Ashtanga Yoga, Le otto parti del corpo
E' lo yoga della tradizione, così come ci viene riportato negli Yoga Sutra (testo classico della tradizione) da Patanjali, medico, grammatico, geniale uomo di Scienza e di Spirito, vissuto in India tra il 300 ed il 450 D.C.
la prima parte; YAMA ( le regole etiche fondamentali ed universali) ha 5 gambe:
1) SATYA: la verità. E’ onestà verso a se stessi. Essere ciò che si è realmente, altrimenti l'anima soffre.
se non sei onesto con te stesso hai paura , reciti una parte in una recita che però prima o poi sai che finirà.
non puoi crescere, soprattutto non puoi essere sereno.
Ognuno di noi deve svolgere il suo compito con onestà, dedizione, ma consapevole che si tratta sempre e solo di un ruolo temporaneo.
Quando giochi coi bambini sii bambino, quando lavori sii il miglior lavoratore possibile.
Il ruolo è un vestito per l anima, una coperta che dura il tempo che deve durare.
Anche un insetto ha la sua verità: fare la sua parte onestamente. anche una foglia fa la sua parte, accetta la responsabilità che la natura gli porge.
La mente è un dono che ci differenzia dagli altri esseri della creazione, una responsabilità’ , un'opportunità di crescita ed anche una zavorra , perchè ci rende l'onestà , la verità più difficili.
Siamo strumenti per compiere la volontà di Dio. Ognuno ha una responsabilità.
Più sei onesto , più dio rende semplice (che non vuol dire facile), naturale e conseguente il tuo cammino. rende vero ciò che fai, oltre i giudizi ed le apparenze.
La storia del santone e del cacciatore, insegna a riconoscere la verità per salvaguardare l Essenza:
Un animale ferito era braccato da un cacciatore nella foresta. Per salvarsi si rifugiò nella capanna di un santone. Interrogato dal cacciatore, nego’ di aver visto alcun animale, scandalizzando i suoi discepoli.
Ma la Verità è,,,,,,,ciò che è vero nella tua coscienza, ad esempio difendere la vita.
2)AHIMSA; la non violenza è il secondo gradino.
La nonviolenza è vivere naturalmente. Cominciando a non nutrirsi di carne, che aumenta i livelli di violenza dentro di noi, perché ogni animale è ucciso nella sofferenza e ciò produce tossine. La tigre uccide senza violenza, è la sua natura.
Violenza è pretendere dal proprio corpo prestazioni eccessive o mortificarlo con digiuni estremi ed altre forme di mortificazione.
Violenza è anche ogni emozione eccessiva di ira, gelosia, brama che danneggi il proprio organismo sottoponendolo a stress.
Violenza è inquinare il pianeta o disboscare indiscriminatamente al di là dei naturali bisogni.
Nella cultura indù, la non violenza ammette non solo la legittima difesa ma anche l'uccisione nell'ambito del proprio dovere. Ad esempio di soldato. Come Arjuna , nella scrittura sacra della Gita. Si può intendere come il concetto di senso di colpa, con tutti gli strascichi di drammi interiori che implica , non esista in tutta la cultura orientale. Al di là di ogni giudizio di merito o demerito.
3) ASTEYA: non rubare.
Un uomo venne sorpreso a rubare un cetriolo nei campi del re e fu condannato a morte.
Chiese allora udienza al sovrano e gli confido’ di conoscere il segreto per trasformare le pietre in oro e di non voler morire senza poterlo condividere.
Il re incuriosito gli domandò perché non avesse usato questo dono per se’, ma l uomo rispose che solo chi non avesse mai rubato poteva usare del dono senza correre il rischio di morire e questo non era il suo caso, purtroppo.
Il re accondiscese a rimandare di un giorno la sentenza e inviò i suoi messi in tutto il regno per convocare chiunque fosse interessato per l indomani. Con grande sorpresa del sovrano, nessuno si presentò. Neppure i suoi ministri, neppure la regina.
Allora i messi reali furono inviati oltre i confini del regno e la sentenza rinviata ancora. Ma di nuovo nessuno si presentò’.
L'uomo disse: mi sia concesso di non morire finchè io non abbia rivelato il mio segreto almeno ad un altro. Permettimi di rivelarlo a te.
Ma il re confesso’ allora di non potersi considerare onesto, di essersi appropriato più e più volte di ciò che non gli spettava ed in grande quantità. (I successivi punti sono elencati per completezza, ma non mi sono stati spiegati direttamente dal Dr Mishra)
4) brahmacharya: può essere tradotto come Armonia nella sessualità. Tutte le parti del nostro corpo sono "giuste" ed hanno valore, l'Armonia dell'Insieme dona armonia noi stessi. Imparare a prenderci cura della nostra energia istintuale, godendo della potenza che genera, nel rispetto dei nostri principi e di quelli dell'altro. Vuol dire prima di tutto conoscersi. Guardarsi dentro senza paura anche in questa sfera così delicata e spesso considerata ambiguamente.
5) aparigraha: Avere senza possedere, usare dei beni come se non ci appartenessero. Prendersi cura di ogni cosa godendone senza attaccamenti, perchè tutto dovremo lasciare. E lasciare a chi verrà un mondo il meno possibile "inquinato", sia in idrocarburi che in pensieri, atteggiamenti distorti e malati, è la vera eredità per i nostri figli.
la seconda parte; NIYAMA (virtu') ha 5 gambe ed specialmente rivolta a chi pratica yoga:
1) Purificarsi nel corpo per purificare lo spirito (saucha),
2) Vivere contenti di ciò che si ha e di ciò che non si ha (santosha),
3) Passione nelle proprie attività (tapas),
4) Studio e conoscenza di sé (svadhyaya),
5) Abbandono alla volontà più Alta (ishvarapranidhana)
E poi le successive sei parti:
ASANA, le posture consapevoli; PRANAYAMA: il respiro consapevole; PRATYAHARA: ritirare i sensi dall'ambiente esterno verso l'interno di noi; DHARANA: concentrazione; DHYANA: meditazione; SAMADHI: Unione, Fusione
E' lo yoga della tradizione, così come ci viene riportato negli Yoga Sutra (testo classico della tradizione) da Patanjali, medico, grammatico, geniale uomo di Scienza e di Spirito, vissuto in India tra il 300 ed il 450 D.C.
la prima parte; YAMA ( le regole etiche fondamentali ed universali) ha 5 gambe:
1) SATYA: la verità. E’ onestà verso a se stessi. Essere ciò che si è realmente, altrimenti l'anima soffre.
se non sei onesto con te stesso hai paura , reciti una parte in una recita che però prima o poi sai che finirà.
non puoi crescere, soprattutto non puoi essere sereno.
