O cambiamo noi o non cambia nulla...

• Cambiare paradigma, uscire dalla logica della Certezza per entrare in quella dell’Incerto: eppure avere il coraggio di lasciare il giudizio aperto e di agire, contemporaneamente. 
• Collegare invece di isolare. I concetti, i principi, le idee, le classi sociali, le persone, le razze. 
• Non praticare la riduzione : rispettare la complessità e non tentare di semplificarla, perchè la sintesi non rende giustizia a un mondo complesso.
• Pensare le contraddizioni dialogicamente, in maniera complementare. Due idee opposte possono essere entrambe accolte, in tempi e luoghi e circostanze diverse. Ciò che appare contrario, è spesso complementare (...ndr forse che la luce nega l’oscurità?) 
• Principio ologrammatico. Considerare i frattali: ogni parte contiene il tutto,l’ individuo ha dentro la società e la  società ha dentro l’individuo (oltre il  riduzionismo che nega il tutto; oltre l’ olismo che nega le parti).
• cercare la ricorsività in ogni causalità: oltre “tesi-antitesi-sintesi”, c'è “ogni causa è contemporaneamente effetto". Il retro feedback è capacità di evoluzione: ogni situazione critica genera potenzialità evolutiva e capacità di autoriparazione, auto organizzazione.
• Accogliere il disordine come complementare dell'ordine, motore dell'evoluzione. Non c’è un posto per ogni cosa, ma ogni cosa può avere molti posti.
•  Pensare strategicamente, cioè rimanere fluidi, attenti al cambiamento: il protocollo è continuamente in revisione. 
• Ogni azione è anche una scommessa di cui assumersi la responsabilità. L’azione esce dal mio controllo non appena l'ho eseguita, non determina mai esattamente  gli effetti della mia intenzione. Un’idea quando è espressa, una parola detta, un’azione esercitata, immediatamente dopo, non sono più mie , ma appartengono al mondo del Complesso. Il mondo non è costituito da oggetti, ma da  processi in continuo mutevole interagire. 
• L'autocritica è igiene quotidiana per rimanere costantemente consapevoli e agire in assunzione di responsabilità.

I quattro motori della nostra società sono la scienza,tecnica,economia,profitto. 
​Ma il progresso non ha un valore intrinseco. Domani può portare distruzione così come evoluzione. 
A noi il compito di liberare la scienza dallo scientismo e dallo specialismo che vede chiaramente le parti, ma non vede più il tutto. Liberare la tecnica dal delirio tecnocratico e dalla droga della quantificazione,per cui ottimizzare è sempre la risposta. Liberare l'economia dalla logica incrementale di produzione e consumo e dalla concezione meramente quantitativa della crescita. Liberare il profitto dall'irresponsabilità ambientale e sociale. 
Pensiero Complesso: video lezione di Francesco Bellusci su Edgar Morin.
Commento: la mente lasciata proliferare secondo i principi della sopravvivenza per cui è nata, diventa parte del problema, non della soluzione. L’uomo di domani usa la mente razionale, ma si affida all’intelletto che sa “vedere attraverso”. Affinare l’Intelletto richiede quello che la spiritualità chiama pratica: educazione regolare, consapevole, appassionata.