Essere Bene non è certo complicato, semmai è complesso e difficile.
-E' complesso perchè richiede un ricalcolo continuo della propria posizione che neanche un tom tom satellitare: occhi aperti, sempre. "Dove sono, ora?" "Dove sono è anche ciò che sono, cioè la mia vita mi somiglia?" "Ciò che voglio è ciò che ho oppure ciò che non ho oppure è ancora qualcosa d'altro?" -E' difficile perchè non dà scampo. Se, con gli occhi aperti, mi accorgo oggi che la posizione che occupavo ieri non è più "dentro la mia verità", non ho alternativa che spostarmi. Pena, in qualche modo, la malattia. Se il partito politico di fede, l'alleato di governo, il confessore di fiducia, l'amico del cuore, il lavoro di sempre, il compagno della vita non mi rappresentano più, che scelta ho? Ma per non avere scelta, paradossalmente devi essere libero. Libero dalla confusione che pregiudizi, condizionamenti e sensi di colpa ti sollecitano. Ed essere Liberi è difficile. La Libertà si guadagna, ma ha un prezzo. Ad esempio quello di dedicare ogni giorno un pò di tempo a te stesso. Di esplorare il silenzio di chi siamo, invece che il rumore di ciò che facciamo. -Ma Essere Bene non è complicato perchè non richiede algoritmi a 23 cifre per essere sviluppato. Possono bastare alcune linee guide. Che come tutte le linee guida fanno sorridere di compassione, in quanto comunque frutto di categorie mentali. E non è la mente la guida affidabile su questi percorsi. Un "indovinello" zen recita: se di qualcosa puoi dare una definizione, allora non è quello. Con queste premesse, addentriamoci nel campo minato delle regole che tanto piace al criceto che la nostra mente ospita: 1. Stai solo con chi vuole stare con te. Banale? Quante volte inseguiamo che di noi non ne vuole sapere. Che nei fatti (anche se magari non a parole) ti dice che "tra noi non va" eppure non ce ne facciamo una ragione. Quanta energia che potremmo utilizzare per camminare strade aperte invece che accanirsi su quelle chiuse. Le Strade fanno tutte crescere, ma bisogna percorrerle. 2.Dai risposte solo a chi ti fa domande. Che è regola magistrale per i medici, ad esempio. E ti fa utilizzare energia mentale e vocale solo per chi ha le orecchie aperte, anche se magari non è quello che avevi in mente tu. E vale molto per i genitori, che si sgolano ancora convinti che i figli li stiano a sentire, quando invece si limitano a guardarli, per imparare da loro esempio o non esempio. 3. Prima di iniziare a riempire un buco accertati che abbia un fondo. Dedicata alle relazioni in cui una crocerossina (che magari sei tu, se non in questa, nella prossima o nella precedente relazione) tenta di salvarti da te stesso. Ci sono parte di noi che assorbono come buchi neri. Non sono riempibili. Ma un'antica spinta ci dice di continuare a cercare chi saprà curarla, questa nostra vecchia cara amica di ferita, che ci fa soffrire da sempre. E allora saltiamo da una relazione all'altra in cerca di salvatori/salvatrici. Crocerossine appunto. Di cui per sorte (non la chiamo nè fortuna nè sfortuna) è pieno il mondo. Si potrebbe continuare, ma non lo farò. Non oggi. Se qualcuno ne vuole aggiungere, di linee guida è il benvenuto.
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E' Tempo per...Cose da Dire Archivi
July 2024
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