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Chi scegliamo di Essere?

12/2/2018

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Il VIaggio Dentro continua. Cosa scopriamo di noi se usiamo tempo per il Silenzio?
Lì intorno all'area dell'ombelico, dove spesso avvertiamo un senso di fastidio, un peso, una tensione, è posto un centro di energia che in India si  chiama secondo chakra, Svadhisthana, Dimore del sè, in agopuntura Qi Hai, mare del Qi, dove viene immagazzinata tutta l'energia del corpo. Un punto così sacro che i samurai utilizzavano per il seppuku, il suicidio onorevole.
In tradizione yoga, questo punto è fondamentale per ciò che riguarda le Relazioni.
In quel punto, da un punto di vista energetic0, ci si gioca la possibilità, ad esempio, di una vita capace di autonomia o di dipendenza.
Prendo in prestito alcuni passaggi di Caroline Myss (nel libro, Alchimia dello Spirito).
" Le relazioni sono essenzialmente veicoli di messaggi spirituali: portano nella nostra vita – e noi nella loro – rivelazioni riguardanti le nostre forze e debolezze." In questa visione, incontrare gli altri è entrare in una dimensone di apprendimento. Una scuola dove gli altri, spesso dolorosamente, ci insegnano dove dobbiamo lavorare su noi stessi e dove possiamo renderci disponibili per insgnare a gli altri.
"Attraiamo» relazioni che ci aiutino a conoscere noi stessi. nulla avviene per caso; prima di avviare una relazione, le apriamo la porta con l’energia che generiamo."
Questo è il motivo per cui spesso incontriamo sempre lo stesso tipo di partner, sempre lo stesso tipo di relazione, che invece di incolpare, dovremmo interrogare: cosa voglio nella vita?  Perchè siamo ciò che vogliamo. E spesso preferiamo una prigione conosciuta (di sofferenza, di tradimento, di violenza, o più semplicemente di abitudine) ad una possibilità di felicità che ci spaventa perchè sconosciuta.
Infatti nel secondo chakra è il Potere di Scegliere. Ed anche la paura che ne deriva.
Scegliere è creare un futuro, una possibilità. E' una responsabilità di cui farsi carico e di cui non possiamo completamente sapere gli esiti. E' esercitare il Divino che è in noi. Noi che così portiamo a compimento il piano di Dio, ci rendiamo "maieuti", responsabili del parto della Vita che "freme nelle doglie", ci insegna San Paolo.
Quante volte una scelta apparentemente sbagliata ci ha portato alla lunga conseguenze positive. E viceversa.
" Paradossalmente, mentre la sua energia ci predispone al tentativo di controllare la nostra vita, il secondo chakra ci insegna anche che non possiamo avere il controllo.
Ciononostante, noi tutti ci dibattiamo in un ciclo, apparentemente senza fine, di delusione, nel quale tentiamo di controllare le nostre vite. Cerchiamo senza sosta la sola, grande scelta che metterà ogni cosa della nostra vita in un ordine permanente, fermando il movimento della scelta abbastanza a lungo per stabilire il controllo finale su tutti e tutto. Questa scelta è la professione giusta? Il partner giusto da sposare? La giusta collocazione nello spazio?
Nella ricerca continua di quest’unica scelta giusta, diamo corpo alla nostra paura del ritmo mutevole, che è la vita stessa.
Nella ricerca di quest’unica persona o cosa che ci darà definitivamente pace, stabilità, amore e salute allontaniamo il potere più autentico che giace «dietro ai nostri occhi e non davanti a essi".
La verità contenuta nella natura paradossale del dualismo è questa: non è importante cosa scegliamo; il nostro potere di influenzare un risultato giace nelle ragioni che ci spingono a compiere una determinata scelta. La sfida del secondo chakra è di comprendere le motivazioni delle scelte che facciamo. Scoprendole, capiremo il contenuto del nostro spirito. Siete pieni di paura o di fede? Ogni nostra scelta contiene l’energia sia della fede sia della paura, e il risultato di ogni decisione riflette in qualche modo quella fede o paura. Questa dinamica di scelta ci impedisce di fuggire da noi stessi o dalle nostre decisioni."
Scegliere in paura è chiudersi in casa, giocare in difesa, limitare i danni, è nascondere il talento della parabola evangelica. Scegliere in fede è aprirsi, rischiare, mettere a frutto i talenti, accogliere che siamo qui per crescere e far crescere.