Ognuno di noi deve svolgere il suo compito con onestà, dedizione, ma consapevole che si tratta sempre e solo di un ruolo temporaneo.
Quando giochi coi bambini sii bambino, quando lavori sii il miglior lavoratore possibile.
Il ruolo è un vestito per l anima, una coperta che dura il tempo che deve durare.
Anche un insetto ha la sua verità: fare la sua parte onestamente. anche una foglia fa la sua parte, accetta la responsabilità che la natura gli porge.
La mente è un dono che ci differenzia dagli altri esseri della creazione, una responsabilità’ , un'opportunità di crescita ed anche una zavorra , perchè ci rende l'onestà , la verità più difficili.
Siamo strumenti per compiere la volontà di Dio. Ognuno ha una responsabilità.
Più sei onesto , più dio rende semplice (che non vuol dire facile), naturale e conseguente il tuo cammino. rende vero ciò che fai, oltre i giudizi ed le apparenze.
La storia del santone e del cacciatore, insegna a riconoscere la verità per salvaguardare l Essenza:
Un animale ferito era braccato da un cacciatore nella foresta. Per salvarsi si rifugiò nella capanna di un santone. Interrogato dal cacciatore, nego’ di aver visto alcun animale, scandalizzando i suoi discepoli.
Ma la Verità è,,,,,,,ciò che è vero nella tua coscienza, ad esempio difendere la vita.
2)AHIMSA; la non violenza è il secondo gradino.
La nonviolenza è vivere naturalmente. Cominciando a non nutrirsi di carne, che aumenta i livelli di violenza dentro di noi, perché ogni animale è ucciso nella sofferenza e ciò produce tossine. La tigre uccide senza violenza, è la sua natura.
Violenza è pretendere dal proprio corpo prestazioni eccessive o mortificarlo con digiuni estremi ed altre forme di mortificazione.
Violenza è anche ogni emozione eccessiva di ira, gelosia, brama che danneggi il proprio organismo sottoponendolo a stress.
Violenza è inquinare il pianeta o disboscare indiscriminatamente al di là dei naturali bisogni.
Nella cultura indù, la non violenza ammette non solo la legittima difesa ma anche l'uccisione nell'ambito del proprio dovere. Ad esempio di soldato. Come Arjuna , nella scrittura sacra della Gita. Si può intendere come il concetto di senso di colpa, con tutti gli strascichi di drammi interiori che implica , non esista in tutta la cultura orientale. Al di là di ogni giudizio di merito o demerito.
3) ASTEYA: non rubare.
Un uomo venne sorpreso a rubare un cetriolo nei campi del re e fu condannato a morte.
Chiese allora udienza al sovrano e gli confido’ di conoscere il segreto per trasformare le pietre in oro e di non voler morire senza poterlo condividere.
Il re incuriosito gli domandò perché non avesse usato questo dono per se’, ma l uomo rispose che solo chi non avesse mai rubato poteva usare del dono senza correre il rischio di morire e questo non era il suo caso, purtroppo.
Il re accondiscese a rimandare di un giorno la sentenza e inviò i suoi messi in tutto il regno per convocare chiunque fosse interessato per l indomani. Con grande sorpresa del sovrano, nessuno si presentò. Neppure i suoi ministri, neppure la regina.
Allora i messi reali furono inviati oltre i confini del regno e la sentenza rinviata ancora. Ma di nuovo nessuno si presentò’.
L'uomo disse: mi sia concesso di non morire finchè io non abbia rivelato il mio segreto almeno ad un altro. Permettimi di rivelarlo a te.
Ma il re confesso’ allora di non potersi considerare onesto, di essersi appropriato più e più volte di ciò che non gli spettava ed in grande quantità. (I successivi punti sono elencati per completezza, ma non mi sono stati spiegati direttamente dal Dr Mishra)
4) brahmacharya: può essere tradotto come Armonia nella sessualità. Tutte le parti del nostro corpo sono "giuste" ed hanno valore, l'Armonia dell'Insieme dona armonia noi stessi. Imparare a prenderci cura della nostra energia istintuale, godendo della potenza che genera, nel rispetto dei nostri principi e di quelli dell'altro. Vuol dire prima di tutto conoscersi. Guardarsi dentro senza paura anche in questa sfera così delicata e spesso considerata ambiguamente.
5) aparigraha: Avere senza possedere, usare dei beni come se non ci appartenessero. Prendersi cura di ogni cosa godendone senza attaccamenti, perchè tutto dovremo lasciare. E lasciare a chi verrà un mondo il meno possibile "inquinato", sia in idrocarburi che in pensieri, atteggiamenti distorti e malati, è la vera eredità per i nostri figli.
la seconda parte; NIYAMA (virtu') ha 5 gambe ed specialmente rivolta a chi pratica yoga:
1) Purificarsi nel corpo per purificare lo spirito (saucha),
2) Vivere contenti di ciò che si ha e di ciò che non si ha (santosha),
3) Passione nelle proprie attività (tapas),
4) Studio e conoscenza di sé (svadhyaya),
5) Abbandono alla volontà più Alta (ishvarapranidhana)
E poi le successive sei parti:
ASANA, le posture consapevoli; PRANAYAMA: il respiro consapevole; PRATYAHARA: ritirare i sensi dall'ambiente esterno verso l'interno di noi; DHARANA: concentrazione; DHYANA: meditazione; SAMADHI: Unione, Fusione
TAKE HOME MESSAGE
Le posture ed il respiro sono le pratiche più facilmente "esportabili" nella nostra cultura.
La sequenza più conosciuta dello yoga è sicuramente Surya Namaskara, il Saluto al Sole (puoi scaricarne una versione divertente qui sotto).
Quale fosse la sequenza originaria non è dato sapere e nessun maestro di yoga lo insegna esattamente alla stessa maniera.
Ma questo è ininfluente. Eseguito al mattino, dona rapidamente energia al corpo e lucidità alla mente. Molto bene inserire successivamente qualche minuto di pranayama (vedi la sezione "respirazione") e poi di silenzio.
Per alcuni maestri,è l'elisir di lunga vita.
Il tutto potrebbe durare 14 minuti. L' 1% del giorno dedicato a noi stessi. Troppo?
