"La parte frustrante della vita è questo continuo balletto tra le aspettative e le delusioni. La distanza più grande a questo mondo è tra dove sei e dove pensi che dovresti essere". Così dice un colta signora sulla cinquantina, etichettata dal suo psichiatra come "depressa bipolare", nel film "L'unico ragazzo vivente a New York".
Ed ha perfettamente ragione. Ed, avendo ragione, si condanna all'infelicità perenne. E' la depressione una malattia? O un "realistico" approccio alla quotidiana esistenza? Come dovrebbe essere la nostra esistenza? Come dovrebbero essere i nostri figli, i nostri mariti, i nostri lavori, i nostri amici? Bene, di una cosa possiamo essere sicuri: come dovrebbero essere, non lo saranno mai. A questo punto possiamo intestardirci come mosche contro il vetro a tentare di cambiare i nostri figli, i nostri mariti, i nostri lavori, i nostri amici oppure rilassarci. E provare a cambiare l'unica cosa che può essere cambiata: il nostro punto di vista. Non è complicato, è solo molto molto difficile. Richiede un impegno quotidiano. Perchè cambiare un paradigma che abbiamo sostenuto per molti anni probabilmente richiede un pò di anni. Ma da subito, da subito, almeno per brevi istanti, possiamo assaporare Qualcosa. Qualcosa che ci allunga il respiro. Che ci rilassa i muscoli. Che ci fa abbozzare un sorriso. Sentire come un profumo, di libertà. Cioè chiudendo con una citazione di un grande film come Fight Club: "Perdere fino all'ultima aspettativa davvero ci rende liberi"
1 Comment
criscristal
2/2/2020 06:37:16 pm
Molto bello suo blog. Grazie. C'è molto da dire e commentare.
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E' Tempo per...Cose da Dire Archivi
January 2025
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