E ancora e ancora ci muoviamo a cercare l uscita del labirinto.
Quello in cui ci sentiamo in trappola. In cui qualcuno o più probabilmente noi stessi, ci ha imprigionati scegliendo un giorno lontano quell'' uomo o quel lavoro che ora stentiamo a riconoscere come nostro. Oppure è stato quell' avvenimento, quel danno, quell incidente, quella malattia che se non fossero accaduti, ora sarebbe tutto diverso. Ma è davvero così? C'è davvero qualcosa che deve accadere perché noi possiamo essere felici? O che non dovrebbe mai essere accaduto? La mente ama il rimpiattino. È il suo gioco preferito. Ci rimanda alla felicità di istante in istante, di giorno in giorno, di anno in anno. Non è crudele, la mente. Semplicemente cerca il controllo. E siccome il controllo ci sfugge ci condanna ad inseguirlo, perché almeno nel tentativo di controllo c'è una parvenza di controllo. "Smetti di cercare di guarire, di sistemarti, perfino di risvegliarti. Smetti di cercare di spingere il pulsante dell’avanzamento veloce con il film della tua vita. Lascia andare il “lasciar andare”. La guarigione non è una destinazione. Sii qui. Il dolore, la sofferenza, i dubbi, i desideri, le paure: non sono errori, e non chiedono di essere “curate”. Chiedono di essere accolti. Qui, ora, con leggerezza, nelle braccia amorevoli e guaritrici della presente consapevolezza" Jeff Foster Non c'è un'esistenza in cui saremmo salvi e una in cui siamo condannati. Katsumoto, nel "L'ultimo Samurai", lo spiega al capitano Nathan, dopo avere meditato tutta la notte nel giardino in fiore, in attesa della battaglia finale in cui la morte è certa. "Un'esistenza passata a osservare un ciliegio fiorito è un'esistenza spesa bene". Esattamente come quella di un valoroso guerriero.
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E' Tempo per...Cose da Dire Archivi
July 2024
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