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trasforma    l'agitazione

​


​in   immobilita'

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"La pratica dello yoga è realmente benefica. Conferisce calma e stabilità alle membra riducendone lo sforzo al minimo perché lo yoga è immobilità in opposizione al continuo agitarsi delle forme dell’esistenza. Dà pace alla mente riducendo l’irrequietezza e la tensione del corpo e producendo così il rilassamento fisico. Quanto più si fa profondo e regolare il respiro, quanto più il ritmo cardiaco entra in quiete, tanto più i pensieri rallentano e si dà spazio alla forza vitale per poter ascendere ai regni più sottili della coscienza. Lo yoga porta chi lo pratica al di sopra delle fluttuazioni della mente fino alla sorgente da dove nasce la saggezza. Così mente e corpo si placano. Non è imparare una postura, non è dimostrare che sei bravo: lo yoga ti indica come devi vivere tutta la vita; è per te che lo fai. Non ci sono posizioni obbligate: devi trovare il tuo limite e accoglierlo. Ognuno ha un proprio limite. Quando assumi una postura in armonia con il ritmo del tuo corpo hai un potere incredibile."
Dr Jamuna Mishra 
Lo yoga è un dono all umanità. Uno strumento efficace e percorribile verso la Pace Interiore, o Dio, se preferisci, qualunque sia o non sia la religione in cui ci si riconosce.  
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La premessa è che non sono un medico Ayurveda.
Accade però di imbattersi in un uomo carismatico lui sì medico ayurvedico,  maestro di yoga e bramino (cioè la casta delle massime autorità religiose in India), durante uno dei viaggi di divulgazioni che annualmente compie in Europa.
E accade che Jamuna Mishra mi inviti nella sua cittadina, Khajuraho, in Madya Pradesh, nota per i templi millenari.
E accade di accettare l 'invito, di essere accolto nella sua famiglia per tre settimane e di cogliere l'occasioni per coinvolgersi in affascinanti conversazioni con Guru Ji (il Maestro), come in India tutti chiamano Jamuna.

Da qui, l'approfondimento della spiritualità Indù e l'incontro con una medicina dalle tradizioni millenarie di cui Guru Ji  mi ha spiegato i principi ispiratori. e mi  ha chiesto di condividerli. Li riporto il più fedelmente possibile, ma le traduzioni letterali non sono mai state il mio forte.

Il mondo e ciascuno di noi è costituito dalla miracolosa combinazione di 5 elementi.


                                                                                                 ELEMENTO CIELO
Possiede la qualità suono/ascolto.

Il Cielo e' il Vuoto, Lo spazio è Vuoto. Non può essere percepito se non nell ascolto. Reale quanto lo è il Silenzio.

E’ Il punto di partenza dei 5 elementi e deve essere in equilibrio con gli altri. Senza vuoto nella pleura , non possiamo respirare. Senza vuoto, nell intestino c è stipsi. Senza vuoto nel sistema nervoso, non possiamo accogliere informazioni, vedere, sentire. Quando c è troppo rumore o stress, la mente si satura e si chiude.
Il vuoto è necessario anche alla formazione dei tessuti: senza il vuoto, il midollo osseo non potrebbe trovare alloggio nella cavità delle ossa.

Ma soprattutto senza vuoto la Sapienza non può entrare. Senza vuoto, siamo pieni. Di noi stessi. Ed allora crediamo di essere il vestito anziché colui che lo indossa, l Ego invece dell Essenza.

E quanto spesso le persone soffrono credendo non vi sia più spazio per loro nel mondo?

Certo, il Vuoto genera orrore nella cultura contemporanea, in cui i social network ci riempiono ogni istante.  Nel vuoto siamo soli con la nostra paura, così come può essere trascorrere una notte nella jungla. Eppure solo lì,  nel silenzio, incontriamo chi siamo realmente, sotto il vestito. Che prima o poi dovremo comunque abbandonare; speriamo con la serenità di chi si compiace della opportunità di poterne indossare uno nuovo.

Nel Vuoto i concetti di spazio e tempo si dissolvono.
Ogni parola pronunciata, ogni pensiero realizzato vengono donati al vuoto e lì sono disponibili all umanità che sappia cercarli, al di là del tempo e dello spazio.

E oltre, nel vuoto, ogni differenza si dissolve. Si può sperimentare la comunione col Tutto, gioire della divinità che realmente siamo, in  ciò che viene detto Samadhi.

Ricordare chi siamo realmente è l unico scopo per cui siamo qui. Ma realizzarlo è un  cammino attraverso la sofferenza che le nostre paure ed aspettative generano.