Le posture ed il respiro sono le pratiche più facilmente "esportabili" nella nostra cultura.
La sequenza più conosciuta dello yoga è sicuramente Surya Namaskara, il Saluto al Sole (puoi scaricarne una versione divertente qui sotto).
Quale fosse la sequenza originaria non è dato sapere e nessun maestro di yoga lo insegna esattamente alla stessa maniera.
Ma questo è ininfluente. Eseguito al mattino, dona rapidamente energia al corpo e lucidità alla mente. Molto bene inserire successivamente qualche minuto di pranayama (vedi la sezione "respirazione") e poi di silenzio.
Per alcuni maestri,è l'elisir di lunga vita.
Il tutto potrebbe durare 14 minuti. L' 1% del giorno dedicato a noi stessi. Troppo?

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File Size: | 145 kb |
File Type: | mp4 |
Lo Yoga è davvero un dono all'umanità. Un dono per tutti. Esiste un livello a cui tutti lo possono praticare. Alcune posizioni, asana, possono essere modificate per essere eseguite su una sedia o contro un muro, per chi, ad esempio, avesse problemi alle ginocchia o alla schiena. Di seguito una possibilità per chi volesse godere del Saluto al Sole, con un aiutino dell'amico muro.
Dallo yoga, si possono mutuare alcuni movimenti molto utili per chi ha problemi di dolore al collo ed alla schiena. Eseguiti quotidianamente, portano sollievo in maniera naturale. Si posso praticare da seduti, su un supporto a terra o su una sedia, e quindi sono adatti anche per chi ha delle limitazioni fisiche importanti.
Per chi può permettersi una maggiore autonomia, ecco alcuni movimenti da eseguire in piedi e sul tappetino.
E' consigliato iniziare con un momento di centratura. Un processo di centratura peraltro estremamente utile in corso di stress è MAKARASANA IL COCCODRILLO enfatizza il respiro diaframmatico, in grado di attivare il sistema parasimpatico e favorire il rilassamento, richiamando la mente dal suo consueto vagare
E' consigliato iniziare con un momento di centratura. Un processo di centratura peraltro estremamente utile in corso di stress è MAKARASANA IL COCCODRILLO enfatizza il respiro diaframmatico, in grado di attivare il sistema parasimpatico e favorire il rilassamento, richiamando la mente dal suo consueto vagare
Alcuni movimenti utili per la schiena
Il Saluto al Sole, un grande Amore.....
E' veramente il core dello Yoga. Eseguito velocemente è un fluido sciogliere i vari segmenti del proprio fisico. Eseguito lentamente è una meditazione in movimento. Lavora sui principali fasci muscolari del corpo e addestra la mente a rimanere focalizzata sul corpo e sul respiro. Lascia che il corpo e il respiro a poco a poco ci trasformino da dentro . E' una danza di fiato, in cui finalmente respiriamo l'Esistenza, anziché rincorrerla.
E' veramente il core dello Yoga. Eseguito velocemente è un fluido sciogliere i vari segmenti del proprio fisico. Eseguito lentamente è una meditazione in movimento. Lavora sui principali fasci muscolari del corpo e addestra la mente a rimanere focalizzata sul corpo e sul respiro. Lascia che il corpo e il respiro a poco a poco ci trasformino da dentro . E' una danza di fiato, in cui finalmente respiriamo l'Esistenza, anziché rincorrerla.
IL POTERE CHE E' IN NOI
Di Evoluzione Spirituale si sono occupate le antiche tradizioni spirituali, da sempre.
E' il cammino interiore che ci porta realmente all'Essenza. O, se si preferisce, alla domanda: chi sono io?
La vita di tutti noi è composta da diverse fasi, ma sostanzialmente, passando gli anni, è possibile che il baricentro si sposti progressivamente da "Io possiedo" un lavoro, una relazione sentimentale, cose e affetti a "Io sono". Già ma chi sono io? Non un medico o un panettiere, non un marito o un figlio e neppure un nome o un cognome. Queste sono etichette appiccicate su una carta di identità.
"Crescere" non è indolore e le crisi che attraversiamo lo testimoniano. Crisi esistenziali o anche crisi di ansia, di panico, di paura, di dolore fisico, che sono spesso equivalenti emotivi di un sistema che non trova risposte e non se ne sta.
Per "Evoluzione Spirituale" non si intende sottostare a pratiche religiose, ma "mettere ordine" nella propria vita. Esattamente come si fa con una casa, che ogni tanto va rivista nella disposizione degli interni per soddisfare nuove esigenze.
Tutto ciò è ovviamente indissolubilmente collegato con la Salute intesa come "Essere Bene".
Caroline Myss, nel suo libro, "Anatomia dello Spirito" prova a mettere insieme la tradizione cristiana con quella orientale ed ebraica.
In maniera molto esemplificativa provo a raccogliere qualche spunto, tralasciando solo per motivi di spazio l'intrigante parte sulla la Cabalah ebraica.
Il cammino di crescita di ognuno ha a che fare col nostro corpo, con la nostra mente, con la nostra anima, ammesso che tale distinzione sia netta come crediamo.
A livello delle parti più basse del nostro corpo inizia tutto. In effetti è da un utero che usciamo.
A questo livello la tradizione indù pone il primo Chakra, cioè il centro energetico più basso dell'organismo, a livello del perineo. Muladhara è associato alla Terra, da cui proveniamo. Qui è la Radice. Cioè la nostra famiglia, cultura, tradizione, religione che va comunque riconosciuta. Ed è proprio da piccolissimi che riceviamo il battesimo, in cui diventiamo membri di una comunità che ci accoglie. E infatti da piccoli è proprio il bisogno di protezione a prevalere.
Il passo successivo sono le relazioni ed il secondo Chakra è posto poco più in alto, a livello sacrale, da dove partono i centri nervosi che controllano gli organi sessuali. Svadhistana. Associato all'elemento Acqua, ed è prorio in quest'area che si trovano i reni che l'Acqua gestiscono. L'energia qui è indirizzata in direzione gli altri.
" Da questo chakra riceviamo il potere di comportarci con onore e integrità in tutte le relazioni della nostra vita, dal matrimonio all’amicizia, ai legami professionali. Questa energia è particolarmente attiva perché riguarda tutte le attività economiche e creative"
Il sacramento corrispondente è quello dell'Eucarestia: "Quando «spezziamo il pane» con qualcuno, riconosciamo simbolicamente che apparteniamo a un’unica famiglia spirituale, che ogni persona che conosciamo è lì per un piano divino e che abbiamo bisogno l’uno dell’altro per arricchirci. Alcune di queste unioni saranno necessariamente dolorose".
