Sappiamo che in qualche maniera il cibo contiene anche tossine che ci arrecano danno. Lo sanno bene sia le tradizioni occidentali che quelle orientali. Sia il cristianesimo che l’islamismo, sia l’ induismo che l’ebraismo, la medicina ayurvedica come quella occidentale, infatti, invitano ad osservare periodi di digiuno. Nonostante questo nessuno si sognerebbe di eliminare il cibo totalmente dalla sua vita. Così come sappiamo che ci è necessario liberarci delle scorie degli alimenti attraverso la funzione intestinale. Sarebbe folle chi pensasse di trattenere il cibo ed i suoi residui per sempre in pancia. Con le emozioni, non è diverso. Là fuori c’è il Mondo. Sicuramente è un luogo pieno di pericoli, ci intimidisce, ci fa paura, ci blocca, addirittura. Eppure non abbiamo alternative a farci i conti ogni giorno, accogliendo emozioni come paura, rabbia, frustrazione, impotenza che dal contatto col mondo derivano. Quando, spaventati, ci rinchiudiamo in noi stessi, ci “barrichiamo in casa” per evitare sofferenza, in realtà ci stiamo procurando un danno. Infatti, rinunciamo così anche a quelle emozioni, come la gioia, la gratitudine, i sentimenti, il piacere che il Mondo ci regala, assieme alle “tossine” di paura e rabbia. Quando situazioni di squilibrio come la depressione ci portano alla chiusura, ne paghiamo un prezzo alto: “moriamo di fame” per paura di avvelenarci. Per crescere, evolvere, non condannarci all’atrofia dell’anima, dobbiamo rischiare, esattamente come fa la tartaruga che tira fuori la testa dal carapace per nutrirsi, rischiando di essere predata. Ma allora che fare delle emozioni negative? Gesù, in un passaggio del Vangelo, ce spiega, a proposito della zizzania (Matteo 13): erba cattiva che cresce in mezzo al grano. Ma estirparla significherebbe strappare vai anche il buon grano. Meglio aspettare il tempo della mietitura e poi separare ciò che ci fa bene da ciò che ci fa male. Rimaniamo “aperti” al Mondo, a tutte le opportunità che offre, le occasioni che ci concede, ma impariamo a “digerire” ed espellere le emozioni che ci danneggiano. La Medicina Cinese ci invita a non trattenere, a godere di tutto e poi lasciare andare. L’agopuntura e le erbe ci aiutano in questo. Ma, prima di tutto, possiamo imparare delle tecniche che ci aiutino a gestire le emozioni. La principale è la respirazione. Diventarne consapevoli, per prima cosa. E poi qualche semplice esercizio di espirazione, “buttare fuori”. La medicina occidentale ci è utile, con le tecniche di respiro buteyco, ad esempio. Ma lo yoga ha una tradizione millenaria, in ciò: il pranayama insegna tecniche per controllare il respiro. E controllare il respiro equivale a controllare la mente, ci dicono le scritture indiane (Haṭhayoga Pradīpikā - XV secolo). E controllare la mente significa evitare che si crogioli a lungo sulle situazioni della quotidiana esistenza ed impari a “lasciare andare”, invece di generare quell’ansia che noi tutti conosciamo bene e che ci auto-avvelena.
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October 2024
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