                                                                               ELEMENTO ARIA
Possiede la qualità dell udire e del tatto.

L Aria stai in alto, subito sotto il vuoto, da cui è separata da uno strato chiamato Chetak.
Chetak richiede un quantum di energia per essere attraversato. Ad esempio dalla coscienza, quando passa dalla trance allo stato meditativo e viceversa.


L aria solleva gli oggetti, così come la terra  li assoggetta a gravità.

L aria si muove per differenza di pressione e i venti e gli uragani dimostrano la sua potenza.

Cinque aree permeano il nostro corpo.

1- Prana, respirazione. Più che il semplice respiro, è Fiato Divino, pervade l Universo, non comincia con la nascita, non finisce con la morte. È L ENERGIA VITALE, la troviamo nei cibi freschi, in tutto ciò che nutre

2- Udana, che sale, l aria che rivolge: senza aria nello stomaco, il cibo non si può rivolgere (quando si mangia, è bene non riempirsi, conservare 1/3 di spazio vuoto per il rivolgimento ). È l aria che sale nella gola, dopo aver trasportato verso il fegato per essere metabolizzata l essenza del cibo, liberandosi nell eruttazione.

3- Samana, cioe l equilibrio,l aria leggera, sta in alto sotto il cielo e nelle calotta cranica, ci dà capacità di concentrazione, da’ equilibrio ai pensieri, al battito del cuore ed ai respiri. Rappresenta l attivita del sistema nervoso, assieme a Vyana.

4- Apana, che scende,   regola il colon e ciò che ha a che fare con l eliminazione, compreso la potenza sessuale maschile e la fertilità femminile e il parto. Se non viene eliminata fisiologicamente eliminata con la flatulenza, ostacola il naturale ricambio. Ne deriva che nulla è più necessario e naturale dell emissione di aria di scarto dalla bocca o dall ano, cosa che provoca sovente imbarazzo in chi viaggia in india.

5-Vyana, è l aria più pesante, circola sotto la pelle, mantiene freschezza e vitalità. è più abbondante a livello del mare( per cui il mare aiuta a rimanere giovani, così in montagna samana è più potente ;l Himalaya invece è stato da sempre considerato il luogo giusto per innalzarsi spiritualmente).


                                                                                                  ELEMENTO FUOCO

Possiede le qualità dell udito,  del tatto e della vista.
Sia i sensi dell olfatto che della vista sono fondati sui primi tre elementi. Se anche uno solo è mancante,  tali funzioni sono compromesse.
L olfatto è un senso potentemente collegato alla memoria,. Nelle demenze ad esempio,  le memorie olfattive possono sparire molto tempo prima dei deficit delle qualità cognitive.

I 5 fuochi dell organismo  sono:
1-pachaka, stomaco; legato all assimilazione dei cibi, a cui collabora con l aria,  specie udana, che li rivolge,

2-ranjaka, sangue; posto tra fegato e cuore, legato alla formazione del sangue, assistito dall aria, in specie udana che solleva.

3-sadhaka, cuore; partecipa alla circolazione ed ai processi mentali, insieme all aria, specie Samana, che equilibria.

4-alochaka, occhi; permette, ma sempre insieme allo spazio ed all'aria, la chiara visione. La visione è oltre il semplice percepire immagini esterne. Nello yoga, quando si raggiunge l unione tra gli elementi che sono in noi e quelli intorno a noi, la visione perde i confini usuali e si possono percepire immagini di altri luoghi e tempi,

5- bhrajaka, pelle. Collabora al mantenimento della vitalità della cute così come alla trasmissione nervosa,  assieme a Vyana.

                                                                          ELEMENTO ACQUA
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Kapha.L Acqua possiede la qualita del gusto oltre alle precedenti,  le qualità dell udito,  del tatto e della vista.

Circa ⅓ del pianeta e del corpo umano è composto di acqua.

Dove c è movimento, creazione ,energia vitale c è Acqua. L energia vitale viene dal Prana, l acqua è viva.
La terra stessa può essere interpretata come un contenitore di acqua.

Vicino all acqua e più vicino al livello del mare( lontano dal vuoto), c è più ossigeno e la respirazione è più facile;  a meno che i polmoni non soffrano di troppo pieno, per  cui e’ indicata la vicinanza col vuoto dell altitudine.

L Acqua corporea prende potere da Rasa,” liquido saporito” proveniente dalla digestione del cibo.