Il terzo chakra è posto circa a livello dell'ombelico, vicino al plesso solare, centro nervoso essenziale per i nostri visceri e le nostre emozioni. Manipura. L'elemento è il Fuoco, che richiama i processi digestivi ed anche emozioni come la rabbia, associata al fegato che in questa zona si trova.
L'insegnamento che ce ne viene è: Onora te stesso. Cioè riconosci il tuo valore come creatura vivente, il diritto al rispetto di sè. Diventa ciò che sei nato per essere, tenendo conto che " Mentre noi misuriamo il successo in termini di benessere e sicurezza personale, l’universo lo mette in relazione a ciò che abbiamo imparato". Viviamo su un "pianeta-scuola" e non siamo qui per rimanere, conservare, semmai tutto ciò che arriva viene per insegnarci, quasi sempre non come vorremmo noi, spesso in maniera dolorosa.
E quando ci mettiamo di traverso, resistiamo anzichè accogliere come insegnamento, non è raro che il nostro corpo ce lo segnali proprio con disturbi viscerali, allo stomaco, all'intestino.
"Ogni volta che scegliamo di rafforzare il nostro potere interiore, poniamo un limite all’autorità che il mondo materiale ha sulla nostra vita, sul corpo, la salute, la mente e lo spirito. " Siete nel Mondo, ma non siete del Mondo", scrive San Giovanni.
"Dal punto di vista energetico, ogni scelta che arricchisce lo spirito rafforza il nostro campo di energia, e quanto più questo è forte, tanto minori saranno i contatti che avremo con persone ed esperienze negative.
L’intuizione e l’indipendenza caratteristiche del terzo chakra ci conferiscono la capacità di correre rischi, di seguire gli istinti più viscerali."
Nella tradizione cattolica, durante la cerimonia della Cresima, Lo Spirito entra in noi, sancendo il nostro ingresso nel mondo adulto (quando la maturazione personale è avvenuta in maniera incompleta, facilmente proviamo il bisogno di riconoscimento da parte degli altri; e la sensazione di abbandono che è la paura di restare soli, di chiedere la guida ad un adulto).
Il quarto Chakra è il Cuore, che costantemente ci ammaestra: l'Amore è il potere divino. Anahata, associato all'aria, che, come l'Amore, è invisibile, ma indispensabile.
La compassione ci apre le porte del perdono, che è un atto essenziale per la maggior parte delle "guarigioni". Dall'Amore, in un modo o nell'altro dobbiamo passare, per crescere.
"Da un punto di vista simbolico, il sacramento del matrimonio introduce nella nostra vita il bisogno e la responsabilità di esplorare l’amore. Dobbiamo innanzitutto amare noi stessi e il nostro primo matrimonio deve essere simbolico: l’impegno di provvedere in modo consapevole ai nostri bisogni emotivi, per essere in grado di amare e accettare gli altri incondizionatamente. Imparare ad amarci è una sfida per tutti noi, dato che nessuno è nato amando se stesso".
Il quinto chakra è a livello della gola. Vishuddhi, associato al Cielo, dove per tradizione il Divino ha sede e di cui siamo Specchio, anche per la medicina cinese. E l'insegnamento ci invita a cercare noi stesso su un piano più alto, il Divino. Solo su questo piano ci è possibile cercare una Verità su noi stessi che vada al di là degli anni che ci sono concessi nella carne.
Qui si può realizzare quella trasformazione alchemica che è "cambiare la voce con cui parliamo al mondo", "trasformando i nostri conflitti in successi e le nostre ferite in punti di forza".
"Da un punto di vista simbolico il sacramento della riconciliazione comunica al nostro sistema la consapevolezza che falsare la verità va contro il nostro disegno naturale". Non "dire la verità", visto che siamo a livello delle corde vocali, fa male soprattutto a noi. Perchè spesso è proprio a noi stessi che mentiamo.
Il sesto chakra è il cosiddetto "terzo occhio", Ajna, situato tra le sopracciglia. Esso rafforza il concetto «Ricerca solo la verità». Non più guardare, ma finalmente Vedere, rinunciando a giudicare su criteri umani. E siccome umani restiamo, rinunciare tout court a giudicare.
Cambiare gli occhiali con cui osserviamo il mondo, in un ottica che porti Pace. Principalmente a noi stessi.
E col sacramento dell'Ordine "ci si assume ufficialmente il compito di trasmettere il sacro.
(Nel buddhismo questo si chiama «vita retta».) A prescindere da quale sia il nostro compito – guaritore, genitore, scienziato, agricoltore, buon amico – tutti possiamo diventare contenitori di energia divina".
Il settimo chakra, Sahasrara, è detto della Corona. E' a livello dell'apice del cranio, là dove incontriamo il cielo e con Esso ci continuiamo. Vicino all'epifisi, che è considerata da alcuni "la ghiandola della felicità". Là dove, in medicina cinese, i meridiani yang si incontrano.
Il potere che deriva da esso trasmette al nostro sistema la verità sacra «Vivi nel momento presente”. Il futuro non ci appartiene. E il sacramento dell'unzione degli infermi serve proprio a ricordarcelo. E se il futuro genera solo preoccupazione con i mal di testa correlati, il passato rappresenta ciò che è morto. E ancora questo sacramento ci dà la capacità di liberarci delle esperienze passate per «non portarci dietro il morto”. Ci ammaliamo per aver «portato il morto» con noi troppo a lungo.
Il potere che noi cerchiamo fuori di noi, sotto forma di denaro, prestigio, sicurezza è semplicemente dentro di noi, a disposizione di chi decide di usarne consapevolmente. Di chi impara " a tirare fuori dal proprio Tesoro cose nuove e cose vecchie" (Matteo, 13).
Di Evoluzione Spirituale si sono occupate le antiche tradizioni spirituali, da sempre.
E' il cammino interiore che ci porta realmente all'Essenza. O, se si preferisce, alla domanda: chi sono io?
La vita di tutti noi è composta da diverse fasi, ma sostanzialmente, passando gli anni, è possibile che il baricentro si sposti progressivamente da "Io possiedo" un lavoro, una relazione sentimentale, cose e affetti a "Io sono". Già ma chi sono io? Non un medico o un panettiere, non un marito o un figlio e neppure un nome o un cognome. Queste sono etichette appiccicate su una carta di identità.
