Partiamo dalla scienza.
Lo studio pubblicato da Dr Simon sulla prestigiosa rivista scientifica Jama dimostra una volta di più come lo yoga sia efficace nei disturbi dell'ansia. (Simon NM et coll Efficacy of yoga vs cognitive behavioral therapy vs stress education for the treatment of generalized anxiety disorder: a randomized clinical trial. JAMA Psychiatry. Published August 12, 2020) Ma cosa vuol dire praticare una posizione yoga? Ce lo spiega da 1500 anni Patanjali (trad. Antonio Nuzzo). Nella sutra 47.II si legge: prayatna-śaithilya-ananta-samāpatti-bhyām. La chiave è praticare con uno sforzo (prayatna ) che puoi progressivamente allentare (saithilya), in uno stato di profonda contemplazione (ananda samapatti) . Quando mantieni una posizione, stai nel respiro, nella sensazione del corpo, sospeso tra gli opposti di tensione e rilassamento, fino a quando uno stato di quiete abbandonata che deriva da una mente più tranquilla non si prenderà cura di te. Il risultato di ciò è sorprendente. Leggiamo nella Sutra II.48 tato dvaṅdva-an-abhighātaḥ Da ciò deriva (tato, ) essere liberi dall’aggressione (vittoria, an abhighatah) degli opposti, dalla dualità della vita (dvandva) . Raggiungere cioè un equilibrio tra due opposti come lo sforzo e il rilascio dello stesso, ci porta verso libertà. Non più giusto-sbagliato, verità-errore, buono-cattivo, ma abbandonarsi alla complementarietà della Vita per come è, senza giudizio. Armonia. O se preferite fine (almeno a tratti) dell'ansia. Il Dr Simon conferma ciò che Patanjali in qualche modo già sapeva. E le neuroscienze aggiungono. - Shanida Nataraja nel suo libro ‘The Blessed Brain’ spiega che ci sono due metà nel nostro cervello e ne descrive le loro funzioni: “l’emisfero di sinistra ha un centro – l’ego – che interpreta le impressioni sensoriali, gli stimoli emotivi ed intellettuali provenienti dal mondo esterno, e usa il linguaggio, la logica e la capacità di analisi per darne un senso. Il suo obiettivo principale è quello di proteggerci da tutto ciò che può interferire con la nostra capacità di sopravvivere in questo mondo come un singolo individuo. Questa parte del cervello, ignorerà totalmente tutto ciò che non rientra in questa matrice di sopravvivenza. Anche l’emisfero destro ha un centro – il Sé – che vede il quadro globale, quella consapevolezza omnicomprensiva che include l’ego. Vede l’individuo nel contesto del tutto totalmente interconnesso che comprende tutta l’umanità e la creazione – il tutto nell’abbraccio dal Divino. Anche questa parte del cervello ha i sensi, i sensi interiori di intuizione e immaginazione creativa. A causa della sua visione omnicomprensiva, comprese le emozioni, l’emisfero destro aggiunge al quadro costruito dall’ego l’empatia, la compassione, la cura per la sopravvivenza degli altri e della creazione – è la sorgente del nostro essere spirituale e la nostra connessione con il Divino. “ La nostra capacità innata di riconnetterci alla nostra Sorgente è dimostrato dalla ricerche delle neuro-scienze sulle onde cerebrali. E’ stato dimostrato che i bambini al sotto dei due anni di età vivono principalmente nel loro emisfero destro, come dimostra la presenza dominante di onde alfa; da qui l’empatia, l’amore, la compassione e l’immaginazione creativa vivida caratteristiche del bambino. Un bambino molto piccolo è quindi ancora indiviso, in contatto con il tutto, ancora collegato a Dio, vive ancora nel Regno. Nella normale consapevolezza dell’adulto, dominano le onde beta dell’attività cerebrale di sinistra; noi tutti lo sperimentiamo, costantemente immersi nel turbinio dei pensieri che occupano le nostre menti. Il passaggio della visione del mondo dal cervello di destra a quello di sinistra avviene gradualmente tra i due e i cinque anni di età; da quel momento in poi la società e l’educazione tendono ad accentuare e ad enfatizzare la modalità di essere del cervello di sinistra mentre l’attività e la visione del cervello di destra non è stimolata o incoraggiata. Questo collegamento tuttavia, non è mai reciso ma solo disconnesso a vari livelli. Eppure abbiamo il potenziale per riattivarlo, in quanto si tratta di un parte naturale donata da Dio alla nostra natura umana. Infatti è qualcosa che Gesù ci incoraggia a fare: “Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei cieli.” (Matteo 18,3)- Kim Nataraja, Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana. Tante sono le Strade che ci riportano Dento di noi. In contatto con l'Origine, il Principio, il Divino o come ciascuno è libero di chiamarLo. " Il verbo di Dio è diventato uomo, affinchè tu, da uomo, possa imparare come l'Uomo diventi Dio" scriveva Clemente di Alessandria, poco prima di Patanjali, qualche migliaio di chilometri più a Ovest. Nel video, una sequenza che richiama la pratica yoga dell'antico saluto al Sole, (dettagli nella sezione Yoga Ayurveda della pagina web del sito) per coloro che non possono praticarla a terra.
0 Comments
Leave a Reply. |
E' Tempo per...Cose da Dire Archivi
October 2024
Categorie |
Grazie per aver visitato il blog!
|
Telephone+39 338 860 3928
|
|