Nelle diete, e’ consigliata l assunzione di tre parti di liquidi ed una parte di solidi, come regola generale.
Quando manca acqua, il Sangue è disidratato e non nutre a dovere il cervello e gli altri organi.

                                                                                      ELEMENTO TERRA

Possiede la qualità dell olfatto, oltre le  precedenti,  le qualità dell udito,  del tatto , della vista e del gusto. Riunire  tutte le qualità,  le conferisce il potere della gravità e del magnetismo, che ci attira e ci tiene legati  come i bambini alla mamma.

E proprio i bambini, appena possono giocano con la terra e si tolgono le scarpe come gli adulti non riescono più a fare, perché naturalmente sentono come la terra trasmetta energia. Ed una vita a contatto con la terra, ad esempio per coloro che abitano in zone rurali, dona longevità.

E ancora la gravità, intesa come forza di attrazione, tiene unite le persone, le coppie, addirittura il corpo con l anima; tale potere cessa con la morte ed allora l Anima fuoriesce dopo 24 ore dal chakra della corona.  

La gravità è il motivo per cui le persone in pace con se stesse esercitano naturalmente un potere di attrazione verso gli altri.


La madre terra è la radice di Prakriti, così come il cielo quella di Purusa .  Prakriti è la materia, la madre che genera nell Amore. Purusa è lo Spirito, il Padre che custodisce nella Verita.



I cinque elementi  si combinano per formare  i Dosha.
  • Vata, unione di Cielo ed Aria.

  • Pitta, unione di Cielo, Aria e Fuoco.
  • Kapha, unione di Cielo, Aria, Fuoco, Acqua e Terra.

Dallo squilibrio tra essi nel corpo umano si generano le malattie che la medicina Ayurvedica cura, ma soprattutto previene.....

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                          Ashtanga Yoga, Le  otto parti del corpo

E' lo yoga della tradizione, così come ci viene riportato negli Yoga Sutra (testo classico della tradizione) da Patanjali, medico, grammatico, geniale uomo di Scienza di Spirito, vissuto in India tra il 300 ed il 450 D.C.


                              la prima parte; YAMA ( le regole etiche fondamentali ed universali) ha 5 gambe:
1) SATYA:  la verità. E’ onestà verso a se stessi. Essere ciò che si è realmente, altrimenti l'anima soffre.
se non sei onesto   con te stesso hai paura , reciti una parte in una recita che però prima o poi sai che finirà.
non puoi crescere, soprattutto non puoi essere sereno.
Ognuno di noi deve svolgere il suo compito con onestà, dedizione, ma consapevole che si tratta sempre e solo di un ruolo temporaneo.

Quando giochi coi bambini sii bambino, quando lavori sii il miglior lavoratore possibile.
Il ruolo è un vestito per l anima, una coperta che dura il tempo che deve durare.
Anche un insetto ha la sua verità: fare la sua parte onestamente. anche una foglia fa la sua parte, accetta la responsabilità che la natura gli porge. 
La mente è un dono che ci differenzia dagli altri esseri della creazione, una responsabilità’ , un'opportunità di crescita ed anche una zavorra , perchè ci rende l'onestà  , la verità più difficili.
Siamo strumenti per  compiere la volontà di Dio. Ognuno ha una responsabilità.
Più sei onesto  , più dio rende semplice (che non vuol dire facile), naturale e conseguente il tuo cammino. rende vero ciò che fai, oltre i giudizi ed le apparenze.

La storia del santone e del cacciatore, insegna a riconoscere la verità per salvaguardare l Essenza:
Un animale ferito era braccato da un cacciatore nella foresta. Per salvarsi si rifugiò nella capanna di un santone. Interrogato dal cacciatore, nego’ di aver visto alcun animale, scandalizzando i suoi discepoli.
Ma la Verità è,,,,,,,ciò che è vero nella tua coscienza, ad esempio difendere la vita.


2)AHIMSA; la non violenza è il secondo gradino.
La nonviolenza è vivere naturalmente. Cominciando a non nutrirsi di carne, che aumenta i livelli di violenza dentro di noi, perché ogni animale è ucciso nella sofferenza e ciò produce tossine. La tigre uccide senza violenza, è la sua natura.
Violenza è pretendere dal proprio corpo prestazioni eccessive o mortificarlo con digiuni estremi ed altre forme di mortificazione.
Violenza è anche ogni emozione eccessiva di ira, gelosia, brama che danneggi il proprio organismo sottoponendolo a stress.
Violenza è inquinare il pianeta o disboscare indiscriminatamente  al di là dei naturali bisogni.
Nella cultura indù,  la non violenza ammette non solo la legittima difesa ma anche l'uccisione nell'ambito del proprio dovere. Ad esempio di soldato. Come Arjuna , nella scrittura sacra della Gita. Si può intendere come il concetto di senso di colpa, con tutti gli strascichi di drammi interiori che implica , non esista in tutta la cultura orientale. Al di là di ogni giudizio di merito o demerito.