"Crescere" non è indolore e le crisi che attraversiamo lo testimoniano. Crisi esistenziali o anche crisi di ansia, di panico, di paura, di dolore fisico, che sono spesso equivalenti emotivi di un sistema che non trova risposte e non se ne sta.
Per "Evoluzione Spirituale" non si intende sottostare a pratiche religiose, ma "mettere ordine" nella propria vita. Esattamente come si fa con una casa, che ogni tanto va rivista nella disposizione degli interni per soddisfare nuove esigenze.
Tutto ciò è ovviamente indissolubilmente collegato con la Salute intesa come "Essere Bene".
Caroline Myss, nel suo libro, "Anatomia dello Spirito" prova a mettere insieme la tradizione cristiana con quella orientale ed ebraica.
In maniera molto esemplificativa provo a raccogliere qualche spunto, tralasciando solo per motivi di spazio l'intrigante parte sulla la Cabalah ebraica.
Il cammino di crescita di ognuno ha a che fare col nostro corpo, con la nostra mente, con la nostra anima, ammesso che tale distinzione sia netta come crediamo.
A livello delle parti più basse del nostro corpo inizia tutto. In effetti è da un utero che usciamo.
A questo livello la tradizione indù pone il primo Chakra, cioè il centro energetico più basso dell'organismo, a livello del perineo. Muladhara è associato alla Terra, da cui proveniamo. Qui è la Radice. Cioè la nostra famiglia, cultura, tradizione, religione che va comunque riconosciuta. Ed è proprio da piccolissimi che riceviamo il battesimo, in cui diventiamo membri di una comunità che ci accoglie. E infatti da piccoli è proprio il bisogno di protezione a prevalere.
Il passo successivo sono le relazioni ed il secondo Chakra è posto poco più in alto, a livello sacrale, da dove partono i centri nervosi che controllano gli organi sessuali. Svadhistana. Associato all'elemento Acqua, ed è prorio in quest'area che si trovano i reni che l'Acqua gestiscono. L'energia qui è indirizzata in direzione gli altri.
" Da questo chakra riceviamo il potere di comportarci con onore e integrità in tutte le relazioni della nostra vita, dal matrimonio all’amicizia, ai legami professionali. Questa energia è particolarmente attiva perché riguarda tutte le attività economiche e creative"
Il sacramento corrispondente è quello dell'Eucarestia: "Quando «spezziamo il pane» con qualcuno, riconosciamo simbolicamente che apparteniamo a un’unica famiglia spirituale, che ogni persona che conosciamo è lì per un piano divino e che abbiamo bisogno l’uno dell’altro per arricchirci. Alcune di queste unioni saranno necessariamente dolorose".
Il terzo chakra è posto circa a livello dell'ombelico, vicino al plesso solare, centro nervoso essenziale per i nostri visceri e le nostre emozioni. Manipura. L'elemento è il Fuoco, che richiama i processi digestivi ed anche emozioni come la rabbia, associata al fegato che in questa zona si trova.
L'insegnamento che ce ne viene è: Onora te stesso. Cioè riconosci il tuo valore come creatura vivente, il diritto al rispetto di sè. Diventa ciò che sei nato per essere, tenendo conto che " Mentre noi misuriamo il successo in termini di benessere e sicurezza personale, l’universo lo mette in relazione a ciò che abbiamo imparato". Viviamo su un "pianeta-scuola" e non siamo qui per rimanere, conservare, semmai tutto ciò che arriva viene per insegnarci, quasi sempre non come vorremmo noi, spesso in maniera dolorosa.
E quando ci mettiamo di traverso, resistiamo anzichè accogliere come insegnamento, non è raro che il nostro corpo ce lo segnali proprio con disturbi viscerali, allo stomaco, all'intestino.
"Ogni volta che scegliamo di rafforzare il nostro potere interiore, poniamo un limite all’autorità che il mondo materiale ha sulla nostra vita, sul corpo, la salute, la mente e lo spirito. " Siete nel Mondo, ma non siete del Mondo", scrive San Giovanni.
"Dal punto di vista energetico, ogni scelta che arricchisce lo spirito rafforza il nostro campo di energia, e quanto più questo è forte, tanto minori saranno i contatti che avremo con persone ed esperienze negative.
L’intuizione e l’indipendenza caratteristiche del terzo chakra ci conferiscono la capacità di correre rischi, di seguire gli istinti più viscerali."
Nella tradizione cattolica, durante la cerimonia della Cresima, Lo Spirito entra in noi, sancendo il nostro ingresso nel mondo adulto (quando la maturazione personale è avvenuta in maniera incompleta, facilmente proviamo il bisogno di riconoscimento da parte degli altri; e la sensazione di abbandono che è la paura di restare soli, di chiedere la guida ad un adulto).
Il quarto Chakra è il Cuore, che costantemente ci ammaestra: l'Amore è il potere divino. Anahata, associato all'aria, che, come l'Amore, è invisibile, ma indispensabile.
La compassione ci apre le porte del perdono, che è un atto essenziale per la maggior parte delle "guarigioni". Dall'Amore, in un modo o nell'altro dobbiamo passare, per crescere.
"Da un punto di vista simbolico, il sacramento del matrimonio introduce nella nostra vita il bisogno e la responsabilità di esplorare l’amore. Dobbiamo innanzitutto amare noi stessi e il nostro primo matrimonio deve essere simbolico: l’impegno di provvedere in modo consapevole ai nostri bisogni emotivi, per essere in grado di amare e accettare gli altri incondizionatamente. Imparare ad amarci è una sfida per tutti noi, dato che nessuno è nato amando se stesso".
Il quinto chakra è a livello della gola. Vishuddhi, associato al Cielo, dove per tradizione il Divino ha sede e di cui siamo Specchio, anche per la medicina cinese. E l'insegnamento ci invita a cercare noi stesso su un piano più alto, il Divino. Solo su questo piano ci è possibile cercare una Verità su noi stessi che vada al di là degli anni che ci sono concessi nella carne.
Qui si può realizzare quella trasformazione alchemica che è "cambiare la voce con cui parliamo al mondo", "trasformando i nostri conflitti in successi e le nostre ferite in punti di forza".