"Il lato oscuro delle questioni relative al secondo chakra è rappresentato dalle nostre principali paure: stupro, tradimento, perdita economica e povertà, abbandono, solitudine, impotenza, e incapacità di prenderci cura di noi stessi. Ciascuna di queste paure ha il potere di controllarci e di dirigere le nostre azioni per tutta la vita. Nel linguaggio delle Sacre Scritture, queste paure sono definite «falsi dei». Per capire le nostre motivazioni e scoprire i nostri falsi dei, abbiamo bisogno di relazioni. Quando diamo vita a una relazione, usiamo parte della nostra energia o potere personale e, una volta che l’abbiamo stabilita, possiamo chiederci, spesso in modo inconscio: questa relazione sta attingendo potere da me o sono io che sto attingendo potere da lei?
Nella maggior parte delle relazioni iniziamo a pensare in termini di opposti psicologicamente divisi, che inducono un conflitto: io o tu, mio o tuo, buono o cattivo, vincitore o vinto, giusto o sbagliato, ricco o povero. Dal punto di vista simbolico, questi conflitti rappresentano il rapporto che la maggior parte della gente ha con Dio: il mio potere o il Tuo? Ovvero, sei veramente con me su questa terra o devo cercare di controllare ogni cosa da solo?
Questo conflitto fondamentale della fede è presente in tutte le nostre relazioni. Paradossalmente, la nostra sfida nel gestire queste energie conflittuali è quella di mantenerle nella consapevolezza dell’intrinseca unità dell’universo. Iniziamo questo viaggio esplorando il conflitto insito nelle relazioni. Le relazioni generano conflitto, il conflitto genera scelta, la scelta genera movimento e il movimento genera ulteriore conflitto. Usciamo da questo ciclo compiendo scelte che trascendono il dualismo e le divisioni che percepiamo tra noi e gli altri, e tra noi e Dio. Per tutto il tempo in cui cerchiamo di controllare un’altra persona e ci dimentichiamo che essa è uno specchio che riflette le nostre stesse qualità, alimentiamo il conflitto dentro di noi. Vedere noi e gli altri in unioni simboliche, tuttavia, ci aiuta ad attenuare le differenze. Questo è il significato simbolico del sacramento dell’eucaristia."
Meditare in silenzio, portando attenzione al secondo chakra può aiutarci a fare chiarezza su noi stessi.
Quale è la mia paura più profonda? Cosa cerco di dimostrare a me stesso, spesso consumando molta energia, con le mie azioni, ancora una volta, in queta relazione e poi ancora e poi ancora?
Potremmo allora scoprire che proprio la nostra debolezza è la nostra forza. Che essa ci dona una sensibilità particolare ad un determinato tema, ci rende chi siamo. Chi siamo veramente.
Le creature più vulnerabili sono spesso le più sensibili, le più commoventi, capaci di straordinaria creazione in campo artistico, ad esempio.
Potremmo scoprire che fare i conti con un padre "mortificatore", con una madre "algida",  ci ha messo in crisi per andare oltre, più profondamente in cerca di chi siamo veramente, ad esempio.
Il secondo chakra è anche il centro della creatività.
"L'energia creativa ci porta a intrattenere un dialogo interiore con le polarità del sé, le nostre inclinazioni contrastanti e ci obbliga a dar vita a relazioni esterne per risolvere queste polarità. L’energia creativa ci fa uscire dagli schemi abituali di comportamento, pensiero e relazione. L’abitudine è un inferno al quale le persone si aggrappano nel tentativo di fermare il flusso del cambiamento. L’energia creativa sfida il ripetersi delle abitudini. Queste due forze, ripetizione e creatività, si contrastano a vicenda nella psiche umana e ci costringono a investire e dare nuova forma al caos del nostro mondo, attribuendogli un significato personale."
Ogni giorno riesco a dare significato al mio lavoro, alla mia relazione? In essi cresco? Oppure ci sto per paura,  perchè sono la mia difesa contro il mondo pericoloso?
In silenzio, dopo avere passato qualche minuto a respirare consapevolmente, proviamo a portare l'attenzione in quella zona del nostro corpo.
Perchè il nostro corpo può rivelarci cose che altrimenti restano intrappolate nella fortezza della mente. Là dove dieci anni di psicanalisi possono appena fare breccia.



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