3) ASTEYA: non rubare.
Un uomo venne sorpreso a rubare un cetriolo nei campi del re e fu condannato a morte.
Chiese allora udienza al sovrano e gli confido’ di conoscere il segreto per trasformare le pietre in oro e di non voler morire senza poterlo condividere.
Il re incuriosito gli domandò perché non avesse usato questo dono per se’, ma l uomo rispose che solo chi non avesse mai rubato poteva usare del dono senza correre il rischio di morire e questo non era il suo caso, purtroppo.
Il re accondiscese a rimandare di un giorno la sentenza e inviò i suoi messi in tutto il regno per convocare chiunque fosse interessato per l indomani. Con grande sorpresa del sovrano, nessuno si presentò. Neppure i suoi ministri, neppure la regina.
Allora i messi reali furono inviati oltre i confini del regno e la sentenza rinviata ancora. Ma di nuovo nessuno si presentò’.
L'uomo disse: mi sia concesso di non morire finchè io non abbia rivelato il mio segreto almeno ad un altro. Permettimi di rivelarlo a te.
Ma il re  confesso’ allora di non potersi considerare onesto,  di essersi appropriato più e più volte di ciò che non gli spettava ed in grande quantità. (I successivi punti sono elencati per completezza, ma non mi sono stati spiegati direttamente dal Dr Mishra)

4)  brahmacharya: può essere tradotto come Armonia nella sessualità. Tutte le parti del nostro corpo sono "giuste" ed hanno valore, l'Armonia dell'Insieme dona armonia noi stessi. Imparare a prenderci cura della nostra energia istintuale, godendo della potenza che genera, nel rispetto dei nostri principi e di quelli dell'altro. Vuol dire prima di tutto conoscersi. Guardarsi dentro senza paura anche in questa sfera così delicata e spesso considerata ambiguamente.

5) aparigraha: Avere senza possedere, usare dei beni come se non ci appartenessero. Prendersi cura di ogni cosa godendone senza attaccamenti, perchè tutto dovremo lasciare. E lasciare a chi verrà un mondo il meno possibile "inquinato", sia in idrocarburi che in pensieri, atteggiamenti distorti e malati, è la vera eredità per i nostri figli.


                          la seconda parte;   NIYAMA (virtu') ha 5 gambe ed specialmente rivolta a chi pratica yoga: 
1) Purificarsi nel corpo per purificare lo spirito (saucha),
2) Vivere contenti (santosha),
3) Disciplina per fortificarci (tapas),
4) Studio e conoscenza di sé (svadhyaya),
5) Abbandono alla volontà divina (ishvarapranidhana)

 E poi le successive sei parti:   
ASANA, le posture consapevoli; PRANAYAMA: il respiro consapevole;   PRATYAHARA: ritirare i sensi dall'ambiente esterno verso l'interno di noi; DHARANA:  concentrazione; DHYANA: meditazione; SAMADHI: Unione, Fusione


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Le posture ed il respiro sono le pratiche più facilmente "esportabili" nella nostra cultura.
La sequenza più conosciuta dello yoga è sicuramente Surya Namaskara, il Saluto al Sole (puoi scaricarne una versione divertente qui sotto).
Quale fosse la sequenza originaria non è dato sapere e nessun maestro di yoga lo insegna esattamente alla stessa maniera.
​Ma questo è ininfluente. Eseguito al mattino, dona rapidamente energia al corpo e lucidità alla mente. Molto bene inserire successivamente qualche minuto di pranayama (vedi la sezione "respirazione") e poi di silenzio.
Per alcuni maestri,è l'elisir di lunga vita.
Il tutto potrebbe durare 14 minuti. L' 1% del giorno dedicato a noi stessi. Troppo? 


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Lo Yoga è davvero un dono all'umanità. Un dono per tutti. Esiste un livello a cui tutti lo possono praticare. Alcune posizioni, asana, possono essere modificate per essere eseguite su una sedia o contro un muro, per chi, ad esempio, avesse problemi alle ginocchia o alla schiena. Di seguito una possibilità per chi volesse godere del Saluto al Sole, con un aiutino dell'amico muro.
Dallo yoga, si possono mutuare alcuni movimenti molto utili per chi ha problemi di dolore al collo ed alla schiena. Eseguiti quotidianamente, portano sollievo in maniera naturale. Si posso praticare da seduti e quindi sono adatti anche per chi ha delle limitazioni fisiche importanti.
Per chi può permettersi una maggiore autonomia, ecco alcuni movimenti da eseguire in piedi e sul tappetino.
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                                                      IL POTERE CHE E' IN NOI

Di Evoluzione Spirituale si sono occupate le antiche tradizioni spirituali, da sempre.

