto tempo continueremo a farlo, se mai smetteremo; Luce su Enzo che gli hanno detto di non uscire perchè ha il tampone positivo, ma lui uscirà e ...; Luce a Emanuela e a Ajad e a Chiara che tengono incontri on-line per aiutare chi ha paura di morire e l'ha sempre avuta, ma ora non sa più dove nasconderla; Luce a Licia, che ha 10 anni, ha lasciato un pò di palme intrecciate a mano su un muretto, con una scritta" Prendetene, le ho fatte per voi"; Luce ad Alfredo che morirà perchè ha un infarto, proprio ora, ma non andrà in ospedale perchè ha troppa paura dell'epidemia; Luce ad Angelito che guarda la sua paura verso le tre di notte e ci fa due chiacchiere e si chiamano per nome, ora; Luce a Miriam che non sa dove troverà la forza di uscire di casa, quando le diranno che si potrà; Luce a Franco , 30 anni, e Aurora, 27 anni che non si vedono da un mese e non si vedranno e si amano e lui ha coliche in continuazione e lei piange, non riesce a smettere di piangere.
Luce a Giuseppe Conte, che è forte e che è fragile, mentre parla a 60 milioni di persone e che sa che ogni decisione comporterà vita e morte, entrambe, qualunque esse siano. E lui le deve prendere. |
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October 2024
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