"Da un punto di vista simbolico il sacramento della riconciliazione comunica al nostro sistema la consapevolezza che falsare la verità va contro il nostro disegno naturale". Non "dire la verità", visto che siamo a livello delle corde vocali, fa male soprattutto a noi. Perchè spesso è proprio a noi stessi che mentiamo.
Il sesto chakra è il cosiddetto "terzo occhio", Ajna, situato tra le sopracciglia. Esso rafforza il concetto «Ricerca solo la verità». Non più guardare, ma finalmente Vedere, rinunciando a giudicare su criteri umani. E siccome umani restiamo, rinunciare tout court a giudicare.
Cambiare gli occhiali con cui osserviamo il mondo, in un ottica che porti Pace. Principalmente a noi stessi.
E col sacramento dell'Ordine "ci si assume ufficialmente il compito di trasmettere il sacro.
(Nel buddhismo questo si chiama «vita retta».) A prescindere da quale sia il nostro compito – guaritore, genitore, scienziato, agricoltore, buon amico – tutti possiamo diventare contenitori di energia divina".
Il settimo chakra, Sahasrara, è detto della Corona. E' a livello dell'apice del cranio, là dove incontriamo il cielo e con Esso ci continuiamo. Vicino all'epifisi, che è considerata da alcuni "la ghiandola della felicità". Là dove, in medicina cinese, i meridiani yang si incontrano.
Il potere che deriva da esso trasmette al nostro sistema la verità sacra «Vivi nel momento presente”. Il futuro non ci appartiene. E il sacramento dell'unzione degli infermi serve proprio a ricordarcelo. E se il futuro genera solo preoccupazione con i mal di testa correlati, il passato rappresenta ciò che è morto. E ancora questo sacramento ci dà la capacità di liberarci delle esperienze passate per «non portarci dietro il morto”. Ci ammaliamo per aver «portato il morto» con noi troppo a lungo.
Il potere che noi cerchiamo fuori di noi, sotto forma di denaro, prestigio, sicurezza è semplicemente dentro di noi, a disposizione di chi decide di usarne consapevolmente. Di chi impara " a tirare fuori dal proprio Tesoro cose nuove e cose vecchie" (Matteo, 13).
DIVENTA CHI SEI
Proviamo a cercare dentro, ancora più a fondo, una risposta tra i nostri visceri, invece che tra i nostri pensieri.
Lì intorno all'area dell'ombelico, dove spesso avvertiamo un senso di fastidio, un peso, una tensione, è posto un centro di energia che in India si chiama secondo chakra, Svadhisthana, Dimore del sè, in agopuntura Qi Hai, mare del Qi, dove viene immagazzinata tutta l'energia del corpo. Un punto così sacro che i samurai utilizzavano per il seppuku, il suicidio onorevole.
In tradizione yoga, questo punto è fondamentale per ciò che riguarda le Relazioni.
In quel punto, da un punto di vista energetico, ci si gioca la possibilità, ad esempio, di una vita capace di autonomia o di dipendenza.
Prendo in prestito alcuni passaggi di Caroline Myss (nel libro, Alchimia dello Spirito).
" Le relazioni sono essenzialmente veicoli di messaggi spirituali: portano nella nostra vita – e noi nella loro – rivelazioni riguardanti le nostre forze e debolezze." In questa visione, incontrare gli altri è entrare in una dimensione di apprendimento. Una scuola dove gli altri, spesso dolorosamente, ci insegnano dove dobbiamo lavorare su noi stessi e dove possiamo renderci disponibili per insgnare a gli altri.
"Attraiamo» relazioni che ci aiutino a conoscere noi stessi. nulla avviene per caso; prima di avviare una relazione, le apriamo la porta con l’energia che generiamo."
Questo è il motivo per cui spesso incontriamo sempre lo stesso tipo di partner, sempre lo stesso tipo di relazione, che invece di incolpare, dovremmo interrogare: cosa voglio nella vita? Perchè siamo ciò che vogliamo. E spesso preferiamo una prigione conosciuta (di sofferenza, di tradimento, di violenza, o più semplicemente di abitudine) ad una possibilità di felicità che ci spaventa perchè sconosciuta.
Infatti nel secondo chakra è il Potere di Scegliere. Ed anche la paura che ne deriva.
Scegliere è creare un futuro, una possibilità. E' una responsabilità di cui farsi carico e di cui non possiamo completamente sapere gli esiti. E' esercitare il Divino che è in noi. Noi che così portiamo a compimento il piano di Dio, ci rendiamo "maieuti", responsabili del parto della Vita che "freme nelle doglie", ci insegna San Paolo.
Quante volte una scelta apparentemente sbagliata ci ha portato alla lunga conseguenze positive. E viceversa.
" Paradossalmente, mentre la sua energia ci predispone al tentativo di controllare la nostra vita, il secondo chakra ci insegna anche che non possiamo avere il controllo.
Ciononostante, noi tutti ci dibattiamo in un ciclo, apparentemente senza fine, di delusione, nel quale tentiamo di controllare le nostre vite. Cerchiamo senza sosta la sola, grande scelta che metterà ogni cosa della nostra vita in un ordine permanente, fermando il movimento della scelta abbastanza a lungo per stabilire il controllo finale su tutti e tutto. Questa scelta è la professione giusta? Il partner giusto da sposare? La giusta collocazione nello spazio?
Nella ricerca continua di quest’unica scelta giusta, diamo corpo alla nostra paura del ritmo mutevole, che è la vita stessa.
Nella ricerca di quest’unica persona o cosa che ci darà definitivamente pace, stabilità, amore e salute allontaniamo il potere più autentico che giace «dietro ai nostri occhi e non davanti a essi".
La verità contenuta nella natura paradossale del dualismo è questa: non è importante cosa scegliamo; il nostro potere di influenzare un risultato giace nelle ragioni che ci spingono a compiere una determinata scelta. La sfida del secondo chakra è di comprendere le motivazioni delle scelte che facciamo. Scoprendole, capiremo il contenuto del nostro spirito. Siete pieni di paura o di fede? Ogni nostra scelta contiene l’energia sia della fede sia della paura, e il risultato di ogni decisione riflette in qualche modo quella fede o paura. Questa dinamica di scelta ci impedisce di fuggire da noi stessi o dalle nostre decisioni."
Scegliere in paura è chiudersi in casa, giocare in difesa, limitare i danni, è nascondere il talento della parabola evangelica. Scegliere in fede è aprirsi, rischiare, mettere a frutto i talenti, accogliere che siamo qui per crescere e far crescere.