E' il cammino interiore che ci porta realmente all'Essenza. O, se si preferisce, alla domanda: chi sono io?
La vita di tutti noi è composta da diverse fasi, ma sostanzialmente, passando gli anni, è possibile che il baricentro si sposti progressivamente da "Io possiedo" un lavoro, una relazione sentimentale, cose e affetti a "Io sono". Già ma chi sono io? Non un medico o un panettiere, non un marito o un figlio e neppure un nome o un cognome. Queste sono etichette appiccicate su una carta di identità.
"Crescere" non è indolore e le crisi che attraversiamo lo testimoniano. Crisi esistenziali o anche crisi di ansia, di panico, di paura, di dolore fisico, che sono spesso equivalenti emotivi di un sistema che non trova risposte e non se ne sta.
Per "Evoluzione Spirituale" non si intende sottostare a pratiche religiose, ma "mettere ordine" nella propria vita. Esattamente come si fa con una casa, che ogni tanto va rivista nella disposizione degli interni per soddisfare nuove esigenze.
Tutto ciò è ovviamente indissolubilmente  collegato con la Salute intesa come "Essere Bene".
Caroline Myss, nel suo libro, "Anatomia dello Spirito" prova a mettere insieme la tradizione cristiana con quella orientale ed ebraica.
In maniera molto esemplificativa provo a raccogliere qualche spunto, tralasciando solo per motivi di spazio l'intrigante  parte sulla la Cabalah ebraica.
Il cammino di crescita di ognuno ha a che fare col nostro corpo, con la nostra mente, con la nostra anima, ammesso che tale distinzione sia netta come crediamo.
A livello delle parti più basse del nostro corpo inizia tutto. In effetti è da un utero che usciamo.
A questo livello la tradizione indù pone il primo Chakra, cioè il centro energetico più basso dell'organismo, a livello del perineo. Muladhara è associato alla Terra, da cui proveniamo. Qui è la Radice. Cioè la nostra famiglia, cultura, tradizione, religione che va comunque riconosciuta. Ed è proprio da piccolissimi che riceviamo il battesimo, in cui diventiamo membri di una comunità che ci accoglie. E infatti da piccoli è proprio il bisogno di protezione a prevalere.
Il passo successivo sono le relazioni ed il secondo Chakra è posto poco più in alto, a livello sacrale, da dove partono i centri nervosi che controllano gli organi sessuali. Svadhistana. Associato all'elemento Acqua, ed è prorio in quest'area che si trovano i reni che l'Acqua gestiscono. L'energia qui è indirizzata in direzione gli altri.
" Da questo chakra riceviamo il potere di comportarci con onore e integrità in tutte le relazioni della nostra vita, dal matrimonio all’amicizia, ai legami professionali. Questa energia è particolarmente attiva perché riguarda tutte le attività economiche e creative"
Il sacramento corrispondente è quello dell'Eucarestia: "Quando «spezziamo il pane» con qualcuno, riconosciamo simbolicamente che apparteniamo a un’unica famiglia spirituale, che ogni persona che conosciamo è lì per un piano divino e che abbiamo bisogno l’uno dell’altro per arricchirci. Alcune di queste unioni saranno necessariamente dolorose".
Il terzo chakra è posto circa a livello dell'ombelico, vicino al plesso solare, centro nervoso essenziale per i nostri visceri e le nostre emozioni. Manipura. L'elemento è il Fuoco, che richiama i processi digestivi ed anche emozioni come la rabbia, associata al fegato che in questa zona si trova.

