Riporto l'analisi dell'Istituto Superiore di Sanità del 5 marzo:
"L’età media dei pazienti deceduti e positivi a COVID-2019 è 81 anni, sono in maggioranza uomini e in più di due terzi dei casi hanno tre o più patologie preesistenti. Lo afferma una analisi sui dati di 105 pazienti italiani deceduti al 4 marzo, condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, che sottolinea come ci siano 20 anni di differenza tra l’età media dei deceduti e quella dei pazienti positivi al virus." Cioè la media di chi si ammala è intorno a 61 anni. La media di chi muore è 81 (la maggioranza tra gli 80 e gli 89 anni). Muore chi ha già altre malattie (in media tre). I giovani, e soprattutto i ragazzi, non contraggono la malattia e la contraggono in forma lievissima. Al 5 marzo, in Italia: - si sono ammalate 3296 persone. Per l'influenza se ne ammalano circa 6 milioni ogni anno. - sono morte 148 persone. Il numero dato va inquadrato tendendo conto che, a causa dell'influenza, ogni anno in Italia ne muoiono almeno 8000. Il confronto tra il coronavirus e quello influenzale non è epidemiologicamente corretto, ma dà un idea circa ciò di cui stiamo parlando. Stiamo parlando di una malattia sicuramente più virulenta dell'influenza. Più contagiosa, anche se la velocità con cui si diffonde fa pensare a molti casi "lievi" che non è possibile diagnosticare. E proprio per questo non facile decifrare l'esatto tasso di mortalità. Per i cinesi è stato del 2,3 %. Ma non stiamo parlano di qualcosa di apocalittico. Il tasso di mortalità dell'epidemia di SARS era quasi del 10%. La Mers, l'epidemia del coronavirus “mediorientale”, registra un tasso di letalità del 34,4%. Per rispetto ai più fragili è bene che ognuno faccia del proprio meglio per limitare la diffusione del virus. Ma questo è auspicabile sempre, in periodo influenzale. Mai come ora un regime di vita sano, per movimento, alimentazione, astensione dal fumo, sono raccomandabili. La buona notizia è che il coronavirus non ci sterminerà. La brutta notizia è che non siamo al sicuro. Ma la vera notizia è che non lo siamo mai stati. Si muore assai facilmente sul lavoro o sull'autostrada. Da gennaio a luglio del 2019, in Italia, 599 persone sono morte mentre si trovavano sul posto di lavoro. Tre vittime al giorno. Nei primi sei mesi del 2019, sono morte 1505 persone per incidenti automobilistici. L'epidemia è anche un'occasione. Quella di svegliarsi dal sonno di chi si crede al sicuro. La Vita non ci dà sicurezze. Ci offre occasioni per crescere, amare, cercare la nostra verità. Per il tempo che lei decide. E i patti sono chiari, dall'inizio. Anche se noi facciamo finta che non sia così. La lunghezza del tempo che ci è dato lo decide la vita, cosa ne facciamo lo decidiamo noi. E questo è un buon momento per deciderlo.
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E' Tempo per...Cose da Dire Archivi
July 2024
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