La primissima parola dei fondamenti della tradizione dello Yoga è ahimsa, non-violenza, non-danneggiamento, non-aggressività, non-negatività. Questo concetto non è una soluzione per alcun problema. Non è la risposta a nessuna domanda. Semplicemente è, puro e semplice, fine a sé stesso. La pace non è la soluzione al problema della guerra o delle battaglie o dei litigi o dei disaccordi. Se la pace fosse la soluzione per il problema della guerra, allora la guerra sarebbe una sorta di pre-requisito per il raggiungimento di una condizione di pace, che resterà quindi temporanea. Questo tipo di pace non è la vera pace. La pace non è la pausa tra due guerre. L'amore non è uno stato che avviene tra un pensiero pieno d'odio e un altro. La pace semplicemente è dentro di voi oppure no. La pace non è una condizione tra le nazioni. Non è una condizione internazionale. Non è la soluzione alle discordie inter-religiose. Non è una soluzione al problema di marito e moglie che si urlano addosso litigando. La pace è quell'esperienza di essere, il vostro essere, dentro voi stessi, nel quale non ci sono identità conflittuali. Lo dico sempre, quando mi trovo a viaggiare in tanti paesi differenti: ci sono un milione di nazioni che si fanno la guerra all'interno della vostra testa. Senza leggere i giornali, senza guardare la Tv, senza le agenzie giornalistiche che vi riportano scoop e notizione, avete comunque un milione di guerrieri in arme dentro al vostra mente. Questa pace non ha niente a che vedere con il disarmare. Anche se è vero che è a causa delle fluttuazioni della pace nella nostra mente che inizia la corsa agli armamenti. La parola pace dove ha inizio? Ci sono conflitti nella vostra mente? Se sì, allora ci sono conflitti tra nazioni. La parola ahimsa deriva da una radice Sanscrita. Se avete visto il film su Gandhi probabilmente avete sentito questa parola. Deriva da una radice verbale che significa “non essere incline a causare dolore e sofferenza”. Non essere inclini a causare dolore e sofferenza. Non significa “non uccidere, non violare, non ferire”. Significa non essere inclini, non avere alcun desiderio di farlo. Mettiamo che vediate in voi sorgere il desiderio di tirare un sasso a qualcuno. Nel momento in cui lo sentite dentro di voi, già avete creato in voi un arsenale post- nucleare. Negli ultimi 30 anni al Meditation Center ho ripetuto questa lezione, molte e molte volte. Il più grande regalo che potete fare al mondo, il più grande atto di amore incondizionato che potete compiere per il mondo è essere in pace con voi stessi. Swami Veda Bharati, Himalayan Yoga Institute
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Cosa è la Libertà?
Si può essere liberi sotto le bombe russe, saudite o turche, in una società cinese o nord coreana, dentro un obbligo di covidopoli o nella morsa di un debito con una banca o una società assicurativa? Cioè, è possibile la libertà nel 21° secolo, più di quanto non lo fosse nei regimi del 20° secolo? No, ovviamente. Non se intendiamo la possibilità di muoversi o parlare a piacimento. Eppure ce n'è un'altra di Libertà. Quella di non avere paura. O almeno di non viverci dentro, identificandosi con una certa situazione esistenziale, con l'angoscia che ne deriva. Di conservare uno spazio Dentro. In cui far circolare liberamente le idee, lasciando aperto il confronto. Uno spazio di ascolto. Di sè stessi, soprattutto. Di quella parte divina, che pesca nel Silenzio. Che non ha il limite di una nascita e di una morte. Che può permettersi l'esperienza di uno dei tanti regimi (più o meno allo scoperto) su un pianeta violento. Consapevole che la violenza è uno scenario necessario per arrivare alla gentilezza. E alla gentilezza una parte di noi arriverà, o meglio già arriva. Una parte di umanità, ma anche una parte dentro ogni creatura. Anche la meno probabile. "Il Regno di Dio è già qui", dice Cristo. Se abbiamo gli occhi aperti e abbastanza spazio nel cuore. |
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