L'insegnamento che ce ne viene è: Onora te stesso. Cioè riconosci il tuo valore come creatura vivente, il diritto al rispetto di sè. Diventa ciò che sei nato per essere, tenendo conto che " Mentre noi misuriamo il successo in termini di benessere e sicurezza personale, l’universo lo mette in relazione a ciò che abbiamo imparato". Viviamo su un "pianeta-scuola" e non siamo qui per rimanere, conservare, semmai tutto ciò che arriva viene per insegnarci, quasi sempre non come vorremmo noi, spesso in maniera dolorosa.
E quando ci mettiamo di traverso, resistiamo anzichè accogliere come insegnamento, non è raro che il nostro corpo ce lo segnali proprio con disturbi viscerali, allo stomaco, all'intestino.
"Ogni volta che scegliamo di rafforzare il nostro potere interiore, poniamo un limite all’autorità che il mondo materiale ha sulla nostra vita, sul corpo, la salute, la mente e lo spirito. " Siete nel Mondo, ma non siete del Mondo", scrive San Giovanni.
"Dal punto di vista energetico, ogni scelta che arricchisce lo spirito rafforza il nostro campo di energia, e quanto più questo è forte, tanto minori saranno i contatti che avremo con persone ed esperienze negative.
L’intuizione e l’indipendenza caratteristiche del terzo chakra ci conferiscono la capacità di correre rischi, di seguire gli istinti più viscerali."

​Nella tradizione cattolica, durante la cerimonia della Cresima, Lo Spirito entra in noi, sancendo il nostro ingresso nel mondo adulto (quando la maturazione personale è avvenuta in maniera incompleta, facilmente proviamo il bisogno di riconoscimento da parte degli altri; e la sensazione di abbandono che è la paura di restare soli, di chiedere la guida ad un adulto).
Il quarto Chakra è il Cuore, che costantemente ci ammaestra: l'Amore è il potere divino.  Anahata, associato all'aria, che, come l'Amore, è invisibile, ma indispensabile.
La compassione ci apre le porte del perdono, che è un atto essenziale per la maggior parte delle "guarigioni". Dall'Amore, in un modo o nell'altro dobbiamo passare, per crescere.
"Da un punto di vista simbolico, il sacramento del matrimonio introduce nella nostra vita il bisogno e la responsabilità di esplorare l’amore. Dobbiamo innanzitutto amare noi stessi e il nostro primo matrimonio deve essere simbolico: l’impegno di provvedere in modo consapevole ai nostri bisogni emotivi, per essere in grado di amare e accettare gli altri incondizionatamente. Imparare ad amarci è una sfida per tutti noi, dato che nessuno è nato amando se stesso".
Il quinto chakra è a livello della gola.  Vishuddhi, associato al Cielo, dove per tradizione il Divino ha sede e di cui siamo Specchio, anche per la medicina cinese. E l'insegnamento ci invita a cercare noi stesso su un piano più alto, il Divino. Solo su questo piano ci è possibile cercare una Verità su noi stessi che vada al di là degli anni che ci sono concessi nella carne.
Qui si può realizzare quella trasformazione alchemica che è "cambiare la voce con cui parliamo al mondo", "trasformando i nostri conflitti in successi e le nostre ferite in punti di forza".
"Da un punto di vista simbolico il sacramento della riconciliazione comunica al nostro sistema la consapevolezza che falsare la verità va contro il nostro disegno naturale".  Non "dire la verità", visto che siamo a livello delle corde vocali, fa male soprattutto a noi. Perchè spesso è proprio a noi stessi che mentiamo.
Il sesto chakra è il cosiddetto "terzo occhio", Ajna, situato tra le sopracciglia. Esso rafforza il concetto «Ricerca solo la verità».  Non più guardare, ma finalmente Vedere, rinunciando a giudicare su criteri umani. E siccome umani restiamo, rinunciare tout court a giudicare.
Cambiare gli occhiali con cui osserviamo il mondo, in un ottica che porti Pace. Principalmente a noi stessi.
E col sacramento dell'Ordine "ci si assume ufficialmente il compito di trasmettere il sacro.
(Nel buddhismo questo si chiama «vita retta».) A prescindere da quale sia il nostro compito – guaritore, genitore, scienziato, agricoltore, buon amico – tutti possiamo diventare contenitori di energia divina".
Il settimo chakra, Sahasrara, è detto della Corona. E' a livello dell'apice del cranio, là dove incontriamo il cielo e con Esso ci continuiamo. Vicino all'epifisi, che è considerata da alcuni "la ghiandola della felicità". Là dove, in medicina cinese, i meridiani yang si incontrano.
Il potere che deriva da esso trasmette al nostro sistema la verità sacra «Vivi nel momento presente”. Il futuro non ci appartiene. E il sacramento dell'unzione degli infermi serve proprio a ricordarcelo. E se il futuro genera solo preoccupazione con i mal di testa correlati, il passato rappresenta ciò che è morto. E ancora questo sacramento ci dà la capacità di liberarci delle esperienze passate per «non portarci dietro il morto”. Ci ammaliamo per aver «portato il morto» con noi troppo a lungo. 
Il potere che noi cerchiamo fuori di noi, sotto forma di denaro, prestigio, sicurezza è semplicemente dentro di noi, a disposizione di chi decide di usarne consapevolmente. Di chi impara " a tirare fuori dal proprio Tesoro cose nuove e cose vecchie" (Matteo, 13).
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                                                                                         DIVENTA CHI SEI


