Ci sono solo due possibilità, direbbe frate Guglielmo, nel Nome della Rosa. Nel senso: non è complicato, è solo difficile, impegnativo da portare avanti, come ragionamento.
O i santi ed i maestri parlano di cose così alte da essere irraggiungibili: ed allora è abbastanza inutile occuparsene. Oppure le Grandi Anime tracciano una pista percorribile da tutti gli uomini: ed allora non dobbiamo occuparci d'altro. In effetti, sia che lo chiamiamo Paradiso, Samadhi, Nirvana, è questo il fine ultimo dell'uomo, se siamo alla ricerca di un fine e non di una fine, un termine corsa che coincida con il nostro ultimo respiro. Axel Bayer, nel suo libro "Meditazione", ci presta il suo punto di vista per dare una sbirciatina in questa direzione. San Tommaso d'Aquino può considerarsi un maestro a tutti gli effetti. Egli insegna che è la Beatitudine che dobbiamo rincorrere e non la felicità. La felicità in effetti lascia alquanto perplessi. Ognuno di noi sa perfettamente che la felicità non dura, che poi accade sempre qualcosa che ci fa ricadere pesantemente sul duro dell'esistenza. Cosa è questa Beatitudine? Qualcosa che non ha opposto, direbbe Osho. Esiste un'in-felicità ma non un in-beatitudine. Una condizione, quindi, che possa durare impermanentemente nella nostra vita. Che non dipenda, per realizzarsi, da ciò che ci succede o non ci succede, nel corso della giornata. Posso io essere licenziato, tradito nell'amicizia, incidentato e rimanere "beato"? Forse sì, direbbero Tommaso ed i tanti maestri cristiani e non cristiani prima di lui. Basta rimanere "fissati" in Qualcosa che mi riempia, mi nutra, mi dia gioia e non venga meno. Cui rivolgersi in qualunque momento della giornata o giorno dell'esistenza. Compresi quelli in cui mi licenziano, mi tradiscono o mi incidento. Questo processo di "ancoraggio" non richiede visioni mistiche o vita da eremita. Solo la volontà di dedicarci del tempo. Qualcuno direbbe che richiede fede. Forse sì, ma non nel senso di cieco credere. Semmai nel senso di "provare per credere". Dedicare uno spazio tutti i giorni a questa ricerca e poi vedere cosa succede. Se non succede niente, avrò certo rubato del tempo al calcio o alla TV. Ma se invece succedesse qualcosa? Qualcosa di sorprendente, di inaspettato. Come la Pace. Che forse è un altro nome per la Beatitudine. Qualcosa come la chiarezza mentale. Lo scoprire un ordine nella propria vita. Il riuscire a dare priorità alle scelte. Peso equo alle nostre vicende. Cosa devo fare? Ritirarmi in una grotta? Vivere in cima ad una colonna? Magari no. Potremmo cominciare a dedicare l'1% della nostra giornata, ma ogni giorno, a questo. Quattordici minuti. In cui utilizzare qualche tecnica di respirazione. E poi fare un pò di Silenzio. E cominciare a guardare nell'unica direzione che tutti i maestri, concordemente, non importa a quale religione appartengano, ci indicano: Dentro di Noi.
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E' Tempo per...Cose da Dire Archivi
January 2025
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