"Il lato oscuro delle questioni relative al secondo chakra è rappresentato dalle nostre principali paure: stupro, tradimento, perdita economica e povertà, abbandono, solitudine, impotenza, e incapacità di prenderci cura di noi stessi. Ciascuna di queste paure ha il potere di controllarci e di dirigere le nostre azioni per tutta la vita. Nel linguaggio delle Sacre Scritture, queste paure sono definite «falsi dei». Per capire le nostre motivazioni e scoprire i nostri falsi dei, abbiamo bisogno di relazioni. Quando diamo vita a una relazione, usiamo parte della nostra energia o potere personale e, una volta che l’abbiamo stabilita, possiamo chiederci, spesso in modo inconscio: questa relazione sta attingendo potere da me o sono io che sto attingendo potere da lei?
Nella maggior parte delle relazioni iniziamo a pensare in termini di opposti psicologicamente divisi, che inducono un conflitto: io o tu, mio o tuo, buono o cattivo, vincitore o vinto, giusto o sbagliato, ricco o povero. Dal punto di vista simbolico, questi conflitti rappresentano il rapporto che la maggior parte della gente ha con Dio: il mio potere o il Tuo? Ovvero, sei veramente con me su questa terra o devo cercare di controllare ogni cosa da solo?
Questo conflitto fondamentale della fede è presente in tutte le nostre relazioni. Paradossalmente, la nostra sfida nel gestire queste energie conflittuali è quella di mantenerle nella consapevolezza dell’intrinseca unità dell’universo. Iniziamo questo viaggio esplorando il conflitto insito nelle relazioni. Le relazioni generano conflitto, il conflitto genera scelta, la scelta genera movimento e il movimento genera ulteriore conflitto. Usciamo da questo ciclo compiendo scelte che trascendono il dualismo e le divisioni che percepiamo tra noi e gli altri, e tra noi e Dio. Per tutto il tempo in cui cerchiamo di controllare un’altra persona e ci dimentichiamo che essa è uno specchio che riflette le nostre stesse qualità, alimentiamo il conflitto dentro di noi. Vedere noi e gli altri in unioni simboliche, tuttavia, ci aiuta ad attenuare le differenze. Questo è il significato simbolico del sacramento dell’eucaristia."
Meditare in silenzio, portando attenzione al secondo chakra può aiutarci a fare chiarezza su noi stessi.
Quale è la mia paura più profonda? Cosa cerco di dimostrare a me stesso, spesso consumando molta energia, con le mie azioni, ancora una volta, in questa relazione e poi ancora nella prossima e poi ancora nella prossima?
Potremmo allora scoprire che proprio la nostra debolezza è la nostra forza. Che essa ci dona una sensibilità particolare ad un determinato tema, ci rende chi siamo. Chi siamo veramente.
Le creature più vulnerabili sono spesso le più sensibili, le più commoventi, capaci di straordinaria creazione in campo artistico, ad esempio.
Potremmo scoprire che fare i conti con un padre "mortificatore", con una madre "algida", ci ha messo in crisi per andare oltre, più profondamente in cerca di noi stessi, ad esempio.
Il secondo chakra è anche il centro della creatività.
"L'energia creativa ci porta a intrattenere un dialogo interiore con le polarità del sé, le nostre inclinazioni contrastanti e ci obbliga a dar vita a relazioni esterne per risolvere queste polarità. L’energia creativa ci fa uscire dagli schemi abituali di comportamento, pensiero e relazione. L’abitudine è un inferno al quale le persone si aggrappano nel tentativo di fermare il flusso del cambiamento. L’energia creativa sfida il ripetersi delle abitudini. Queste due forze, ripetizione e creatività, si contrastano a vicenda nella psiche umana e ci costringono a investire e dare nuova forma al caos del nostro mondo, attribuendogli un significato personale."
Ogni giorno riesco a dare significato al mio lavoro, alla mia relazione? In essi cresco? Oppure ci sto per paura, perchè sono la mia difesa contro il mondo pericoloso?
In silenzio, dopo avere passato qualche minuto a respirare consapevolmente, proviamo a portare l'attenzione in quella zona del nostro corpo.
Perchè il nostro corpo può rivelarci cose che altrimenti restano intrappolate nella fortezza della mente. Là dove dieci anni di psicanalisi possono appena fare breccia.
Proviamo a cercare dentro, ancora più a fondo, una risposta tra i nostri visceri, invece che tra i nostri pensieri.
Lì intorno all'area dell'ombelico, dove spesso avvertiamo un senso di fastidio, un peso, una tensione, è posto un centro di energia che in India si chiama secondo chakra, Svadhisthana, Dimore del sè, in agopuntura Qi Hai, mare del Qi, dove viene immagazzinata tutta l'energia del corpo. Un punto così sacro che i samurai utilizzavano per il seppuku, il suicidio onorevole.
In tradizione yoga, questo punto è fondamentale per ciò che riguarda le Relazioni.
In quel punto, da un punto di vista energetico, ci si gioca la possibilità, ad esempio, di una vita capace di autonomia o di dipendenza.
Prendo in prestito alcuni passaggi di Caroline Myss (nel libro, Alchimia dello Spirito).
" Le relazioni sono essenzialmente veicoli di messaggi spirituali: portano nella nostra vita – e noi nella loro – rivelazioni riguardanti le nostre forze e debolezze." In questa visione, incontrare gli altri è entrare in una dimensione di apprendimento. Una scuola dove gli altri, spesso dolorosamente, ci insegnano dove dobbiamo lavorare su noi stessi e dove possiamo renderci disponibili per insgnare a gli altri.
"Attraiamo» relazioni che ci aiutino a conoscere noi stessi. nulla avviene per caso; prima di avviare una relazione, le apriamo la porta con l’energia che generiamo."
Questo è il motivo per cui spesso incontriamo sempre lo stesso tipo di partner, sempre lo stesso tipo di relazione, che invece di incolpare, dovremmo interrogare: cosa voglio nella vita? Perchè siamo ciò che vogliamo. E spesso preferiamo una prigione conosciuta (di sofferenza, di tradimento, di violenza, o più semplicemente di abitudine) ad una possibilità di felicità che ci spaventa perchè sconosciuta.
Infatti nel secondo chakra è il Potere di Scegliere. Ed anche la paura che ne deriva.