Proviamo a cercare dentro, ancora più a fondo, una risposta tra i nostri visceri, invece che tra i nostri pensieri. 
Lì intorno all'area dell'ombelico, dove spesso avvertiamo un senso di fastidio, un peso, una tensione, è posto un centro di energia che in India si  chiama secondo chakra, Svadhisthana, Dimore del sè, in agopuntura Qi Hai, mare del Qi, dove viene immagazzinata tutta l'energia del corpo. Un punto così sacro che i samurai utilizzavano per il seppuku, il suicidio onorevole.
In tradizione yoga, questo punto è fondamentale per ciò che riguarda le Relazioni.
In quel punto, da un punto di vista energetico, ci si gioca la possibilità, ad esempio, di una vita capace di autonomia o di dipendenza.
Prendo in prestito alcuni passaggi di Caroline Myss (nel libro, Alchimia dello Spirito).
" Le relazioni sono essenzialmente veicoli di messaggi spirituali: portano nella nostra vita – e noi nella loro – rivelazioni riguardanti le nostre forze e debolezze." In questa visione, incontrare gli altri è entrare in una dimensione di apprendimento. Una scuola dove gli altri, spesso dolorosamente, ci insegnano dove dobbiamo lavorare su noi stessi e dove possiamo renderci disponibili per insgnare a gli altri.
"Attraiamo» relazioni che ci aiutino a conoscere noi stessi. nulla avviene per caso; prima di avviare una relazione, le apriamo la porta con l’energia che generiamo."
Questo è il motivo per cui spesso incontriamo sempre lo stesso tipo di partner, sempre lo stesso tipo di relazione, che invece di incolpare, dovremmo interrogare: cosa voglio nella vita?  Perchè siamo ciò che vogliamo. E spesso preferiamo una prigione conosciuta (di sofferenza, di tradimento, di violenza, o più semplicemente di abitudine) ad una possibilità di felicità che ci spaventa perchè sconosciuta.
Infatti nel secondo chakra è il Potere di Scegliere. Ed anche la paura che ne deriva.
Scegliere è creare un futuro, una possibilità. E' una responsabilità di cui farsi carico e di cui non possiamo completamente sapere gli esiti. E' esercitare il Divino che è in noi. Noi che così portiamo a compimento il piano di Dio, ci rendiamo "maieuti", responsabili del parto della Vita che "freme nelle doglie", ci insegna San Paolo.
Quante volte una scelta apparentemente sbagliata ci ha portato alla lunga conseguenze positive. E viceversa.
" Paradossalmente, mentre la sua energia ci predispone al tentativo di controllare la nostra vita, il secondo chakra ci insegna anche che non possiamo avere il controllo.
Ciononostante, noi tutti ci dibattiamo in un ciclo, apparentemente senza fine, di delusione, nel quale tentiamo di controllare le nostre vite. Cerchiamo senza sosta la sola, grande scelta che metterà ogni cosa della nostra vita in un ordine permanente, fermando il movimento della scelta abbastanza a lungo per stabilire il controllo finale su tutti e tutto. Questa scelta è la professione giusta? Il partner giusto da sposare? La giusta collocazione nello spazio?
Nella ricerca continua di quest’unica scelta giusta, diamo corpo alla nostra paura del ritmo mutevole, che è la vita stessa.
Nella ricerca di quest’unica persona o cosa che ci darà definitivamente pace, stabilità, amore e salute allontaniamo il potere più autentico che giace «dietro ai nostri occhi e non davanti a essi".
La verità contenuta nella natura paradossale del dualismo è questa: non è importante cosa scegliamo; il nostro potere di influenzare un risultato giace nelle ragioni che ci spingono a compiere una determinata scelta. La sfida del secondo chakra è di comprendere le motivazioni delle scelte che facciamo. Scoprendole, capiremo il contenuto del nostro spirito. Siete pieni di paura o di fede? Ogni nostra scelta contiene l’energia sia della fede sia della paura, e il risultato di ogni decisione riflette in qualche modo quella fede o paura. Questa dinamica di scelta ci impedisce di fuggire da noi stessi o dalle nostre decisioni."
Scegliere in paura è chiudersi in casa, giocare in difesa, limitare i danni, è nascondere il talento della parabola evangelica. Scegliere in fede è aprirsi, rischiare, mettere a frutto i talenti, accogliere che siamo qui per crescere e far crescere.
