Mi ci voleva un ragazzo di sedici anni, per spiegarmi cosa sta succedendo. Ma succedendo sul serio. Non i post del politico rampante di turno, non le dichiarazioni del calciatore a fine partita.
Il 27 settembre è stato il terzo venerdì di sciopero per il clima, Friday for Future. In piazza Sisto, a Savona, non eravamo nè tanti nè pochi. C'era chi c'era. Questo ragazzo sale sul palco. Dice di frequentare lo scientifico e che quindi, ahinoi, gli tocca la parte scientifica. E lo spiega proprio bene, come ci stiamo auto-condannando a morte. La temperatura sul pianeta sale costantemente come non era mai accaduto in passato. Le emissioni di Anidride Carbonica ne sono responsabili. Fra 12 anni tutto questo sarà irreversibile. Ci saranno cambiamenti climatici per cui, ad essere spicci, fra trent'anni (non tre mila , non trecento) avremo cibo sufficiente solo per tre miliardi di persone. E noi siamo già ora sette miliardi. E' emergenza climatica, già dichiarata dal Regno Unito, primo paese a smettere di tenere gli occhi chiusi. Fine della "civiltà" come la conosciamo oggi. Quella della bistecca e della seconda auto. L'inizio di qualcosa che odora pericolosamente di barbarie, guerre, sterminio. Ed infine si scusa (lo avrei abbracciato), quel ragazzo, per aver parlato dieci minuti. Dieci minuti sul benessere, sull' Essere Bene nella sua forma più essenziale: la sopravvivenza. I messaggi arrivano forti e chiari, a starci attenti. Siamo invitati al cambiamento. La terra stessa ci chiede uno stile di vita sobrio. O sostenibile, se preferiamo. Non siamo più in grado di bruciare petrolio come fosse senza conseguenze. Che tradotto significa stop auto, si mezzi pubblici. In svedese ed in tedesco è stato coniato un termine che significa "vergogna di volare", visto la quantità di carburante che ciò richiede. Non siamo più in grado di consumare plastica. Che tradotto vuol dire acqua del rubinetto, al limite con un filtro. Cominciamo a fare caso alla quantità di plastica che ogni tre-quattro giorni portiamo nel bidone della differenziata. Moliplichiamo per milioni, per miliardi. Una follia su cui preferiamo distrarci. Noi siamo responsabili ed abbiamo potere. Quando facciamo la spesa, soprattutto. La libertà è acquistare senza imballaggi, per come possibile. Ortaggi, frutta, almeno. Forse invece del latte in tetrapack potremmo bere the o caffè. Forse potremmo un pò alla volta spostarci verso una dieta che non preveda la carne e gli insaccati, visto la mostruosa quantità di CO2 che costa ogni animale allevato. La salute ne guadagnerà, è ormai dimostrato. Non tocca a qualcun altro, tocca noi, Essere Bene, per noi stessi e per gli altri, pianeta Terra compreso.
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E' Tempo per...Cose da Dire Archivi
October 2024
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