Scegliere è creare un futuro, una possibilità. E' una responsabilità di cui farsi carico e di cui non possiamo completamente sapere gli esiti. E' esercitare il Divino che è in noi. Noi che così portiamo a compimento il piano di Dio, ci rendiamo "maieuti", responsabili del parto della Vita che "freme nelle doglie", ci insegna San Paolo.
Quante volte una scelta apparentemente sbagliata ci ha portato alla lunga conseguenze positive. E viceversa.
" Paradossalmente, mentre la sua energia ci predispone al tentativo di controllare la nostra vita, il secondo chakra ci insegna anche che non possiamo avere il controllo.
Ciononostante, noi tutti ci dibattiamo in un ciclo, apparentemente senza fine, di delusione, nel quale tentiamo di controllare le nostre vite. Cerchiamo senza sosta la sola, grande scelta che metterà ogni cosa della nostra vita in un ordine permanente, fermando il movimento della scelta abbastanza a lungo per stabilire il controllo finale su tutti e tutto. Questa scelta è la professione giusta? Il partner giusto da sposare? La giusta collocazione nello spazio?
Nella ricerca continua di quest’unica scelta giusta, diamo corpo alla nostra paura del ritmo mutevole, che è la vita stessa.
Nella ricerca di quest’unica persona o cosa che ci darà definitivamente pace, stabilità, amore e salute allontaniamo il potere più autentico che giace «dietro ai nostri occhi e non davanti a essi".
La verità contenuta nella natura paradossale del dualismo è questa: non è importante cosa scegliamo; il nostro potere di influenzare un risultato giace nelle ragioni che ci spingono a compiere una determinata scelta. La sfida del secondo chakra è di comprendere le motivazioni delle scelte che facciamo. Scoprendole, capiremo il contenuto del nostro spirito. Siete pieni di paura o di fede? Ogni nostra scelta contiene l’energia sia della fede sia della paura, e il risultato di ogni decisione riflette in qualche modo quella fede o paura. Questa dinamica di scelta ci impedisce di fuggire da noi stessi o dalle nostre decisioni."
Scegliere in paura è chiudersi in casa, giocare in difesa, limitare i danni, è nascondere il talento della parabola evangelica. Scegliere in fede è aprirsi, rischiare, mettere a frutto i talenti, accogliere che siamo qui per crescere e far crescere.
"Il lato oscuro delle questioni relative al secondo chakra è rappresentato dalle nostre principali paure: stupro, tradimento, perdita economica e povertà, abbandono, solitudine, impotenza, e incapacità di prenderci cura di noi stessi. Ciascuna di queste paure ha il potere di controllarci e di dirigere le nostre azioni per tutta la vita. Nel linguaggio delle Sacre Scritture, queste paure sono definite «falsi dei». Per capire le nostre motivazioni e scoprire i nostri falsi dei, abbiamo bisogno di relazioni. Quando diamo vita a una relazione, usiamo parte della nostra energia o potere personale e, una volta che l’abbiamo stabilita, possiamo chiederci, spesso in modo inconscio: questa relazione sta attingendo potere da me o sono io che sto attingendo potere da lei?
Nella maggior parte delle relazioni iniziamo a pensare in termini di opposti psicologicamente divisi, che inducono un conflitto: io o tu, mio o tuo, buono o cattivo, vincitore o vinto, giusto o sbagliato, ricco o povero. Dal punto di vista simbolico, questi conflitti rappresentano il rapporto che la maggior parte della gente ha con Dio: il mio potere o il Tuo? Ovvero, sei veramente con me su questa terra o devo cercare di controllare ogni cosa da solo?
Questo conflitto fondamentale della fede è presente in tutte le nostre relazioni. Paradossalmente, la nostra sfida nel gestire queste energie conflittuali è quella di mantenerle nella consapevolezza dell’intrinseca unità dell’universo. Iniziamo questo viaggio esplorando il conflitto insito nelle relazioni. Le relazioni generano conflitto, il conflitto genera scelta, la scelta genera movimento e il movimento genera ulteriore conflitto. Usciamo da questo ciclo compiendo scelte che trascendono il dualismo e le divisioni che percepiamo tra noi e gli altri, e tra noi e Dio. Per tutto il tempo in cui cerchiamo di controllare un’altra persona e ci dimentichiamo che essa è uno specchio che riflette le nostre stesse qualità, alimentiamo il conflitto dentro di noi. Vedere noi e gli altri in unioni simboliche, tuttavia, ci aiuta ad attenuare le differenze. Questo è il significato simbolico del sacramento dell’eucaristia."
Meditare in silenzio, portando attenzione al secondo chakra può aiutarci a fare chiarezza su noi stessi.
Quale è la mia paura più profonda? Cosa cerco di dimostrare a me stesso, spesso consumando molta energia, con le mie azioni, ancora una volta, in questa relazione e poi ancora nella prossima e poi ancora nella prossima?
Potremmo allora scoprire che proprio la nostra debolezza è la nostra forza. Che essa ci dona una sensibilità particolare ad un determinato tema, ci rende chi siamo. Chi siamo veramente.
Le creature più vulnerabili sono spesso le più sensibili, le più commoventi, capaci di straordinaria creazione in campo artistico, ad esempio.
Potremmo scoprire che fare i conti con un padre "mortificatore", con una madre "algida", ci ha messo in crisi per andare oltre, più profondamente in cerca di noi stessi, ad esempio.
Il secondo chakra è anche il centro della creatività.
"L'energia creativa ci porta a intrattenere un dialogo interiore con le polarità del sé, le nostre inclinazioni contrastanti e ci obbliga a dar vita a relazioni esterne per risolvere queste polarità. L’energia creativa ci fa uscire dagli schemi abituali di comportamento, pensiero e relazione. L’abitudine è un inferno al quale le persone si aggrappano nel tentativo di fermare il flusso del cambiamento. L’energia creativa sfida il ripetersi delle abitudini. Queste due forze, ripetizione e creatività, si contrastano a vicenda nella psiche umana e ci costringono a investire e dare nuova forma al caos del nostro mondo, attribuendogli un significato personale."
Ogni giorno riesco a dare significato al mio lavoro, alla mia relazione? In essi cresco? Oppure ci sto per paura, perchè sono la mia difesa contro il mondo pericoloso?
In silenzio, dopo avere passato qualche minuto a respirare consapevolmente, proviamo a portare l'attenzione in quella zona del nostro corpo.
Perchè il nostro corpo può rivelarci cose che altrimenti restano intrappolate nella fortezza della mente. Là dove dieci anni di psicanalisi possono appena fare breccia.

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