"Il lato oscuro delle questioni relative al secondo chakra è rappresentato dalle nostre principali paure: stupro, tradimento, perdita economica e povertà, abbandono, solitudine, impotenza, e incapacità di prenderci cura di noi stessi. Ciascuna di queste paure ha il potere di controllarci e di dirigere le nostre azioni per tutta la vita. Nel linguaggio delle Sacre Scritture, queste paure sono definite «falsi dei». Per capire le nostre motivazioni e scoprire i nostri falsi dei, abbiamo bisogno di relazioni. Quando diamo vita a una relazione, usiamo parte della nostra energia o potere personale e, una volta che l’abbiamo stabilita, possiamo chiederci, spesso in modo inconscio: questa relazione sta attingendo potere da me o sono io che sto attingendo potere da lei?
Nella maggior parte delle relazioni iniziamo a pensare in termini di opposti psicologicamente divisi, che inducono un conflitto: io o tu, mio o tuo, buono o cattivo, vincitore o vinto, giusto o sbagliato, ricco o povero. Dal punto di vista simbolico, questi conflitti rappresentano il rapporto che la maggior parte della gente ha con Dio: il mio potere o il Tuo? Ovvero, sei veramente con me su questa terra o devo cercare di controllare ogni cosa da solo?
Questo conflitto fondamentale della fede è presente in tutte le nostre relazioni. Paradossalmente, la nostra sfida nel gestire queste energie conflittuali è quella di mantenerle nella consapevolezza dell’intrinseca unità dell’universo. Iniziamo questo viaggio esplorando il conflitto insito nelle relazioni. Le relazioni generano conflitto, il conflitto genera scelta, la scelta genera movimento e il movimento genera ulteriore conflitto. Usciamo da questo ciclo compiendo scelte che trascendono il dualismo e le divisioni che percepiamo tra noi e gli altri, e tra noi e Dio. Per tutto il tempo in cui cerchiamo di controllare un’altra persona e ci dimentichiamo che essa è uno specchio che riflette le nostre stesse qualità, alimentiamo il conflitto dentro di noi. Vedere noi e gli altri in unioni simboliche, tuttavia, ci aiuta ad attenuare le differenze. Questo è il significato simbolico del sacramento dell’eucaristia."
Meditare in silenzio, portando attenzione al secondo chakra può aiutarci a fare chiarezza su noi stessi.
Quale è la mia paura più profonda? Cosa cerco di dimostrare a me stesso, spesso consumando molta energia, con le mie azioni, ancora una volta, in questa relazione e poi ancora nella prossima e poi ancora nella prossima?
Potremmo allora scoprire che proprio la nostra debolezza è la nostra forza. Che essa ci dona una sensibilità particolare ad un determinato tema, ci rende chi siamo. Chi siamo veramente.
Le creature più vulnerabili sono spesso le più sensibili, le più commoventi, capaci di straordinaria creazione in campo artistico, ad esempio.
Potremmo scoprire che fare i conti con un padre "mortificatore", con una madre "algida",  ci ha messo in crisi per andare oltre, più profondamente in cerca di noi stessi, ad esempio.
Il secondo chakra è anche il centro della creatività.
"L'energia creativa ci porta a intrattenere un dialogo interiore con le polarità del sé, le nostre inclinazioni contrastanti e ci obbliga a dar vita a relazioni esterne per risolvere queste polarità. L’energia creativa ci fa uscire dagli schemi abituali di comportamento, pensiero e relazione. L’abitudine è un inferno al quale le persone si aggrappano nel tentativo di fermare il flusso del cambiamento. L’energia creativa sfida il ripetersi delle abitudini. Queste due forze, ripetizione e creatività, si contrastano a vicenda nella psiche umana e ci costringono a investire e dare nuova forma al caos del nostro mondo, attribuendogli un significato personale."
Ogni giorno riesco a dare significato al mio lavoro, alla mia relazione? In essi cresco? Oppure ci sto per paura,  perchè sono la mia difesa contro il mondo pericoloso?
In silenzio, dopo avere passato qualche minuto a respirare consapevolmente, proviamo a portare l'attenzione in quella zona del nostro corpo.
Perchè il nostro corpo può rivelarci cose che altrimenti restano intrappolate nella fortezza della mente. Là dove dieci anni di psicanalisi possono appena fare breccia.
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