Secondo Erica Poli (Anatomia della Guarigione) esistono tre livelli di coscienza in cui possiamo passare le nostre giornate. Potremmo anche definirli tre modi diversi di vivere, con livelli di soddsfazione (felicità?) diverse.
Nel primo Livello, viviamo focolalizzati su ciò che abbiamo intorno. La vita è raggiungere obbiettivi; la modalità è successo o fallimento. Giudicare in base a ciò che noi abbiamo o non abbiamo, che gli altri possiedono o non possiedono. In questa modalità la vita è lotta. La logica è quella del prendere. Interpretiamo in termini di colpa. La sofferenza del fallimento è la nostra maestra. Ci fidiamo della razionalità e basta. E' una modalità estremamente dispendiosa sul piano delle energia. Siamo sempre in corsa, sempre in azione, ogni traguardo non è che la partenza per il prossimo obbiettivo. E la felicità è continuamente rimandata a "quando": quando avrò quel lavoro, quando potrò avere una casa mia, quando potrò avere tempo per me,andando in vacanza... E quando è sempre dopo. Nel secondo Livello, quello della felicità condizionata, viviamo focalizzati sul bisogno d'amore. I valori della vita sono spostati verso gli altri e stiamo bene quando siamo riconosciuti: in amore, sul lavoro, in famiglia. In questa modalità la vita è relazione. La logica diventa quella del dare. Interpretiamo in termini di colpa e perdono. La delusione delle aspettative è la nostra maestra. Ci fidiamo del cuore, ma fino ad un certo punto. Eh si perchè accade, e con un'irritante frequenza, che il partner non sia all'altezza delle aspettative, il lavoro non sia soddisfacente, i genitori siano oppressivi, i figli egoisti; e allora ci lamentiamo continuamente. Passiamo magari da un principe azzurro all'altro, da un capo ufficio all'altro. Oppure ci rassegniamo a quello che c'è, perchè la paura di cambiare è comunque più forte e scegliamo una infelicità certa rispetto ad una felicità incerta. Dopo l'ennesima sportellata in faccia da parte dell'Esistenza, decidiamo che è meglio chiudersi in casa e tornare a fidarsi solo delle sicurezze. Il terzo Livello è quello della felicità incondizionata, ma il termine felicità non è più adeguato, a questo stadio. Nel senso che il benessere, l'Essere Bene, non dipendono più dagli altri e neppure da ciò che ci accade o non ci accade. A questo livello di coscienza, togli agli altri il potere di farti stare male. Ma soprattutto vuoi ciò che fai, perchè ciò che sei è perfetto. E' perfetto ciò che accade o non accade. E' perfetto ciò che gli altri sono o non sono. E se il comportamento degli altri non ti fa stare bene, semplicemente te ne allontani. Senza il peso ingombrante del giudizio. In questa modalità la vita è armonia. La logica diventa quella dell'integrazione. Il giudizio è sospeso. La Bellezza è la nostra maestra. Ci fidiamo del Cuore, perchè lo sentiamo capace di dialogare con la Mente, nella consapevolezza costante di essere Qualcosa di Più. Per citare il Vangelo di Giovanni, "siamo nel Mondo, ma non del Mondo". Ma sarebbe possibile citare testi islamici, buddisti, indù. La buona notizia è che in realtà non siamo distanti da tutto questo. Lo siamo già stati, in effetti. A questo si riferisce Cristo quando ci invita a "tornare bambini". La Via per tornare lì non è complicata, è solo difficile. Ci sono innumerevoli libri, religioni, spiritualità, tecniche che indicano la Strada. Occorre rinunciare ad un certo numero di sicurezze, comodità, convinzioni e credenze. Una "porta stretta" in cui ognuno si avventura quando è il suo momento. Già saperne l'esistenza fa respirare.
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E' Tempo per...Cose da Dire Archivi
January 2025
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